LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Domicilio digitale non esclude quello fisico per notifiche

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che, nonostante l’introduzione del domicilio digitale (PEC), la notifica di un atto processuale al domicilio fisico eletto da un avvocato resta una modalità valida e alternativa. Il caso riguardava un appello dichiarato inammissibile perché notificato tardivamente. La Cassazione ha annullato la decisione, affermando che il notificante aveva legittimamente tentato la notifica presso l’indirizzo fisico e, dopo il fallimento per cause non imputabili, aveva tempestivamente ripreso il procedimento. La Corte ha chiarito che il domicilio digitale non ha carattere di esclusività per le notifiche ad istanza di parte, ma si affianca a quello fisico.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Domicilio Digitale: La Notifica Fisica è Ancora Valida? La Cassazione Risponde

Con l’avvento del processo telematico, il domicilio digitale è diventato un pilastro delle comunicazioni legali. Tuttavia, questo rende obsolete le forme di notifica tradizionali? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 24613/2025) chiarisce un punto cruciale: la notifica presso il domicilio fisico eletto rimane una via percorribile e valida, non essendo stata soppiantata in modo esclusivo dalla PEC.

I Fatti di Causa

Una società concessionaria di infrastrutture impugnava un avviso di accertamento relativo a un canone per l’occupazione del sottosuolo emesso da un’azienda di servizi municipali. Dopo che il Tribunale di primo grado aveva respinto la sua domanda, la società proponeva appello. La Corte d’Appello, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile perché tardiva.

Il problema nasceva dal procedimento di notifica. La società appellante aveva avviato la notifica dell’atto di appello nei termini di legge, indirizzandola al domicilio fisico eletto in primo grado dal legale della controparte. La notifica, però, non andava a buon fine a causa di un cambio di indirizzo del domiciliatario, non comunicato. La società, appresa la notizia, riattivava immediatamente il processo notificatorio verso il nuovo indirizzo fisico, perfezionando la consegna pochi giorni dopo. Nonostante la diligenza, la Corte d’Appello riteneva l’appello fuori termine, dando implicitamente per scontato che l’unica via sicura fosse quella telematica.

Il Domicilio Digitale Non è Sempre Esclusivo

La questione centrale portata all’attenzione della Corte di Cassazione era se, per le notifiche ad istanza di parte, il domicilio digitale (l’indirizzo PEC iscritto nei pubblici registri) fosse diventato l’unica modalità di notifica ammissibile, rendendo invalido o rischioso il ricorso al domicilio fisico.

La Corte ha risposto negativamente, fornendo un’interpretazione chiara delle norme vigenti. L’articolo 16-sexies del d.l. 179/2012, che ha introdotto il concetto di domicilio digitale, non ha abrogato le forme di notificazione tradizionali. La norma, nella sua versione applicabile al caso, disciplina principalmente le notifiche presso la cancelleria del tribunale, stabilendo che vi si può ricorrere solo quando la notifica via PEC non sia possibile per causa imputabile al destinatario. Tuttavia, non dice nulla riguardo all’alternativa tra notifica PEC e notifica presso il domicilio fisico eletto.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha affermato che il domicilio fisico eletto continua a essere un indirizzo valido e alternativo per la notifica. Il difensore mantiene il diritto di eleggerlo ai fini delle notificazioni, e la parte notificante può legittimamente scegliere di utilizzarlo.

Secondo la Corte, il domicilio digitale e quello fisico coesistono. La scelta di notificare presso l’indirizzo fisico era, quindi, pienamente legittima. Poiché il primo tentativo di notifica era fallito per una causa non imputabile alla società notificante (il cambio di indirizzo non comunicato del difensore avversario), la sua immediata riattivazione del processo notificatorio ha permesso di conservare gli effetti giuridici della prima richiesta. La notifica, sebbene perfezionata materialmente dopo la scadenza del termine, si considera tempestiva perché il procedimento era stato avviato correttamente entro i termini.

La decisione è coerente con la giurisprudenza, sia nazionale che europea, che tende a interpretare le norme sulla procedurali in modo flessibile per non sacrificare il diritto di difesa a causa di meri formalismi.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto fermo per gli operatori del diritto. La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e rinviato la causa a un’altra sezione per il giudizio di merito. Il principio affermato è chiaro: l’introduzione del domicilio digitale non ha creato un obbligo esclusivo di notifica via PEC per le parti. Il domicilio fisico eletto rimane un’opzione valida. Se la notifica presso tale domicilio fallisce per ragioni non imputabili al notificante, quest’ultimo ha il diritto di riattivare immediatamente il processo, anche con le stesse modalità fisiche, senza che ciò comprometta la tempestività dell’atto.

Dopo l’introduzione del domicilio digitale, è ancora valida la notifica a un domicilio fisico eletto?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il domicilio fisico eletto resta un indirizzo valido e alternativo per le notificazioni ad istanza di parte, che coesiste con il domicilio digitale (PEC) e non è stato da questo soppiantato.

Cosa succede se una notifica a un domicilio fisico fallisce per ragioni non imputabili al notificante?
Se la notifica non va a buon fine per cause non imputabili a chi la effettua (come un cambio di indirizzo non comunicato del destinatario), il notificante può conservare gli effetti giuridici della richiesta originaria, a condizione che riattivi il processo notificatorio con immediatezza e tempestività appena appreso dell’esito negativo.

Il domicilio digitale (PEC) è sempre l’unico modo per notificare un atto?
No. Secondo la sentenza, per le notifiche effettuate su istanza di parte, il domicilio digitale non ha carattere di esclusività. Il notificante può legittimamente scegliere di notificare presso il domicilio fisico eletto dalla controparte, senza essere obbligato a utilizzare la PEC.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati