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Diritto Tributario

Motivazione apparente: Cassazione cassa la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza tributaria che rigettava l’eccezione di prescrizione di un contribuente. La decisione è stata motivata dal vizio di motivazione apparente, poiché i giudici di merito si erano limitati a citare la norma di legge senza applicarla concretamente ai fatti della causa, rendendo impossibile comprendere il ragionamento logico seguito. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Sentenza penale processo tributario: effetti e rinvio

La Corte di Cassazione esamina un caso di accertamento fiscale per operazioni inesistenti. Di fronte a una nuova normativa sull’efficacia della sentenza penale nel processo tributario, la Corte decide di sospendere il giudizio e attendere la pronuncia delle Sezioni Unite per chiarire l’applicazione delle nuove disposizioni, in particolare riguardo alle sentenze di assoluzione.

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Leasing immobiliare risolto: tasse fisse sul bene

La Corte di Cassazione ha stabilito che al trasferimento di un immobile a seguito di un leasing immobiliare risolto per inadempimento dell’utilizzatore si applicano le imposte ipotecaria e catastale in misura fissa, e non proporzionale. Questa regola vale anche se il trasferimento, disposto da una sentenza, è subordinato a una condizione che non si è poi verificata. La Corte ha chiarito che la normativa di riferimento (art. 35, D.L. 223/2006) non costituisce un beneficio fiscale ‘una tantum’, ma un regime fiscale specifico e proprio per questo tipo di operazioni.

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Utili extracontabili: notifica e presunzione

La Corte di Cassazione conferma la legittimità di un avviso di accertamento IRPEF a carico di un socio per utili extracontabili di una S.r.l. a ristretta base partecipativa. La Corte ha rigettato tutti i motivi di ricorso, stabilendo la validità della notifica dell’atto presupposto presso la sede sociale, anche se ritirato da un mero “collaboratore”, e ribadendo che la presunzione di distribuzione dei profitti non richiede la definitività dell’accertamento societario. Inoltre, ha chiarito che gli utili “in nero” vengono tassati per intero al socio, senza la mitigazione del 40%.

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Comunicazione ENEA: no decadenza bonus senza invio

Un contribuente si è visto negare la detrazione fiscale per lavori di riqualificazione energetica a causa della mancata comunicazione ENEA. La Corte di Cassazione ha annullato la pretesa del Fisco, stabilendo un principio fondamentale: l’omissione di tale comunicazione non comporta la decadenza dal beneficio. La Corte ha chiarito che l’adempimento ha una finalità meramente statistica e non costituisce un presupposto sostanziale per il diritto all’agevolazione, che dipende unicamente dalla prova dell’effettivo sostenimento delle spese per interventi qualificati.

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Accertamento IMU: Dati catastali vs realtà dei fatti

Una società ha ricevuto un accertamento IMU per l’anno 2013 relativo a immobili che sosteneva fossero già stati demoliti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che, ai fini fiscali, i dati risultanti in catasto sono determinanti. La Corte ha sottolineato che è onere del contribuente denunciare tempestivamente le variazioni, come la demolizione, agli uffici competenti. In assenza di tale comunicazione, l’accertamento basato sulla rendita catastale è legittimo, anche se la realtà fattuale è diversa.

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Bonus settore finanziario: quando si paga la tassa?

Un dirigente di una società di consulenza finanziaria ha richiesto il rimborso dell’addizionale IRPEF del 10% applicata sul suo bonus per l’anno 2014. Sosteneva che la sua azienda non rientrasse nel ‘settore finanziario’ e che i requisiti oggettivi per l’applicazione della tassa non fossero soddisfatti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la nozione di ‘settore finanziario’ deve essere interpretata in senso ampio, includendo tutte le entità le cui attività possono generare rischi sistemici. Inoltre, ha confermato che, dopo la modifica normativa del 2011, l’addizionale sui bonus settore finanziario si applica sulla parte variabile della retribuzione che eccede la parte fissa, senza la necessità che superi anche il triplo di quest’ultima.

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Notifica PEC da indirizzo non pubblico: quando è valida

Un contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento sostenendo, tra l’altro, l’invalidità della notifica perché proveniente da un indirizzo PEC dell’Agente della riscossione non inserito nei pubblici registri. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la notifica PEC da indirizzo non pubblico è valida se la provenienza dell’atto è chiaramente riconoscibile (ad es. dal dominio) e se il destinatario non dimostra di aver subito un concreto pregiudizio al proprio diritto di difesa. Un secondo motivo di ricorso è stato dichiarato inammissibile per violazione del principio di autosufficienza.

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Disconoscimento copia: quando è inefficace in giudizio

Un contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento, sostenendo la mancata notifica delle cartelle esattoriali sottostanti. Il tentativo di disconoscimento della copia fotostatica della relata di notifica, prodotto dall’agente di riscossione, è stato al centro del caso. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il disconoscimento, per essere efficace, deve essere specifico e non generico e confuso come nel caso di specie, confermando così la validità dell’atto impugnato.

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Litisconsorzio necessario: processo tributario nullo

Una società di persone riceve un avviso di accertamento per maggiori IRAP e IVA. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato la nullità dell’intero giudizio di primo e secondo grado per violazione del principio del litisconsorzio necessario, poiché non tutti i soci della società erano stati coinvolti nel processo. La causa è stata rinviata al giudice di primo grado per un nuovo giudizio che includa tutte le parti necessarie.

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Vizio motivazionale: limiti del ricorso in Cassazione

Un contribuente, ritenuto gestore di fatto di una società, ha impugnato un avviso di accertamento fiscale. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, chiarendo che dopo la riforma del 2012, il vizio motivazionale di una sentenza è censurabile solo se la motivazione è totalmente assente, apparente o irriducibilmente contraddittoria. Il semplice difetto di sufficienza non è più un valido motivo di ricorso. Il ricorrente è stato anche condannato per abuso del processo.

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Integrazione contraddittorio: ricorso nullo senza notifica

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso in cui un’agenzia di riscossione aveva impugnato una sentenza sfavorevole relativa a cartelle di pagamento. Tuttavia, l’agenzia non aveva notificato il ricorso all’Agenzia delle Entrate, anch’essa parte nel giudizio precedente. Rilevando questo vizio procedurale, la Corte non ha deciso nel merito, ma ha ordinato l’integrazione del contraddittorio, concedendo 60 giorni per notificare il ricorso alla parte omessa, sottolineando come questo adempimento sia essenziale per la validità del processo.

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Accertamento soci: utili Srl e onere della prova

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di due soci di una S.r.l. contro un avviso di accertamento. L’ordinanza conferma la legittimità della presunzione di distribuzione degli utili extra-bilancio in caso di società a ristretta base sociale. Viene inoltre chiarito che il contraddittorio preventivo, previsto in caso di verifiche fiscali, non si estende automaticamente ai soci per un accertamento scaturito da una verifica sulla società. L’accertamento soci, in questo contesto, risulta quindi valido.

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Cessioni intracomunitarie: la prova per l'esenzione IVA

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17727/2025, ha rigettato sia il ricorso dell’Agenzia delle Entrate sia quello incidentale del contribuente. La Corte ha stabilito che per le cessioni intracomunitarie, la prova dell’effettivo trasferimento dei beni può essere fornita anche con “fatti secondari” come le comunicazioni Intrastat e le dichiarazioni dei cessionari, non essendo obbligatorio il modello CMR. Ha inoltre dichiarato inammissibile l’appello incidentale tardivo del contribuente, poiché l’interesse a impugnare una parte della sentenza di primo grado preesisteva all’appello principale dell’Agenzia e non ne era una diretta conseguenza.

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Notifica accertamento: quando è nulla senza ricevuta?

Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento per plusvalenza sulla vendita di un terreno, sostenendo la nullità della notifica. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’Agenzia delle Entrate, ma il caso è giunto in Cassazione. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito della validità della notifica accertamento, ma ha disposto un rinvio a nuovo ruolo per acquisire i fascicoli d’ufficio dei gradi precedenti, ritenuti indispensabili per la decisione. Il cuore della controversia legale risiede nella validità di una notifica eseguita senza il deposito dell’avviso di ricevimento della raccomandata informativa.

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Accertamento studi di settore: la Cassazione decide

Una società di moda ha ricevuto un avviso di accertamento basato sugli studi di settore, che ha contestato. Dopo la cancellazione della società, il contenzioso è proseguito contro gli ex soci. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’accertamento con studi di settore, se preceduto da un contraddittorio con il contribuente, costituisce una presunzione legale, sufficiente a legittimare la rettifica del reddito. Di conseguenza, spetta al contribuente l’onere di provare le circostanze che giustificano un reddito inferiore. La Corte ha inoltre confermato che gli ex soci succedono nei debiti della società estinta, indipendentemente dalla percezione di utili in fase di liquidazione.

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Litisconsorzio necessario: società di fatto e nullità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18197/2025, ha annullato una sentenza per violazione del litisconsorzio necessario. Il caso riguardava l’accertamento fiscale nei confronti di un presunto socio di una società di fatto. La Corte ha stabilito che, quando la controversia verte sull’esistenza stessa di una società di fatto, tutti i presunti soci devono obbligatoriamente partecipare al giudizio. La mancata integrazione del contraddittorio ha reso nulli i precedenti gradi di giudizio, con rinvio della causa al primo giudice.

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Comunicazione ENEA: non perdi il bonus se tardiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16133/2025, ha stabilito che la tardiva comunicazione ENEA non comporta la perdita del diritto alla detrazione fiscale per le spese di riqualificazione energetica. Secondo la Corte, tale adempimento ha una finalità statistica e non costituisce un presupposto sostanziale per l’accesso al beneficio, che dipende invece dall’effettiva esecuzione e pagamento dei lavori.

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Sospensione riscossione: quando l'istanza è valida?

Una società impugnava un’intimazione di pagamento, sostenendo che la sua precedente istanza di sospensione della riscossione avrebbe dovuto portare all’annullamento del debito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che tale procedura si applica solo a vizi imputabili all’ente creditore e non all’agente della riscossione. Inoltre, ha ribadito che un’eventuale nullità della notifica è sanata se l’atto ha raggiunto il suo scopo, come dimostrato dalla capacità del contribuente di difendersi.

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Area edificabile ICI: vincoli non escludono l'imposta

La Corte di Cassazione ha stabilito che un terreno classificato come area edificabile nel piano regolatore è soggetto a ICI anche in presenza di vincoli, come quello di rimboschimento. Tali vincoli non eliminano la natura edificabile del suolo ai fini fiscali, ma incidono unicamente sulla determinazione del suo valore venale e, di conseguenza, sulla base imponibile dell’imposta. L’appello del contribuente, basato anche su motivi procedurali, è stato interamente respinto.

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