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Difesa in giudizio Agenzia Riscossione: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul merito di un ricorso riguardante la prescrizione di cartelle esattoriali per affrontare una questione preliminare cruciale: le modalità di difesa in giudizio dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Invece di decidere se la prescrizione fosse quinquennale o decennale, la Corte ha ritenuto necessario un pronunciamento sulla possibilità per l’ente di avvalersi di avvocati del libero foro anziché dell’Avvocatura dello Stato, rimettendo la trattazione del caso a un’altra sezione per una decisione in pubblica udienza.

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Difesa in giudizio Agenzia Riscossione: la Cassazione fa il punto

Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha messo in pausa una decisione sulla prescrizione delle cartelle esattoriali per affrontare un tema tanto tecnico quanto fondamentale: le regole sulla difesa in giudizio dell’Agenzia Riscossione. La questione se il nuovo ente possa farsi rappresentare da avvocati del libero foro o debba ricorrere esclusivamente all’Avvocatura dello Stato è stata ritenuta talmente importante da meritare un rinvio per una trattazione approfondita, anche alla luce di nuove norme.

I fatti di causa: dalla prescrizione all’iscrizione ipotecaria

La vicenda nasce dall’opposizione di due contribuenti, eredi di un debitore, contro otto cartelle esattoriali e una successiva comunicazione di iscrizione ipotecaria. La Corte d’Appello aveva dato ragione ai contribuenti, dichiarando la prescrizione quinquennale dei crediti per sei delle otto cartelle, in quanto notificate da tempo ma senza che fosse mai stata intrapresa un’azione esecutiva vera e propria. Per le restanti due cartelle, la notifica non era stata nemmeno provata.

L’Ente di Riscossione ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando sia la presunta inammissibilità dell’azione dei contribuenti, sia la correttezza del termine di prescrizione applicato, sostenendo che dovesse essere quello decennale ordinario.

La questione pregiudiziale: la difesa in giudizio Agenzia Riscossione

Prima di poter analizzare il merito della prescrizione, la Sesta Sezione della Cassazione si è trovata di fronte a un ostacolo procedurale di non poco conto, sollevato d’ufficio. Con la soppressione di Equitalia e la nascita dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, si è posto il problema di come questo nuovo ente pubblico economico debba costituirsi in giudizio.

La posizione della Sezione Tributaria

La Corte ha evidenziato che la Sezione Tributaria della Cassazione aveva già stabilito un principio rigoroso: qualora l’Agenzia decida di non avvalersi del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato (che è la regola generale), ma di ricorrere ad avvocati del libero foro, deve fornire una giustificazione specifica. In pratica, è necessario dimostrare, con atti precisi (atto organizzativo generale e delibera motivata), le ragioni concrete che legittimano questa scelta alternativa. In assenza di tale prova, il mandato all’avvocato privato sarebbe nullo.

L’intervento di nuove norme interpretative

La situazione è stata ulteriormente complicata dalla recente introduzione di una norma di interpretazione autentica (art. 4-novies del D.L. 34/2019), specificamente dedicata alla difesa in giudizio dell’Agenzia Riscossione. Questa nuova legge è intervenuta proprio per chiarire l’interpretazione del comma 8 dell’articolo 1 del D.L. 193/2016, che disciplina il patrocinio dell’ente. La Corte ha ritenuto opportuno che la questione venisse decisa da una sezione diversa (la Sezione Lavoro, in questo caso ridenominata Sezione Quarta), in pubblica udienza, per garantire un esame completo e condiviso alla luce del nuovo quadro normativo.

Le motivazioni della Cassazione sul rinvio

La Corte ha motivato la sua decisione di non procedere con il giudizio evidenziando l’assenza di precedenti specifici all’interno della propria sezione (la Sesta Civile) sulla questione della costituzione in giudizio del nuovo ente tramite avvocati del libero foro. Di fronte a un orientamento già consolidato ma potenzialmente influenzato dalla nuova legislazione, i giudici hanno ritenuto indispensabile un approfondimento. L’obiettivo è quello di arrivare a un principio di diritto chiaro e condivisibile sull’applicabilità e le modalità del patrocinio alternativo, specialmente nei giudizi di natura previdenziale e assistenziale. La scelta di rimettere gli atti alla Quarta Sezione per una trattazione in pubblica udienza sottolinea l’importanza della questione, che va oltre il singolo caso e ha implicazioni generali per tutti i contenziosi che coinvolgono l’Ente di Riscossione.

Conclusioni: le implicazioni della decisione

Questa ordinanza interlocutoria, pur non decidendo il caso specifico, ha un’importanza notevole. Sottolinea come le questioni procedurali, come la corretta rappresentanza in giudizio, siano un presupposto indispensabile per poter discutere il merito di un diritto. La futura decisione della Sezione Quarta chiarirà in via definitiva le condizioni alle quali l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può farsi assistere da avvocati privati. Questa pronuncia avrà un impatto diretto su innumerevoli contenziosi in tutta Italia, stabilendo un paletto fondamentale sulla validità degli atti processuali compiuti dall’ente e offrendo certezza giuridica sia ai contribuenti che all’amministrazione stessa.

Qual era la questione principale sollevata dai contribuenti in appello?
La questione principale era l’avvenuta prescrizione quinquennale dei crediti portati da sei delle otto cartelle esattoriali, poiché notificate tra il 2001 e il 2008 senza che fosse seguita una vera e propria azione esecutiva.

Quale questione preliminare ha impedito alla Corte di Cassazione di decidere sul merito della prescrizione?
La Corte ha rilevato una questione pregiudiziale sulla corretta costituzione in giudizio dell’Ente di Riscossione. Nello specifico, si è interrogata sulla possibilità per l’ente di essere rappresentato da avvocati del libero foro e sulla necessità di motivare tale scelta, un punto reso complesso da recenti interventi normativi.

Qual è stata la decisione finale contenuta in questa ordinanza?
La Corte non ha deciso il caso, ma ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rimesso gli atti alla Quarta Sezione per la trattazione in pubblica udienza. Lo scopo è ottenere una decisione sulla questione preliminare della rappresentanza legale dell’Agenzia, prima di poter esaminare il merito del ricorso sulla prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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