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COSAP e Aree Pubbliche: quando è dovuto il canone?

Una società di telecomunicazioni si opponeva al pagamento del COSAP per l’installazione di proprie apparecchiature su un’area montana. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo un principio fondamentale: per la debenza del canone di occupazione, non è sufficiente che un’area sia classificata come strada comunale ai sensi del Codice della Strada. È indispensabile dimostrare che tale area appartenga effettivamente al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune e, soprattutto, che sia concretamente destinata all’uso pubblico. La Corte ha annullato la decisione precedente, che si era basata su una presunzione errata, e ha rinviato il caso per un nuovo esame che verifichi l’effettiva destinazione pubblica del suolo.

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COSAP e Uso Pubblico: Non Basta la Classificazione Stradale per Pretendere il Pagamento

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per aziende e Comuni: i presupposti per la richiesta del COSAP. La decisione chiarisce che la semplice classificazione di un’area come “strada comunale” ai sensi del Codice della Strada non è sufficiente a giustificare l’imposizione del canone. È necessario un requisito fondamentale: la prova della sua effettiva destinazione all’uso pubblico. Questa pronuncia offre importanti spunti sulla distinzione tra proprietà pubblica e uso pubblico.

Il Fatto: Occupazione di Suolo Montano e la Richiesta del COSAP

Una società di radiodiffusione, che utilizzava un box e un traliccio per le telecomunicazioni situati su un’area montana, veniva richiesta dal Comune di pagare il COSAP per l’occupazione di suolo pubblico. La società si opponeva, sostenendo che l’area in questione non fosse di proprietà comunale né soggetta a uso pubblico, essendo peraltro recintata e sorvegliata.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda della società. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, ritenendo che l’area, pur non essendo formalmente intestata al Comune, facesse parte di un’antica strada consorziale. Basandosi sull’articolo 2 del Codice della Strada, che definisce comunali le strade che collegano il capoluogo con le sue frazioni, la Corte concludeva che il suolo fosse demaniale e, di conseguenza, il COSAP fosse dovuto.

La Questione Giuridica: Demanio, Proprietà e Uso Pubblico

La società ricorreva in Cassazione, sollevando un punto di diritto fondamentale. La classificazione di una via come “strada comunale” ai sensi del Codice della Strada ha il solo scopo di regolare la circolazione e non determina automaticamente la sua appartenenza al demanio comunale. Per poter legittimamente richiedere il COSAP, è necessario che il Comune dimostri due elementi distinti:

1. La proprietà del bene: l’area deve appartenere al demanio o al patrimonio indisponibile dell’ente.
2. La destinazione all’uso pubblico: il bene deve essere effettivamente accessibile e utilizzato dalla collettività.

La ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel dare per scontato il secondo requisito, basandosi unicamente su una classificazione normativa senza verificare le condizioni reali dell’area, che di fatto era interdetta al pubblico.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito che il presupposto per l’applicazione del COSAP, come stabilito dall’art. 63 del D.Lgs. 446/1997, è che l’area occupata appartenga al “demanio o patrimonio indisponibile” del Comune.

La Corte ha specificato che l’articolo 2 del Codice della Strada, utilizzato dalla Corte d’Appello per la sua decisione, ha finalità diverse. La classificazione delle strade che esso opera serve a fini di regolamentazione della circolazione e presuppone che quelle strade siano già sottoposte a uso pubblico. Non può, quindi, essere usato come strumento per creare la demanialità di un suolo.

Il ragionamento della Corte d’Appello è stato giudicato errato perché ha confuso i piani: ha dedotto la natura demaniale (e quindi l’obbligo di pagare il COSAP) dalla sola funzione di collegamento tra il centro abitato e una sua frazione, senza accertare l’elemento cruciale e contestato: l’effettiva e pregressa destinazione del suolo all’uso pubblico. La Corte di Cassazione ha sottolineato l’ambiguità della descrizione del luogo come “area-strada”:

* Se si tratta di un’area, bisogna provare la sua appartenenza al patrimonio indisponibile del Comune.
* Se si tratta di una strada, bisogna verificare la sua concreta e storica destinazione all’uso da parte della collettività.

Avendo la Corte d’Appello omesso questa verifica fondamentale, la sua decisione è stata cassata.

Conclusioni

La Suprema Corte, con questa ordinanza, ribadisce un principio di garanzia per i cittadini e le imprese. Per poter imporre il pagamento di un canone come il COSAP, non basta una qualificazione formale o una presunzione basata su norme con finalità diverse. L’ente pubblico ha l’onere di dimostrare in concreto la natura pubblica del bene, che si fonda sul binomio inscindibile di proprietà pubblica (o un vincolo di uso pubblico su proprietà privata) e di effettiva destinazione all’uso collettivo. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio, verificando se l’area in questione fosse, nei fatti, accessibile e utilizzata dal pubblico, a prescindere dalla sua classificazione stradale.

L’occupazione di una strada classificata come ‘comunale’ dal Codice della Strada obbliga sempre al pagamento del COSAP?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la classificazione prevista dal Codice della Strada ha finalità legate alla circolazione e non è sufficiente, da sola, a dimostrare che l’area appartenga al demanio comunale. Per richiedere il COSAP, è necessario provare anche l’effettiva destinazione all’uso pubblico.

Quali sono i presupposti per poter richiedere il pagamento del COSAP?
I presupposti sono due e devono coesistere: l’area occupata deve appartenere al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune e, inoltre, deve essere concretamente destinata all’uso pubblico, cioè all’utilizzo da parte della collettività.

Cosa deve fare il giudice se un’area è descritta in modo ambiguo come ‘area-strada’?
Il giudice deve fare una distinzione chiara. Se si tratta di un’area, deve accertarne l’inclusione nel demanio o nel patrimonio indisponibile. Se si tratta di una strada, deve verificare la sua pregressa e concreta destinazione all’uso pubblico, un elemento che non può essere presunto ma va provato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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