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Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione interviene per correggere un errore materiale contenuto in una sua precedente ordinanza. Il caso, originato da una controversia su IVA all’importazione, evidenzia come la procedura di correzione errore materiale possa essere attivata da una parte o rilevata d’ufficio dalla stessa Corte per rettificare numeri di sentenze erroneamente indicati, garantendo la precisione degli atti giudiziari.

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Correzione Errore Materiale: La Cassazione Interviene per Rettificare un’Ordinanza

L’accuratezza formale degli atti giudiziari è un pilastro della certezza del diritto. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 15373/2024, offre un chiaro esempio di come l’ordinamento gestisca le sviste attraverso l’istituto della correzione errore materiale. Questo strumento procedurale si rivela essenziale per rimediare a imprecisioni che, pur non alterando la sostanza della decisione, potrebbero generare confusione. Il caso in esame nasce da una precedente pronuncia in materia di IVA all’importazione, in cui erano stati riportati in modo errato i numeri identificativi di due sentenze dei gradi di merito.

I Fatti del Caso: Un Semplice Sbaglio di Numeri

La vicenda ha origine da un ricorso presentato dall’Amministrazione Finanziaria. L’Agenzia aveva notato che in una precedente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 25169/2023), che aveva deciso in merito a una controversia fiscale, erano stati indicati dei numeri di sentenza errati.

Nello specifico, il provvedimento menzionava:
* La sentenza della Commissione Tributaria Regionale come n. 505/02/2019, anziché il corretto n. 7528/09/2018.
* La sentenza della Commissione Tributaria Provinciale come n. 4686/03/2017, anziché il corretto n. 4684/03/2017.

Di fronte a questa evidente discrepanza, l’Amministrazione ha attivato la procedura per la correzione dell’errore materiale, notificando il relativo ricorso alla controparte, una società a responsabilità limitata, che non ha presentato difese.

La Procedura di Correzione Errore Materiale in Cassazione

Il Collegio ha accolto la richiesta, basando la propria decisione sul consolidato quadro normativo. La Corte ha ribadito che il procedimento di correzione errore materiale, disciplinato dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile, è pienamente applicabile anche ai provvedimenti della Corte di Cassazione, come previsto dall’articolo 391-bis c.p.c.

La Corte ha inoltre sottolineato come la normativa, anche a seguito delle recenti riforme (la cosiddetta riforma “Cartabia”), confermi l’efficacia di questo strumento per sanare sviste o imprecisioni che non intaccano il contenuto decisionale del provvedimento. Lo scopo è quello di garantire la coerenza e la chiarezza formale degli atti, un requisito indispensabile per la loro corretta esecuzione.

Il Potere del Giudice: Correzione Anche d’Ufficio

Un aspetto di particolare interesse evidenziato dalla Corte è che la correzione può avvenire non solo su istanza di una delle parti, ma può anche essere “rilevata d’ufficio dalla Corte”. Questo significa che i giudici, qualora si accorgano di un errore materiale, possono attivarsi autonomamente per emendarlo.

Tuttavia, anche quando l’iniziativa è della Corte, resta fermo il principio del contraddittorio. Se, come nel caso di specie, la procedura viene avviata da una parte tramite ricorso, è necessario garantire che la controparte sia informata e messa in condizione di partecipare al procedimento, nel rispetto delle disposizioni degli articoli 365 e seguenti del codice di procedura civile.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono lineari e si fondano sulla palese evidenza dell’errore. Il Collegio ha verificato la correttezza dei numeri indicati dall’Amministrazione Finanziaria e ha constatato che quelli riportati nella precedente ordinanza erano effettivamente sbagliati. Trattandosi di un errore puramente materiale, che non incideva sulla volontà espressa dai giudici nel decidere la controversia, la Corte ha ritenuto sussistenti tutti i presupposti per accogliere il ricorso. Di conseguenza, ha disposto la sostituzione dei numeri e delle date errate con quelli corretti, ordinando alla Cancelleria di annotare la correzione sul provvedimento originale.

Conclusioni: L’Importanza della Precisione negli Atti Giudiziari

L’ordinanza in commento, pur risolvendo una questione apparentemente minore, riafferma un principio fondamentale: la giustizia non è solo sostanza, ma anche forma. La precisione degli atti giudiziari è cruciale per evitare ambiguità e garantire la stabilità delle decisioni. L’istituto della correzione errore materiale si conferma come un meccanismo efficiente e indispensabile per preservare l’integrità e l’affidabilità del sistema giudiziario, permettendo di rimediare a sviste umane senza dover rimettere in discussione il merito di una pronuncia.

Cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È una svista puramente formale, come un errore di calcolo o un’errata indicazione di un nome o di un numero, che non altera la sostanza e il contenuto logico-giuridico della decisione presa dal giudice.

La Corte di Cassazione può correggere i propri errori materiali?
Sì, la Corte ha confermato che la procedura per la correzione degli errori materiali, prevista dal codice di procedura civile, si applica anche ai suoi stessi provvedimenti, come ordinanze e sentenze.

È sempre necessaria la richiesta di una parte per correggere un errore?
No, l’ordinanza chiarisce che la correzione può essere disposta non solo su istanza di parte, ma anche “d’ufficio”, cioè su iniziativa della stessa Corte, qualora si accorga della svista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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