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Compenso amministratori: serve delibera specifica?

L’Agenzia delle Entrate ha contestato la deducibilità del compenso amministratori di una S.R.L. per gli anni dal 2007 al 2010, in assenza di una specifica delibera assembleare. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8005/2024, ha accolto il ricorso dell’Agenzia, stabilendo che la semplice approvazione del bilancio non è sufficiente a ratificare il compenso. È necessaria una quantificazione nello statuto o una delibera esplicita per garantirne la deducibilità fiscale.

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Compenso Amministratori e Deducibilità: La Cassazione Fa Chiarezza

La questione della deducibilità fiscale del compenso amministratori è un tema cruciale per la gestione di qualsiasi società di capitali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 8005 del 25 marzo 2024, interviene con decisione su un punto spesso dibattuto: è sufficiente la semplice approvazione del bilancio per legittimare la deduzione del costo, o è necessaria una specifica delibera assembleare? La Suprema Corte fornisce una risposta netta, consolidando un orientamento rigoroso che impone precisi oneri formali alle società.

I Fatti del Caso: Una Verifica Fiscale e i Costi Indeducibili

Una società a responsabilità limitata si vedeva recapitare quattro avvisi di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate contestava la deduzione dei costi relativi ai compensi erogati al proprio amministratore unico negli anni d’imposta dal 2007 al 2010. Il motivo della contestazione era l’assenza di una formale delibera assembleare che approvasse tali compensi. La società si era difesa sostenendo che gli importi erano regolarmente iscritti in bilancio e che l’approvazione di quest’ultimo da parte dell’assemblea costituiva una ratifica tacita della volontà dei soci, rendendo così il costo certo e deducibile.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione all’Amministrazione Finanziaria. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello della società. Secondo la CTR, soprattutto dopo la riforma del diritto societario del 2003, per le S.r.l. non sarebbe più necessaria una delibera ad hoc, essendo sufficiente la semplice approvazione del bilancio contenente la relativa voce di costo. Questa interpretazione si basava sull’idea che l’approvazione del documento contabile implicasse la ratifica di tutte le sue componenti, incluso il compenso dell’amministratore.

Compenso Amministratori: Il Verdetto della Corte di Cassazione

Contro la sentenza della CTR, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione, lamentando la violazione di diverse norme, tra cui l’art. 2389 del codice civile e l’art. 109 del TUIR. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e affermando un principio di diritto di fondamentale importanza pratica.

Le Motivazioni: Perché l’Approvazione del Bilancio non Basta

La Corte di Cassazione ha chiarito che la disciplina sul funzionamento delle società, avendo natura imperativa, distingue nettamente tra la delibera di approvazione del bilancio e quella di determinazione del compenso degli amministratori. Si tratta di due atti distinti con finalità diverse.

Secondo gli Ermellini, per garantire la deducibilità fiscale del costo, la quantificazione del compenso deve risultare:
1. Dallo statuto della società; oppure
2. Da una esplicita delibera assembleare.

L’approvazione del bilancio, che contiene la posta relativa al compenso, non può essere considerata una delibera implicita. Questo perché l’assemblea che approva il bilancio si limita a ratificare l’operato degli amministratori e a prendere atto dei risultati economici, senza necessariamente entrare nel merito della congruità o della legittimità di ogni singola voce di costo.

La Corte ammette un’unica, specifica eccezione: la mancanza di una delibera ad hoc può essere sanata solo se l’assemblea, convocata per l’approvazione del bilancio, essendo totalitaria (cioè con la presenza di tutti i soci), abbia espressamente discusso e approvato la proposta di determinazione del compenso. In assenza di questa specifica discussione e approvazione, la semplice approvazione del bilancio resta un atto insufficiente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Società

La decisione della Cassazione ha importanti conseguenze operative per le società di capitali. Per evitare contestazioni da parte del Fisco sulla deducibilità dei compensi, gli amministratori e i soci devono assicurarsi che l’importo sia formalmente stabilito o nello statuto o attraverso una chiara e inequivocabile delibera assembleare. Affidarsi a una ratifica tacita tramite l’approvazione del bilancio è una pratica rischiosa che espone la società al recupero delle imposte non versate, oltre a sanzioni e interessi. È quindi fondamentale una corretta verbalizzazione delle decisioni assembleari, specificando non solo l’approvazione del bilancio, ma anche la determinazione e l’approvazione dei compensi destinati all’organo amministrativo.

È sufficiente l’approvazione del bilancio per rendere deducibile il compenso dell’amministratore di una S.R.L.?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la semplice approvazione del bilancio che contiene la voce di costo relativa al compenso non è sufficiente a renderlo deducibile. Si tratta di un atto distinto dalla necessaria delibera di determinazione del compenso.

Quali sono i modi corretti per determinare il compenso degli amministratori affinché sia deducibile fiscalmente?
Il compenso è deducibile se la sua quantificazione risulta o direttamente dallo statuto della società oppure da una esplicita e specifica delibera dell’assemblea dei soci.

La mancanza di una delibera specifica può essere sanata in qualche modo?
Sì, ma solo a una condizione molto restrittiva. Il difetto può essere sanato se l’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio, alla presenza di tutti i soci (assemblea totalitaria), discute e approva espressamente anche la proposta di determinazione del compenso. Una discussione e approvazione specifica deve quindi avvenire e risultare dal verbale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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