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Cessata la materia del contendere: cosa succede?

Un’amministrazione comunale ha presentato ricorso alla Corte Suprema contro un cittadino per una questione di esenzione dall’imposta municipale. Durante il procedimento, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato la ‘cessata la materia del contendere’, specificando che tale dichiarazione priva di efficacia la sentenza precedentemente impugnata, poiché l’accordo tra le parti diventa l’unica fonte che regola la controversia.

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Cessata la materia del contendere: quando l’accordo tra le parti prevale sulla sentenza

Quando una controversia legale arriva fino alla Corte di Cassazione, l’esito sembra ormai affidato esclusivamente ai giudici. Tuttavia, esiste una via d’uscita che permette alle parti di riprendere il controllo della situazione: l’accordo transattivo. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce in modo definitivo le conseguenze di tale accordo, introducendo il concetto di cessata la materia del contendere e i suoi importanti effetti sulla sentenza impugnata. Questo principio, fondamentale nel diritto processuale, dimostra come la volontà delle parti possa superare le decisioni dei tribunali.

I Fatti di Causa: una disputa sull’IMU

La vicenda nasce da una controversia fiscale tra un Comune e un cittadino riguardo al pagamento dell’IMU per l’anno 2013. Il contribuente sosteneva di aver diritto all’esenzione in quanto l’immobile costituiva la sua abitazione principale, ovvero la sua residenza anagrafica e dimora abituale.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che la Commissione Tributaria Regionale avevano dato ragione al cittadino, confermando il suo diritto all’esenzione. Insoddisfatto delle decisioni, il Comune decideva di portare la questione fino all’ultimo grado di giudizio, presentando ricorso per cassazione.

L’accordo che cambia tutto e la cessata materia del contendere

Mentre la causa era pendente davanti alla Corte di Cassazione, le parti hanno intrapreso una strada diversa, raggiungendo un accordo transattivo che risolveva non solo la controversia relativa all’annualità 2013, ma anche altre pendenze. A seguito di questo accordo, il Comune ha presentato un’istanza alla Corte chiedendo di dichiarare la cessata la materia del contendere. In sostanza, le parti comunicavano ai giudici di non avere più interesse a una decisione sulla causa, avendo già risolto amichevolmente la loro disputa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha accolto la richiesta e dichiarato la cessazione della materia del contendere. Le motivazioni si fondano su un importante principio stabilito dalle Sezioni Unite (sentenza n. 8980/2018). I giudici hanno chiarito un punto cruciale: la dichiarazione di cessazione non è una semplice archiviazione del caso, né una dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Se fosse stata dichiarata l’inammissibilità, la sentenza della Commissione Tributaria Regionale sarebbe rimasta valida ed efficace.

Invece, la pronuncia di cessazione della materia del contendere per intervenuto accordo negoziale provoca un effetto molto più radicale: la “constatazione dell’automatica perdita di efficacia della sentenza impugnata”. La Corte ha spiegato che, regolando la vicenda con un accordo, le parti hanno scelto di affidare esclusivamente a quest’ultimo la disciplina dei loro rapporti, rinunciando implicitamente a far valere gli effetti della sentenza precedente. Di conseguenza, il provvedimento impugnato perde ogni valore giuridico. L’accordo transattivo, in pratica, sostituisce integralmente la decisione del giudice. Infine, in conformità con quanto richiesto dalle parti nel loro accordo, la Corte ha disposto la compensazione integrale delle spese legali del giudizio di legittimità.

Conclusioni

Questa decisione ribadisce un principio di grande rilevanza pratica: la volontà delle parti, espressa tramite un accordo transattivo, ha la forza di neutralizzare una sentenza passata attraverso due gradi di giudizio. La dichiarazione di cessata la materia del contendere non si limita a chiudere il processo, ma cancella gli effetti della decisione impugnata, lasciando che sia l’accordo a governare la controversia. Ciò incentiva la risoluzione amichevole delle liti anche nella fase più avanzata del contenzioso, offrendo alle parti uno strumento efficace per porre fine definitivamente a una disputa secondo i propri termini, anziché attendere una decisione imposta dall’alto.

Cosa significa ‘cessata la materia del contendere’?
Significa che il processo si conclude senza una sentenza sul merito della questione, perché le parti hanno trovato un accordo o è venuto meno l’interesse a proseguire la causa. Il giudice prende atto di questa situazione e dichiara formalmente la fine del contenzioso.

Se viene dichiarata la cessazione della materia del contendere, la sentenza precedente rimane valida?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la dichiarazione di cessazione della materia del contendere a seguito di un accordo comporta la ‘automatica perdita di efficacia della sentenza impugnata’. Le parti, infatti, hanno scelto di regolare i loro rapporti tramite l’accordo, rinunciando a far valere la sentenza.

Chi paga le spese legali in caso di cessazione della materia del contendere per accordo tra le parti?
In questo caso, la Corte ha compensato integralmente le spese di giudizio tra le parti. Questo avviene perché la decisione è conforme a quanto le parti stesse avevano richiesto e previsto nel loro accordo transattivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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