LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Amministratore di fatto: notifica non valida

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9391/2024, ha stabilito che la notifica di un avviso di accertamento a un amministratore di fatto è invalida se la società possiede un legale rappresentante regolarmente nominato. Il Fisco non può scegliere un destinatario diverso da quello previsto dalla legge, rendendo nullo l’atto se notificato alla persona sbagliata, anche se questa gestisce di fatto l’impresa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Notifica all’Amministratore di Fatto: Quando è Valida? La Cassazione Fa Chiarezza

La figura dell’amministratore di fatto è una realtà diffusa nel mondo delle imprese. Si tratta di chi, senza una nomina ufficiale, gestisce la società prendendo decisioni cruciali. Ma questa gestione “di fatto” lo rende il destinatario legittimo degli atti fiscali indirizzati all’azienda? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito una risposta netta, tracciando una linea invalicabile a tutela della certezza del diritto.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata riceveva alcuni avvisi di accertamento dall’Agenzia delle Entrate per presunte irregolarità fiscali relative a due annualità. Tuttavia, l’Agenzia notificava tali atti non al legale rappresentante risultante dal registro delle imprese, bensì a due soggetti ritenuti gli amministratori di fatto della società. Questi ultimi impugnavano gli avvisi, sostenendo di non essere legittimati a riceverli, in quanto privi della rappresentanza legale della società. Dopo un primo giudizio sfavorevole, la Commissione Tributaria Regionale dava loro ragione, annullando gli atti. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, portava la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Notifica valida all’amministratore di fatto

Il nucleo del contendere era semplice ma fondamentale: un avviso di accertamento destinato a una società di capitali può essere validamente notificato a un amministratore di fatto, anziché al legale rappresentante formalmente in carica? L’Agenzia delle Entrate sosteneva di sì, basandosi sul presupposto che chi gestisce concretamente l’impresa debba anche risponderne di fronte al Fisco. I ricorrenti, invece, difendevano un principio di rigore formale: la notifica va fatta solo a chi ha il potere legale di rappresentare l’ente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la decisione dei giudici d’appello. La notifica effettuata ai presunti amministratori di fatto è stata dichiarata invalida.

Le Motivazioni

I giudici hanno basato la loro decisione su un’interpretazione rigorosa delle norme sulla notificazione degli atti alle persone giuridiche. La regola generale, stabilita dall’art. 145 del codice di procedura civile e dall’art. 60 del d.P.R. 600/1973, prevede che la notifica debba essere eseguita consegnando l’atto al rappresentante legale della società o ad altre persone specificamente indicate dalla legge.

La Corte ha chiarito che il ricorso alla figura dell’amministratore di fatto come destinatario della notifica è un’eccezione, non la regola. Tale eccezione, prevista dall’art. 62 del d.P.R. 600/1973, si applica solo e soltanto quando la rappresentanza legale della società non sia determinabile secondo le norme del codice civile. In altre parole, il Fisco può notificare all’amministratore di fatto solo se è impossibile individuare un legale rappresentante (ad esempio, perché deceduto o irreperibile e non ancora sostituito).

Nel caso specifico, la società aveva un amministratore regolarmente nominato e iscritto nel registro delle imprese. Di conseguenza, non sussisteva alcuna incertezza sulla rappresentanza legale che potesse giustificare la notifica a un soggetto diverso. La Corte ha sottolineato che la presenza di un gestore di fatto non autorizza l’amministrazione finanziaria a ignorare le figure legali preposte alla rappresentanza dell’ente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale di certezza giuridica e di rigore formale nelle procedure di notificazione degli atti tributari. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Onere di verifica per il Fisco: L’Agenzia delle Entrate ha l’onere di identificare con precisione il legale rappresentante della società contribuente prima di procedere alla notifica. Una ricerca superficiale o la scelta di un destinatario più “comodo” perché ritenuto il vero gestore può compromettere la validità dell’intero accertamento.
2. Tutela del Contribuente: La società e i suoi rappresentanti legali sono tutelati da notifiche irregolari che potrebbero non giungere mai a loro effettiva conoscenza, pregiudicando il diritto di difesa.
3. Irrilevanza della gestione di fatto: Ai fini della validità della notifica, la gestione materiale dell’impresa da parte di un amministratore di fatto è irrilevante se esiste ed è conoscibile un rappresentante legale. La sostanza, in questo contesto procedurale, non prevale sulla forma.

Un avviso di accertamento fiscale notificato all’amministratore di fatto è valido?
No, secondo l’ordinanza in esame, la notifica all’amministratore di fatto non è valida se la società ha un legale rappresentante formalmente nominato e identificabile. La notifica deve essere effettuata a quest’ultimo.

In quali casi la notifica può essere fatta a chi amministra di fatto la società?
La notifica può essere effettuata all’amministratore di fatto solo nel caso eccezionale in cui la rappresentanza legale della società non sia determinabile secondo le norme del codice civile, ad esempio perché il rappresentante legale è deceduto e non ancora sostituito.

Qual è la differenza tra amministratore di fatto e legale rappresentante ai fini della notifica?
Il legale rappresentante è la persona che ha formalmente il potere di rappresentare la società secondo lo statuto e la legge. L’amministratore di fatto gestisce l’impresa senza avere un incarico ufficiale. Ai fini della validità della notifica, la legge riconosce come destinatario corretto solo il legale rappresentante, salvo le rare eccezioni in cui questa figura sia assente o non identificabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati