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Volume sottotetto: quando va calcolato per la sanatoria

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza che revocava un ordine di demolizione. La revoca era basata su un permesso in sanatoria ritenuto illegittimo dalla Suprema Corte. L’illegittimità derivava dall’errata esclusione del volume sottotetto dal calcolo della volumetria totale dell’immobile, poiché le sue dimensioni superavano i limiti normativi per essere considerato un semplice vano tecnico non abitabile, rendendo così l’edificio non condonabile.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Volume Sottotetto e Sanatoria Edilizia: La Cassazione Chiarisce Quando si Calcola

L’ottenimento di un permesso in sanatoria non è sempre sufficiente a salvare un immobile da un ordine di demolizione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale: il giudice dell’esecuzione ha il potere e il dovere di verificare la legittimità del titolo abilitativo. Al centro della controversia vi è il corretto calcolo del volume sottotetto, un elemento che può determinare la validità o meno di un’intera procedura di condono.

Il Caso: Un Ordine di Demolizione Revocato e il Ricorso del PM

La vicenda trae origine da un ordine di demolizione emesso nel 2000 dal Tribunale di Napoli nei confronti dei proprietari di un immobile abusivo. Anni dopo, nel 2017, uno dei proprietari ottiene dal Comune una concessione in sanatoria per le opere realizzate. Di conseguenza, il Tribunale di Napoli, in qualità di giudice dell’esecuzione, revoca l’ordine di demolizione, ritenendo l’abuso sanato.

Tuttavia, il Procuratore della Repubblica impugna questa decisione, sostenendo che il permesso in sanatoria fosse palesemente illegittimo. Secondo l’accusa, il Comune aveva rilasciato il titolo senza considerare correttamente la volumetria totale dell’edificio, violando il regolamento edilizio locale.

La Questione del Volume Sottotetto: Illegittimità del Permesso

Il punto focale della disputa era il volume sottotetto. Nel progetto di sanatoria, questo spazio era stato qualificato come “sottotetto termico” e quindi “non abitabile”, escludendolo dal computo volumetrico complessivo. Questa esclusione aveva permesso all’immobile di rientrare nel limite massimo di 750 metri cubi previsto dal regolamento comunale per la sanabilità.

Il Pubblico Ministero ha però dimostrato, tramite l’analisi dei grafici e degli atti, che le caratteristiche reali del sottotetto erano ben diverse. Con un’altezza al colmo di 4,55 metri e un’altezza perimetrale variabile tra 2,40 e 2,80 metri, lo spazio superava ampiamente i limiti dimensionali stabiliti dal regolamento locale per un vano tecnico non abitabile. Includendo il volume sottotetto nel calcolo, la cubatura totale dell’edificio avrebbe superato i 1100 metri cubi, rendendo impossibile la sanatoria.

Il Potere del Giudice di Disapplicare l’Atto Amministrativo

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del PM, ribadendo un principio consolidato. L’ordine di demolizione, pur essendo una sanzione amministrativa, impone al giudice dell’esecuzione un controllo sulla legittimità degli atti amministrativi sopravvenuti, come un permesso in sanatoria.

Se il giudice rileva che il permesso è stato rilasciato in violazione di legge – come in questo caso, per palese contrasto con le norme urbanistiche e regolamentari – deve disapplicarlo e confermare l’ordine di demolizione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha chiarito che non è sufficiente qualificare un ambiente come “sottotetto” per escluderlo automaticamente dal calcolo della volumetria. È necessario verificare il rispetto dei limiti dimensionali e delle condizioni previste dalle norme regolamentari. Quando un sottotetto, per altezza e caratteristiche, assume le sembianze di un vano chiuso, utilizzabile e suscettibile di abitabilità, il suo volume deve essere computato.

Nel caso specifico, le dimensioni del sottotetto (altezza al colmo di 4,55 m e perimetrale fino a 2,80 m) erano ben al di sopra dei limiti fissati dal regolamento edilizio del Comune (altezza di colmo non inferiore a 2,70 m e perimetrale non inferiore a 1,40 m per essere considerato abitabile). Pertanto, il giudice dell’esecuzione avrebbe dovuto includere tale volume nel calcolo, constatare il superamento della soglia massima consentita e, di conseguenza, riconoscere l’illegittimità della concessione in sanatoria, mantenendo valido l’ordine di demolizione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa decisione rappresenta un monito importante per proprietari di immobili e tecnici del settore. La qualificazione di un vano come tecnico o non abitabile non può essere una mera dichiarazione formale, ma deve corrispondere a precisi requisiti dimensionali e funzionali stabiliti dalla normativa. Il giudice penale, in sede di esecuzione, ha il pieno potere di entrare nel merito della legittimità di un permesso di costruire in sanatoria e di disapplicarlo se concesso in violazione delle norme. L’unica via per evitare una demolizione è assicurarsi che la procedura di sanatoria sia pienamente conforme alla legge, senza escamotage volti a ridurre fittiziamente la volumetria complessiva dell’edificio.

Un permesso in sanatoria può sempre bloccare un ordine di demolizione?
No. Il giudice dell’esecuzione ha il potere e il dovere di esaminare la legittimità dell’atto amministrativo. Se il permesso in sanatoria è stato rilasciato in violazione delle norme urbanistiche, come in questo caso, deve essere disapplicato e l’ordine di demolizione resta efficace.

Quando il volume di un sottotetto deve essere incluso nel calcolo volumetrico totale di un immobile?
Il volume sottotetto deve essere sempre incluso nel calcolo quando le sue caratteristiche dimensionali, in particolare l’altezza al colmo e l’altezza perimetrale, superano i limiti stabiliti dai regolamenti edilizi per i vani definiti ‘non abitabili’ o ‘tecnici’. Se supera tali limiti, assume di fatto le caratteristiche di un vano utilizzabile e potenzialmente abitabile.

Quali sono i criteri per definire un sottotetto ‘abitabile’ e quindi computabile nel volume totale?
Secondo la sentenza, i criteri sono fissati dai regolamenti edilizi locali. Nel caso esaminato, un sottotetto era considerato abitabile (e quindi il suo volume andava conteggiato) se la sua altezza di colmo superava i 2,70 metri e l’altezza perimetrale superava 1,40 metri. Il mancato rispetto di questi parametri ha reso illegittima la sanatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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