Vizio di Motivazione: Quando la Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso
Recentemente, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso che evidenzia i precisi confini del suo potere di revisione delle sentenze di merito, in particolare per quanto riguarda il cosiddetto vizio di motivazione. Con l’ordinanza in esame, i giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, condannato per furto con strappo, che contestava la valutazione sulla recidiva. Questa decisione offre un’importante lezione sui requisiti necessari per un ricorso in Cassazione e sulla differenza tra un errore di logica e un semplice disaccordo con la valutazione dei fatti.
Il Caso: Da Rapina a Furto con Strappo e il Ricorso in Cassazione
La vicenda processuale ha origine da una condanna in primo grado per il reato di rapina. La Corte d’Appello, in sede di revisione, ha riqualificato il fatto nel meno grave delitto di furto con strappo, riformando parzialmente la sentenza.
Nonostante la riqualificazione più favorevole, l’imputato ha deciso di presentare ricorso in Cassazione. L’unico motivo di appello era incentrato sulla presunta violazione di legge e sull’insufficienza e contraddittorietà della motivazione in merito alla sussistenza della recidiva. Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe errato nel giustificare l’applicazione di questa aggravante.
L’Analisi della Corte: I Limiti del Sindacato sul Vizio di Motivazione
La Suprema Corte ha ritenuto il motivo di ricorso manifestamente infondato. I giudici hanno colto l’occasione per ribadire un principio cardine della procedura penale: il vizio di motivazione, censurabile ai sensi dell’art. 606, comma 1, lettera e) del codice di procedura penale, non è un qualsiasi disaccordo con la decisione del giudice, ma un difetto specifico e strutturale del ragionamento.
In particolare, il vizio rilevante è quello che emerge da un palese contrasto tra lo sviluppo argomentativo della sentenza e le massime di esperienza (cioè le regole di buon senso basate sull’esperienza comune) o con altre affermazioni contenute nel medesimo provvedimento. In altre parole, la motivazione deve essere illogica o contraddittoria al suo interno.
La Differenza tra Legittimità e Merito
La Corte ha sottolineato che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. L’indagine di legittimità ha un orizzonte circoscritto. Citando una celebre sentenza delle Sezioni Unite (la n. 47289/2003, nota come sentenza Petrella), la Corte ha ricordato che il suo compito è limitato a riscontrare l’esistenza di un apparato argomentativo logico, senza alcuna possibilità di verificare se tale motivazione corrisponda effettivamente alle prove acquisite nel processo. Tale verifica spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. Chiedere alla Cassazione di rivalutare le prove significa invadere un campo che non le compete.
Le Motivazioni della Decisione
Applicando questi principi al caso concreto, la Corte di Cassazione ha concluso che la motivazione della sentenza impugnata non presentava alcun vizio riconducibile alla nozione delineata dall’art. 606 c.p.p. Il ricorrente, pur lamentando un vizio di motivazione, stava in realtà tentando di ottenere una nuova e diversa valutazione delle circostanze fattuali che avevano portato al riconoscimento della recidiva. Tale richiesta, come spiegato, esula dalle competenze della Corte di legittimità.
La Corte d’Appello aveva fornito una giustificazione logica e coerente per la sua decisione sulla recidiva. Poiché non sono emersi difetti logici o contraddizioni palesi nel ragionamento, il ricorso è stato giudicato privo di fondamento e, di conseguenza, inammissibile.
Conclusioni: L’Inammissibilità del Ricorso e le Sue Conseguenze Pratiche
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Dal punto di vista pratico, questa decisione rende definitiva la sentenza della Corte d’Appello.
La pronuncia serve come monito: un ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità concreti e dimostrabili, come un’errata applicazione della legge o un’argomentazione palesemente illogica. Non può essere utilizzato come un pretesto per tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti, sperando in un esito più favorevole. La distinzione tra controllo di legittimità e giudizio di merito resta un pilastro fondamentale del nostro sistema processuale.
Cosa intende la Corte di Cassazione per ‘vizio di motivazione’ censurabile?
Per la Corte, è un difetto che emerge dal contrasto tra lo sviluppo argomentativo della sentenza e le massime di esperienza o altre affermazioni contenute nello stesso provvedimento. Si tratta di un errore logico o di una palese contraddizione interna al ragionamento del giudice.
La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No. Il suo compito è limitato a un controllo di legittimità. Deve verificare che la sentenza impugnata abbia una struttura argomentativa logica e coerente, ma non può controllare se tale motivazione sia conforme alle prove processuali, poiché questa è una valutazione di merito riservata ai giudici dei gradi precedenti.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte non ne esamina il merito. La sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 31050 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 31050 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 08/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 30/11/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO ECONSIDEFtATO IN DIRITTO
Rilevato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte d appello di Napoli che, riqualificando il delitto di cui all’imputazione ne grave delitto di furto con strappo, ha parzialmente riformato la pronunzi primo grado con la quale il ricorrente era stato ritenuto responsabile del re rapina;
considerato che il primo ed unico motivo di ricorso, con il qual ricorrente denunzia la violazione della legge e l’insufficienza e la contraddit della motivazione in ordine alla ritenuta sussistenza della recid manifestamente infondato poiché il vizio censurabile a norma dell’art. comma 1, lett. e) cod. proc. pen., è quello che emerge dal contrasto dello sviluppo argomentativo della sentenza con le massime di esperienza o con altre affermazioni contenute nel provvedimento;
che, invero, l’indagine di legittimità sul discorso giustificativ decisione ha un orizzonte circoscritto, dovendo il sindacato demandato alla Co di cassazione limitarsi, per espressa volontà del legislatore, a risc l’esistenza di un logico apparato argomentativo, senza possibilità di verifica rispondenza della motivazione alle acquisizioni processuali (Sez. U, n. 47289 24/09/2003, Petrella, Rv. 226074);
che la motivazione della sentenza impugnata (cfr. pag. 8) non present alcun vizio riconducibile alla nozione delineata nell’art. 606, comma 1, le e) cod. proc. pen.;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento d spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore de cassa delle ammende.
Roma, 8 luglio 2024
Il Co igliere este ore
Il Presidente