Vizio di Mente: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile
L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso in Cassazione, specialmente quando si discute di vizio di mente. La Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito. Vediamo nel dettaglio perché un ricorso basato su una presunta infermità mentale, non provata adeguatamente nei gradi precedenti, viene dichiarato inammissibile.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. La difesa aveva sollevato, per la prima volta nel secondo grado di giudizio, la questione della non imputabilità del proprio assistito, sostenendo la presenza di un vizio parziale di mente. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto tale argomentazione. Secondo i giudici di merito, in assenza di qualsiasi documentazione medica a supporto della tesi difensiva, la valutazione doveva basarsi su altri elementi. Nello specifico, la Corte aveva analizzato le modalità della condotta dell’imputato e le circostanze fattuali, concludendo che queste fossero sufficienti a dimostrare la sua piena capacità di intendere e di volere al momento del fatto.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla constatazione che i motivi presentati dalla difesa non erano consentiti in sede di legittimità. L’imputato, infatti, non contestava un errore di diritto o un vizio logico della motivazione, ma tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, cosa preclusa alla Suprema Corte. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione e il Vizio di Mente
Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nella netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. La valutazione sull’esistenza di un vizio di mente è un accertamento di fatto, di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha il compito di verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, coerente e non contraddittoria, ma non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.
Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione giuridicamente corretta e logicamente argomentata per escludere il vizio mentale. Avendo constatato la totale assenza di prove documentali (come perizie o certificati medici), ha basato il suo convincimento su elementi fattuali concreti: il comportamento tenuto dall’imputato e il contesto in cui si erano svolti i fatti. Questo tipo di ragionamento, secondo la Cassazione, è immune da censure in sede di legittimità, in quanto rappresenta una ponderata valutazione del materiale probatorio disponibile. Le doglianze del ricorrente si risolvevano, quindi, in una richiesta di rilettura delle prove, inammissibile davanti alla Suprema Corte.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
L’ordinanza riafferma un principio cruciale del nostro sistema processuale: non ci si può appellare alla Cassazione sperando di rimettere in discussione i fatti. La questione del vizio di mente, per essere validamente portata all’attenzione del giudice, deve essere supportata da elementi concreti, preferibilmente di natura medico-legale, già nei primi gradi di giudizio. Quando una Corte di merito esclude l’infermità sulla base di una motivazione logica e coerente, fondata sull’analisi della condotta dell’imputato, tale valutazione diventa difficilmente attaccabile in Cassazione. Questa decisione serve da monito: il ricorso per legittimità deve concentrarsi su questioni di diritto e vizi procedurali evidenti, non su un dissenso rispetto all’interpretazione dei fatti data dai giudici precedenti.
La Corte di Cassazione può riesaminare la valutazione sul vizio di mente fatta dalla Corte d’Appello?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare nel merito la valutazione sul vizio di mente. Il suo ruolo è limitato a controllare che la decisione della Corte d’Appello sia legalmente corretta e che la sua motivazione sia logica e non contraddittoria. La valutazione dei fatti è di competenza esclusiva dei giudici di merito (primo e secondo grado).
Cosa succede se la richiesta di riconoscimento del vizio di mente non è supportata da documentazione medica?
In assenza di documentazione medica, il giudice può basare la sua valutazione su altri elementi, come le specifiche modalità della condotta dell’imputato e le circostanze di fatto. Se da questi elementi emerge la capacità di intendere e di volere, la richiesta può essere respinta, come avvenuto nel caso di specie.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati non erano consentiti dalla legge in sede di legittimità. L’imputato non ha sollevato un errore di diritto, ma ha criticato la valutazione dei fatti operata dal giudice di merito, chiedendo di fatto un nuovo giudizio sulla sua capacità mentale, attività preclusa alla Corte di Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3211 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3211 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 29/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a AVELLINO il 18/07/1989
avverso la sentenza del 05/04/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
n. 145 COGNOME
NRG 27231/2024
OSSERVA
Letta anche la memoria difensiva depositata a sostegno dell’ammissibilità del ricorso;
Ritenuto che i motivi dedotti nel ricorso non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, perché costituiti da doglianze su profili che risultano adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito;
Considerato, infatti, che la Corte di appello ha escluso la mancanza di imputabilità o comunque il vizio parziale di mente, dedotto per la prima volta con l’appello, sulla base di un accertamento in fatto che non risulta sindacabile in questa sede, in quanto privo di vizi logico-giuridici (in difetto di documentazione medica, la Corte ha tratto motivi di convincimento dalle specifiche e significative modalità della condotta tenuta dall’imputato poste in relazione a peculiari circostanze di fatto, che rendevano recessivi gli argomenti allegati dal ricorrente, cfr. pag. 5);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 29/11/2024.