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Violenza contro steward: la qualifica di pubblico ufficiale

Un tifoso condannato per violenza contro steward ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che lo steward non fosse un pubblico ufficiale. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che lo steward, autorizzato dal Questore e incaricato dei controlli di accesso, svolge funzioni pubbliche. La violenza nei suoi confronti costituisce quindi reato, e la condanna è stata confermata, negando anche le attenuanti generiche a causa dei precedenti dell’imputato.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violenza contro steward: la Cassazione conferma la qualifica di pubblico ufficiale

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale per la sicurezza negli stadi: la violenza contro steward durante l’esercizio delle loro funzioni costituisce un reato contro un pubblico ufficiale. Questa ordinanza chiarisce la natura giuridica del personale addetto ai controlli, confermando la validità delle condanne anche quando la difesa mette in dubbio la legittimità formale del loro incarico. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le importanti conclusioni della Corte.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dal ricorso di un tifoso condannato per aver usato violenza nei confronti di uno steward preposto al controllo dei titoli di accesso e dei documenti di identità all’ingresso di uno stadio. L’imputato aveva spintonato lo steward per costringerlo a omettere i controlli, un gesto che ha dato origine a un procedimento penale per il reato previsto dall’art. 336 del codice penale (Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale), in relazione alla normativa speciale sulla sicurezza nelle manifestazioni sportive.

La condanna, già confermata in appello, è stata impugnata davanti alla Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la questione della violenza contro steward

L’imputato ha basato il suo ricorso su due argomenti principali:

1. Mancanza della qualifica di pubblico ufficiale: La difesa sosteneva che non fosse stata fornita in giudizio la prova che lo steward possedesse tutti i requisiti morali e formali richiesti dalla legge per essere considerato un pubblico ufficiale. Secondo questa tesi, in assenza di tale prova, verrebbe meno il presupposto stesso del reato contestato.
2. Eccessività della pena: Il ricorrente lamentava un trattamento sanzionatorio troppo severo e il diniego delle circostanze attenuanti generiche, ritenendo la motivazione della corte d’appello insufficiente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le argomentazioni della difesa con motivazioni chiare e nette.

Sul primo punto, la Corte ha sottolineato la mancanza di specificità del motivo di ricorso. Ha chiarito che la verifica dei requisiti di uno steward è un compito demandato al Questore, il quale autorizza l’impiego di tale personale solo dopo aver accertato il possesso delle qualità necessarie e la partecipazione a specifici corsi di formazione. Nel caso specifico, lo steward era chiaramente identificabile (indossava una pettorina), aveva seguito il corso di formazione e stava svolgendo le funzioni di controllo per cui era stato incaricato. La violenza subita era finalizzata proprio a impedirgli di svolgere questo compito pubblico. Pertanto, la sua qualifica di pubblico ufficiale, nell’esercizio di quelle funzioni, non poteva essere messa in discussione.

Sul secondo punto, relativo alla sanzione, i giudici hanno ritenuto la decisione della corte d’appello logica e ben motivata. La pena, leggermente superiore al minimo, era stata giustificata dalla gravità dei fatti (considerando il contesto e il numero di tifosi coinvolti) e dalla personalità dell’imputato, già gravato da precedenti penali specifici. Questi elementi, secondo la Corte, giustificavano pienamente sia l’entità della pena sia il diniego delle attenuanti generiche.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione ribadisce un principio di grande importanza pratica: lo steward, quando opera nei servizi di controllo all’interno delle manifestazioni sportive, agisce come un pubblico ufficiale. Di conseguenza, qualsiasi atto di violenza o minaccia nei suoi confronti integra un grave reato. La sentenza chiarisce che la legittimità del suo ruolo deriva dall’autorizzazione del Questore e dallo svolgimento effettivo delle funzioni di controllo, rendendo irrilevanti le contestazioni formali sollevate dalla difesa. Per i tifosi, questo significa che il rispetto per gli steward non è solo una questione di civiltà, ma un preciso obbligo di legge, la cui violazione comporta serie conseguenze penali.

Uno steward allo stadio è considerato un pubblico ufficiale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, lo steward che svolge funzioni di controllo dei titoli di accesso e dei documenti, su incarico e previa autorizzazione del Questore, riveste la qualifica di pubblico ufficiale durante l’esercizio di tali mansioni.

Cosa succede se si usa violenza contro uno steward durante i controlli?
Si commette il reato di violenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 336 del codice penale. Come nel caso di specie, tale condotta porta a una condanna penale, con conseguente pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Avere precedenti penali può impedire la concessione delle attenuanti generiche?
Sì. La Corte ha confermato che la presenza di precedenti penali, soprattutto se specifici, è un elemento che il giudice può legittimamente valutare, insieme alla gravità del fatto, per negare la concessione delle circostanze attenuanti generiche e giustificare una pena superiore al minimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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