LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Violazione sorveglianza speciale: condanna confermata

La Cassazione ha confermato la condanna di un soggetto per la violazione sorveglianza speciale, consistente nel non aver rispettato l’obbligo di rincasare entro le 21:00. L’ordinanza chiarisce che le prescrizioni accessorie integrano il reato e che la recidiva specifica impedisce l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione Sorveglianza Speciale: Condanna Confermata dalla Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce principi fondamentali in materia di misure di prevenzione, chiarendo la natura del reato di violazione sorveglianza speciale e i limiti all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La pronuncia sottolinea come anche la trasgressione di prescrizioni accessorie, come l’obbligo di rincasare entro un certo orario, integri pienamente il reato, e come la presenza di precedenti specifici ostacoli a un giudizio di lieve entità.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un soggetto sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, condannato in primo grado e in appello per il reato previsto dall’art. 75 del D.Lgs. 159/2011. La condotta contestata consisteva nell’aver violato la prescrizione che gli imponeva l’obbligo di non rincasare dopo le ore 21:00. Durante un controllo delle forze dell’ordine, infatti, l’imputato non era stato trovato presso la sua abitazione.

Il condannato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando violazione di legge e vizio di motivazione, e contestando, tra le altre cose, l’elemento soggettivo del reato e la mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto).

La Violazione Sorveglianza Speciale e la Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando la decisione della Corte d’Appello di Caltanissetta. L’ordinanza si fonda su consolidati principi giurisprudenziali e offre importanti chiarimenti sulla portata della norma incriminatrice.

Efficacia Integrativa delle Prescrizioni Accessorie

Il punto centrale della decisione riguarda la natura delle cosiddette ‘prescrizioni accessorie’. La Corte ribadisce che obblighi come quello di rincasare entro un determinato orario, pur essendo ‘accessori’ alla misura principale, hanno una ‘efficacia integrativa del precetto’. Ciò significa che la loro violazione non è una semplice infrazione amministrativa, ma integra pienamente il reato di cui all’art. 75. Queste prescrizioni sono funzionali ad adattare le esigenze di difesa sociale al caso concreto e la loro trasgressione consapevole è sufficiente per configurare il reato.

L’Elemento Soggettivo Richiesto: il Dolo Generico

Un altro aspetto affrontato è l’elemento soggettivo del reato. La Cassazione chiarisce che per la violazione sorveglianza speciale è sufficiente il dolo generico. Questo consiste nella coscienza e volontà di trasgredire la prescrizione imposta, senza che sia necessario dimostrare un fine ulteriore. L’unica scusante possibile sarebbe un’ipotesi di ‘ignoranza inevitabile’ della prescrizione, non ravvisabile nel caso di specie. I richiami del ricorrente al dolo specifico richiesto per il diverso reato di evasione sono stati, quindi, ritenuti inconferenti.

L’Inapplicabilità della Particolare Tenuità del Fatto

Infine, la Corte ha respinto la censura relativa alla mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p. La Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato la gravità della condotta alla luce del profilo soggettivo del ricorrente. Quest’ultimo, infatti, aveva riportato un’altra condanna per il medesimo tipo di reato, commesso appena nove giorni dopo quello in esame, oltre a una condanna irrevocabile per evasione. Tale ‘recidiva’ specifica dimostra una tendenza a violare le prescrizioni, escludendo che il fatto possa essere considerato di ‘non lieve entità’ e che il comportamento sia stato occasionale.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema si basano su una logica di coerenza e rigore nell’applicazione delle misure di prevenzione. I giudici hanno sottolineato che l’apparato sanzionatorio previsto dal D.Lgs. 159/2011 mira a garantire l’effettività delle misure, la cui funzione è contenere la pericolosità sociale del soggetto. Permettere che le prescrizioni, anche quelle apparentemente minori come un coprifuoco, vengano violate impunemente ne svuoterebbe il significato. La Corte ha ritenuto che la violazione consapevole di un obbligo imposto dall’autorità giudiziaria è, di per sé, un fatto che dimostra la persistenza della pericolosità che la misura intende neutralizzare. Inoltre, la valutazione sulla tenuità del fatto non può prescindere dal comportamento complessivo dell’autore. La reiterazione di condotte identiche o simili in un breve arco temporale è un indice inequivocabile di non occasionalità e di una certa gravità della condotta, incompatibile con il beneficio previsto dall’art. 131-bis c.p.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso in tema di violazione sorveglianza speciale. Le conclusioni che se ne possono trarre sono chiare: ogni prescrizione imposta nell’ambito di una misura di prevenzione ha piena valenza precettiva e la sua trasgressione integra reato. L’elemento psicologico richiesto è il semplice dolo generico, facilmente dimostrabile dalla volontaria inosservanza dell’obbligo. Infine, l’accesso alla causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è precluso a chi dimostri, con la propria condotta pregressa e successiva, una propensione a delinquere e a ignorare le disposizioni dell’autorità giudiziaria.

La violazione di una prescrizione accessoria, come l’obbligo di rincasare, integra il reato previsto per la violazione sorveglianza speciale?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che le prescrizioni accessorie (come l’obbligo di non rincasare dopo le 21:00) hanno efficacia integrativa del precetto penale e la loro violazione, consapevole e apprezzabile, integra pienamente il reato di cui all’art. 75 del D.Lgs. 159/2011.

Quale tipo di dolo è richiesto per il reato di violazione degli obblighi della sorveglianza speciale?
Per questo reato è sufficiente il dolo generico, che consiste nella coscienza e volontà di trasgredire la prescrizione imposta. L’esclusione della colpevolezza è possibile solo in caso di ignoranza inevitabile della prescrizione stessa.

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) può essere applicata se l’imputato ha altre condanne per reati simili?
No. In questo caso, la Corte ha ritenuto corretta la decisione di non applicare l’art. 131-bis c.p. perché l’imputato aveva riportato un’altra condanna per lo stesso reato (commesso nove giorni dopo) e un’ulteriore condanna per evasione. Questa ripetitività della condotta esclude la ‘non lieve entità’ del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati