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Violazione sorveglianza speciale: Cassazione rigetta

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un individuo per la ripetuta violazione sorveglianza speciale. L’imputato era stato trovato fuori casa in orario notturno in tre occasioni. La Corte ha rigettato il ricorso, specificando che il principio del ‘ne bis in idem’ non si applica a fatti commessi in date diverse. Inoltre, ha stabilito che la reiterazione della condotta e i gravi precedenti penali impediscono sia il riconoscimento della particolare tenuità del fatto sia la concessione delle attenuanti generiche.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione Sorveglianza Speciale: Quando la Reiterazione Esclude Sconti di Pena

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12194 del 2024, affronta un caso di violazione sorveglianza speciale, offrendo importanti chiarimenti sui limiti di applicazione di istituti come la non punibilità per particolare tenuità del fatto e il principio del ne bis in idem. La pronuncia conferma la condanna di un soggetto per essersi allontanato ripetutamente dalla propria abitazione durante le ore notturne, in violazione degli obblighi imposti dalla misura di prevenzione.

I Fatti del Caso

Un individuo, già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, veniva condannato in primo e secondo grado per aver violato la prescrizione di permanere nella propria abitazione dalle 20:00 alle 7:00. In particolare, i controlli delle forze dell’ordine avevano accertato la sua assenza in tre diverse occasioni nell’agosto del 2017. L’imputato decideva quindi di ricorrere per Cassazione, affidandosi a cinque distinti motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e la violazione sorveglianza speciale

La difesa dell’imputato ha sollevato diverse questioni giuridiche per contestare la condanna:

1. Erronea applicazione della legge e violazione del ne bis in idem: Si sosteneva che l’imputato fosse già stato giudicato per i medesimi fatti in un altro procedimento.
2. Travisamento della prova: Si contestava la valutazione dei giudici di merito riguardo al funzionamento del citofono dell’abitazione, che secondo la difesa non funzionava, giustificando la mancata risposta ai controlli.
3. Mancata valutazione di una precedente sentenza: Si lamentava che i giudici non avessero considerato una precedente sentenza di assoluzione.
4. Mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
5. Mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, data la presunta assenza di una motivazione valida per il diniego.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, rigettando tutte le argomentazioni difensive con un ragionamento chiaro e lineare.

Il Principio del Ne Bis in Idem e la Distinzione dei Fatti

La Corte ha smontato la tesi del ne bis in idem evidenziando un punto cruciale: il precedente giudicato citato dalla difesa si riferiva a una violazione commessa in una data completamente diversa (aprile 2018) rispetto a quelle oggetto del presente processo (agosto 2017). Per la giurisprudenza costante, l’identità del fatto, necessaria per far scattare la preclusione di un nuovo giudizio, richiede la medesima condotta nelle stesse condizioni di tempo, luogo e persone. Una violazione sorveglianza speciale commessa in un altro giorno costituisce un reato autonomo e distinto.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto per Reiterazione

Uno dei punti più significativi della sentenza riguarda il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. I giudici hanno sottolineato che la reiterazione della condotta — tre violazioni nell’arco di sole due settimane — rappresenta una modalità oggettiva che osta alla qualificazione del fatto come ‘tenue’. Questo comportamento, unito a precedenti specifici, dimostra un disvalore non trascurabile e un concreto bisogno di pena, rendendo inapplicabile l’art. 131-bis c.p.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche e il Peso dei Precedenti Penali

Anche il motivo relativo alle attenuanti generiche è stato respinto. La Corte ha ritenuto la motivazione dei giudici di merito pienamente legittima. L’imputato era gravato da numerosi e gravi precedenti penali, tra cui omicidio e rapina, oltre a condanne specifiche per la violazione delle misure di prevenzione. In un quadro del genere, la reiterazione del reato costituisce un ulteriore elemento negativo che giustifica ampiamente il diniego delle attenuanti, in assenza di qualsiasi elemento positivo da valorizzare.

Inammissibilità delle Censure sul Fatto

Infine, la Corte ha ribadito un principio fondamentale del giudizio di legittimità: le questioni relative alla valutazione delle prove, come il funzionamento o meno del citofono, costituiscono un accertamento di fatto riservato ai giudici di merito e non possono essere riesaminate in Cassazione, se la motivazione della sentenza impugnata è logica e non contraddittoria.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza diversi principi cardine del diritto penale e processuale. In primo luogo, chiarisce che ogni singola violazione sorveglianza speciale costituisce un reato a sé stante, impedendo l’applicazione del ne bis in idem se le condotte avvengono in momenti diversi. In secondo luogo, stabilisce che la ripetizione ravvicinata di tali violazioni è un fattore decisivo per escludere la particolare tenuità del fatto. Infine, conferma che un curriculum criminale significativo rappresenta un ostacolo quasi insormontabile per la concessione delle circostanze attenuanti generiche, soprattutto quando la nuova condotta è coerente con il passato delinquenziale del soggetto.

Quando si applica il principio del ne bis in idem (non due volte per la stessa cosa)?
Secondo la sentenza, il principio si applica solo quando vi è una perfetta identità del fatto, che include le medesime condizioni di tempo, luogo e persone. Una violazione degli obblighi commessa in una data diversa costituisce un fatto nuovo e distinto, per il quale è possibile un nuovo processo.

La violazione ripetuta degli obblighi di sorveglianza speciale può essere considerata di ‘particolare tenuità’?
No. La Corte ha stabilito che la reiterazione della condotta (in questo caso, tre volte in due settimane) e la presenza di precedenti specifici indicano una gravità e un’offesa non trascurabili, impedendo di qualificare il fatto come di ‘particolare tenuità’ ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Un passato criminale negativo impedisce di ottenere le circostanze attenuanti generiche?
Sì. La Corte ha confermato che la decisione di negare le attenuanti generiche era corretta, basandosi sui numerosi e gravi precedenti penali dell’imputato (tra cui omicidio e rapina). Questi elementi sono stati ritenuti decisivi e sufficienti a giustificare il mancato riconoscimento di qualsiasi sconto di pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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