LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Violazione sorveglianza speciale: basta il dolo generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per la violazione della sorveglianza speciale. Un ritardo di soli cinque minuti nel rientro a casa è stato considerato sufficiente per configurare il reato, poiché la legge richiede unicamente il dolo generico, ossia la consapevolezza e la volontà di trasgredire la prescrizione, a prescindere dalle specifiche finalità dell’agente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione Sorveglianza Speciale: Anche 5 Minuti di Ritardo Costano Caro

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di misure di prevenzione, confermando che la violazione sorveglianza speciale si configura anche con un ritardo minimo nel rispettare le prescrizioni. Questo caso dimostra come la giustificazione dell’assenza di un’intenzione specifica di violare la legge non sia sufficiente a escludere la responsabilità penale, essendo richiesto soltanto il dolo generico.

I Fatti del Caso

Un soggetto, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, era stato condannato dalla Corte d’Appello per non aver rispettato l’obbligo di rincasare entro le ore 20:00. Il ritardo contestato era di circa cinque minuti. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo l’assenza di intenzionalità nella sua condotta, un argomento volto a escludere l’elemento soggettivo del reato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicandolo manifestamente infondato. Secondo gli Ermellini, la decisione della Corte d’Appello era corretta nel ritenere che un ritardo di pochi minuti, seppur minimo, fosse sufficiente a integrare il reato contestato. La Corte ha sottolineato che tale ritardo era comunque il risultato di una scelta volontaria del ricorrente, che aveva “dilatato” i tempi della sua uscita, assumendosi il rischio di non rientrare puntualmente.

Le Motivazioni: Il Dolo Generico è Sufficiente per la violazione sorveglianza speciale

Il fulcro della decisione risiede nella natura dell’elemento soggettivo richiesto per il reato di violazione sorveglianza speciale, previsto dall’art. 75 del D.Lgs. 159/2011. La Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato: per questo tipo di delitto è sufficiente il dolo generico.

Questo significa che non è necessario dimostrare un fine particolare o una volontà specifica di commettere il reato. È sufficiente che il soggetto:
1. Sia consapevole degli obblighi a cui è sottoposto in qualità di sorvegliato speciale.
2. Ponga in essere volontariamente una condotta contraria a tali obblighi.

Le finalità che hanno ispirato la condotta del sorvegliato sono, a tal fine, del tutto irrilevanti. La Corte ha evidenziato come la scelta consapevole di “calibrare i tempi” in modo tale da rischiare il ritardo costituisce di per sé quella cosciente volontà di violare le prescrizioni che integra il dolo generico. Di conseguenza, il motivo del ricorso, basato sull’assenza di intenzionalità, è stato respinto in quanto non si confrontava con questo principio giuridico consolidato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma la rigidità con cui vengono interpretate le prescrizioni imposte con le misure di prevenzione. Per i soggetti sottoposti a sorveglianza speciale, non esistono margini di tolleranza: anche una minima negligenza o un errore di calcolo nel rispettare gli orari può portare a una condanna penale. La decisione serve da monito: la semplice consapevolezza degli obblighi impone un dovere di diligenza massima, e qualsiasi deviazione volontaria, anche se di lieve entità, è penalmente rilevante. Il ricorso inammissibile ha comportato, inoltre, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

Per configurare il reato di violazione della sorveglianza speciale è richiesto un fine specifico?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che per questo reato è sufficiente il dolo generico, ovvero la consapevolezza dell’obbligo e la volontà di violarlo, a prescindere dalle finalità della condotta.

Un ritardo di pochi minuti nel rientrare a casa può costituire reato per un sorvegliato speciale?
Sì. Secondo l’ordinanza, anche un ritardo di circa cinque minuti è sufficiente per integrare la violazione, se addebitabile a una scelta volontaria del soggetto, come quella di calibrare con troppa approssimazione i tempi di rientro.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in un caso simile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, in assenza di elementi che escludano la colpa, al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati