Violazione Sigilli: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile
Il reato di violazione sigilli rappresenta una seria offesa all’autorità dello Stato e le conseguenze possono essere severe. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti del ricorso presentato contro una condanna per tale reato, ribadendo la netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. Analizziamo insieme la vicenda.
I Fatti del Caso
Il gestore di un’autocarrozzeria veniva condannato per il reato previsto dall’art. 349, comma 2, del codice penale. L’intera area della sua attività era stata sottoposta a sequestro amministrativo e, successivamente, parzialmente dissequestrata. Tuttavia, un forno per la verniciatura era rimasto sotto sequestro giudiziario.
Nonostante il divieto, l’uomo veniva sorpreso dalle forze dell’ordine mentre effettuava lavori di riparazione su alcuni veicoli, utilizzando proprio il forno sigillato. La Corte d’Appello, pur riformando parzialmente la pena, confermava la sua responsabilità, condannandolo a un anno e tre mesi di reclusione. Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione.
La Violazione Sigilli e i Motivi del Ricorso
Il ricorrente basava la sua difesa su un unico motivo: un presunto vizio di motivazione e travisamento della prova. Sosteneva, in sintesi, che la Corte d’Appello avesse errato nel ricostruire i fatti, affermando che il forno non fosse ancora formalmente sotto la sua custodia al momento del controllo. Con questa argomentazione, egli non contestava un’errata applicazione della legge, ma chiedeva di fatto alla Suprema Corte di riesaminare le prove e fornire una diversa interpretazione dei fatti.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non un giudice di merito di terzo grado.
Le Motivazioni
I giudici hanno chiarito che le censure sollevate dal ricorrente non rientravano tra quelle ammesse in sede di legittimità. Valutare le prove, ricostruire la dinamica dei fatti e interpretare le testimonianze sono compiti esclusivi del Tribunale e della Corte d’Appello. Il ruolo della Cassazione è verificare che la sentenza impugnata sia immune da vizi logici e giuridici, ovvero che la motivazione sia congrua, completa e non contraddittoria.
Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva ampiamente motivato la sua decisione, evidenziando come l’imputato fosse stato colto in flagrante mentre utilizzava il bene sequestrato. Le argomentazioni del ricorrente, invece, si traducevano in una richiesta di nuova valutazione del materiale probatorio, un’attività preclusa alla Suprema Corte. Poiché la motivazione della sentenza d’appello era logica e coerente, non sussisteva alcun vizio che potesse essere fatto valere in Cassazione. Di conseguenza, stante l’inammissibilità del ricorso, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.
Le Conclusioni
Questa pronuncia ribadisce un concetto fondamentale: chi intende presentare un ricorso per Cassazione deve concentrarsi esclusivamente su questioni di diritto (es. errata interpretazione di una norma) o su vizi logici manifesti della motivazione. Tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche ulteriori spese e sanzioni. La distinzione tra merito e legittimità è un pilastro del sistema giudiziario che garantisce certezza e funzionalità al processo.
Posso chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo penale?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o ricostruire i fatti. Il suo compito è solo quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito della valutazione delle prove, che spetta ai giudici di primo e secondo grado.
Cosa succede se si utilizza un bene sottoposto a sequestro?
Utilizzare un bene sottoposto a sequestro, violando i sigilli apposti dall’autorità, costituisce il reato di violazione di sigilli, punito dal codice penale. Come nel caso analizzato, ciò può portare a una condanna alla reclusione.
Quali sono le conseguenze se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, il cui importo è stabilito dal giudice.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 38583 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 38583 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 19/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
VISTO NOME NOME a SAN GIUSEPPE VESUVIANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 19/09/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
NOME COGNOME ricorre per cassazione avverso la sentenza in epigrafe indicata, con la quale la Corte d’appello, in parziale riforma della sentenza del Tribunale, ha ridetermiNOME la pena anni uno e mesi tre di reclusione, per aver, in qualità di custode, violato i sigilli, ai sensi 349 comma 2 1 cod. pen. e 279 d.l. 152/06, apposti dall’autorità sui locali e sull’impianto autocarrozzeria da lui gestita, che era stata sottoposta a sequestro ministrativq per l’intera area, ma successivamente dissequestrata, ad eccezione del forno.
Il ricorrente deduce con un unico motivo di ricorso vizio della motivazione, travisamento della prova e violazione di legge, in relazione all’affermazione della responsabilità, non essend ancora il forno dell’autocarrozzeria da lui gestita, in funzione al momento dei controlli.
La doglianza non rientra nel numerus clausus delle censure deducibili in sede di legittimità, investendo profili di valutazione della prova e di ricostruzione del fatto riservati alla cogni del giudice di merito, le cui determinazioni, al riguardo, sono insindacabili in cassazione ove sia sorrette da motivazione congrua, esauriente e idonea a dar conto dell’iter logico-giuridico seguit dal giudicante e delle ragioni del decisum. Nel caso di specie, il giudice a quo ha rilevato ch COGNOME è stato sorpreso dai militari mentre effettuava lavori di riparazione su alcuni vei utilizzando anche il forno ancora sottoposto a sequestro giudiziario.
Stante l’inammissibilità del ricorso, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., non ravvisando assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte Cost. Sent. n. 186 del 13/06/2000), alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, ritenuta equa, di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 19/09/2025
Il consigliere estensore
28 GLYPH 2025