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Violazione ordine questore: il ricorso è inammissibile

Un soggetto condannato per la violazione di un ordine del Questore che gli proibiva l’accesso a una determinata area ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la legittimità del provvedimento e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la legittimità dell’ordine andava contestata in altra sede e che il diniego delle attenuanti era motivato dalla condotta ostinata dell’imputato. Il caso chiarisce i limiti dell’impugnazione per la violazione ordine questore.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione Ordine Questore: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La recente ordinanza della Corte di Cassazione analizza un caso di violazione ordine questore, fornendo chiarimenti cruciali sui limiti dell’impugnazione in sede penale e sui criteri per la concessione delle circostanze attenuanti generiche. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino condannato per non aver rispettato un divieto di accesso a determinate aree, stabilendo principi procedurali di grande rilevanza pratica.

I Fatti del Caso: L’Ordine di Allontanamento Ignorato

Il caso ha origine da un provvedimento emesso dal Questore di Caserta, con cui si ordinava a un individuo di non accedere alle aree di parcheggio in prossimità di una clinica locale. Nonostante il divieto, l’uomo veniva sorpreso nell’area interdetta dai Carabinieri, contravvenendo così all’ordine ricevuto. Per tale condotta, veniva condannato per il reato previsto dall’art. 10, comma 2, del d.lgs. 48/2017. La sua condanna veniva confermata anche dalla Corte d’Appello di Napoli.

I Motivi del Ricorso: Legittimità dell’Atto e Attenuanti Generiche

L’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali:
1. L’illegittimità del provvedimento del Questore: Secondo la difesa, l’atto non specificava adeguatamente le condotte antisociali che avrebbero messo a rischio la sicurezza dell’area, rendendolo illegittimo.
2. Il vizio di motivazione sul diniego delle attenuanti generiche: Il ricorrente lamentava che i giudici di merito non avessero adeguatamente motivato la decisione di non concedergli le circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Cassazione e la Violazione Ordine Questore

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambe le argomentazioni, dichiarando il ricorso inammissibile. Le motivazioni della Corte offrono spunti importanti sulla corretta procedura da seguire in questi casi.

Sull’Illegittimità del Provvedimento del Questore

La Corte ha stabilito un principio fondamentale: la legittimità del provvedimento amministrativo del Questore non può essere contestata per la prima volta durante il processo penale per la sua violazione. Il ricorrente avrebbe dovuto impugnare l’ordinanza di convalida del provvedimento nelle sedi e nei tempi previsti, ovvero con un apposito ricorso per cassazione contro quell’atto. Tentare di farlo durante il processo penale equivale a chiedere alla Corte una nuova valutazione dei fatti, compito che non le spetta in sede di legittimità. Inoltre, la Corte d’Appello aveva già fornito una motivazione congrua, evidenziando che l’imputato era destinatario di molteplici provvedimenti di allontanamento, tutti disattesi.

Sul Diniego delle Circostanze Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Cassazione ha ricordato che, a seguito della riforma del 2008, per la concessione delle attenuanti generiche non è più sufficiente la sola incensuratezza. Il giudice può legittimamente negarle basando la sua decisione sull’assenza di elementi positivi. Nel caso specifico, la motivazione del giudice di merito è stata ritenuta adeguata, poiché basata sulla constatazione che l’imputato si era “ostinatamente posto nella condizione di commettere il reato”, dimostrando una perseveranza nella condotta illecita che escludeva qualsiasi valutazione positiva.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri giuridici. Primo, la netta separazione tra il procedimento di impugnazione di un atto amministrativo (l’ordine del Questore) e il processo penale per la sua violazione. Confondere i due piani procedurali rende l’eccezione inammissibile. Secondo, la discrezionalità del giudice di merito nel valutare le circostanze attenuanti generiche è ampia, e una motivazione che evidenzia l’assenza di elementi positivi o la presenza di elementi negativi, come la caparbietà nel commettere il reato, è pienamente legittima e non censurabile in Cassazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione pratica: chiunque ritenga illegittimo un provvedimento di allontanamento deve impugnarlo tempestivamente attraverso i canali legali appropriati. Non è possibile attendere di essere processati per la sua violazione per poi contestarne la validità. La decisione conferma inoltre l’orientamento rigoroso della giurisprudenza in materia di attenuanti generiche, che non vengono concesse automaticamente ma richiedono la presenza di specifici elementi positivi a favore dell’imputato.

È possibile contestare la legittimità di un ordine del Questore durante il processo penale per la sua violazione?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’ordinanza di convalida del provvedimento del Questore deve essere impugnata separatamente con un ricorso per cassazione. Non si può sollevare la questione di illegittimità per la prima volta durante il processo per la violazione dell’ordine stesso.

Per quale motivo la Corte ha confermato il diniego delle circostanze attenuanti generiche?
La Corte ha ritenuto legittima la decisione del giudice di merito, il quale ha negato le attenuanti perché non sono emersi elementi positivi di valutazione. Anzi, è stato evidenziato un elemento negativo, ovvero il fatto che l’imputato si è “ostinatamente posto nella condizione di commettere il reato”.

Cosa significa che il ricorso è “inammissibile”?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito. In questo caso, è stato ritenuto inammissibile perché le censure proposte tendevano a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, e perché la motivazione della corte d’appello era congrua e non illogica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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