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Violazione obblighi custode: reato e dolo generico

Un soggetto, nominato custode del proprio veicolo pignorato, non lo consegnava entro i termini stabiliti, continuando a utilizzarlo. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23336/2024, ha dichiarato inammissibile il suo ricorso, confermando la condanna per il reato di violazione obblighi custode. La Corte ha ribadito che il delitto si perfeziona alla scadenza del termine per la consegna e che per la sua integrazione è sufficiente il dolo generico, ovvero la semplice consapevolezza di eludere un provvedimento giudiziario.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione degli Obblighi del Custode: Quando la Mancata Consegna Diventa Reato

L’ordinanza n. 23336/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante chiarificazione sul reato di violazione obblighi custode, disciplinato dall’art. 388 del codice penale. La pronuncia esamina il caso di un debitore che, nominato custode del proprio veicolo pignorato, ometteva di consegnarlo all’Istituto Vendite Giudiziarie (IVG) entro il termine stabilito. Questa decisione consolida i principi relativi al momento consumativo del reato e alla natura dell’elemento psicologico richiesto, il dolo.

I fatti del caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di cui all’art. 388 c.p. All’imputato era stato notificato un atto di pignoramento relativo alla sua autovettura. Contestualmente, era stato nominato custode del bene con l’obbligo di consegnarlo entro dieci giorni all’IVG.

Nonostante l’intimazione, il soggetto non solo non provvedeva alla consegna del veicolo, ma continuava a utilizzarlo per la normale circolazione. La Corte d’Appello confermava la sentenza di primo grado, ritenendo sussistenti tutti gli elementi oggettivi e soggettivi del reato. L’imputato proponeva quindi ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione e l’errata valutazione sulla non applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

La violazione obblighi custode secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni del ricorrente mere doglianze di fatto, non ammissibili in sede di legittimità. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata completa, logica e priva di vizi.

Il punto centrale della decisione riguarda il momento in cui si perfeziona il reato. Richiamando un proprio precedente (sentenza n. 25368/2023), la Cassazione ha ribadito che, in caso di pignoramento di un bene mobile registrato secondo la procedura dell’art. 521-bis c.p.c., il reato di violazione obblighi custode si consuma alla scadenza del termine assegnato al debitore-custode per la consegna del bene agli organi della procedura esecutiva. Pertanto, il semplice fatto di non aver consegnato l’auto entro i dieci giorni stabiliti integrava pienamente la condotta penalmente rilevante.

La questione del dolo e della non punibilità

Il dolo generico nel reato

Un altro aspetto cruciale affrontato dalla Corte è la natura dell’elemento soggettivo. Per la configurazione del reato in esame è sufficiente il cosiddetto dolo generico. Ciò significa che non è richiesto un fine particolare (come, ad esempio, quello di danneggiare il creditore), ma è sufficiente la volontà cosciente e deliberata di eludere l’esecuzione del provvedimento del giudice. Nel caso specifico, il fatto che l’imputato, dopo aver ricevuto la notifica a mani proprie, non solo non avesse consegnato il veicolo ma avesse continuato a usarlo, dimostrava in modo evidente tale volontà.

L’inapplicabilità dell’art. 131-bis c.p.

La Corte ha anche respinto la richiesta di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La motivazione della sentenza impugnata è stata considerata adeguata laddove evidenziava la ‘totale incuranza per gli obblighi stabiliti dalla legge’ da parte dell’imputato. Inoltre, è stato sottolineato che l’oggetto della violazione era un’autovettura, considerata un bene di valore rilevante, il che ostacola l’applicazione di tale beneficio.

Le motivazioni della decisione

La Cassazione ha basato la sua decisione di inammissibilità sulla correttezza e logicità della sentenza d’appello. I giudici di legittimità hanno evidenziato come la Corte territoriale avesse correttamente individuato tutti gli elementi della fattispecie criminosa. L’atto di pignoramento notificato, la nomina a custode, l’ordine di consegna entro un termine preciso e l’inadempimento volontario a tale ordine costituivano una sequenza di fatti chiara e inequivocabile. La condotta dell’imputato, che continuava a circolare con il veicolo pignorato, è stata vista come una palese manifestazione della volontà di sottrarsi agli obblighi imposti dall’autorità giudiziaria, integrando così pienamente il dolo generico richiesto dalla norma.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza un orientamento giurisprudenziale consolidato. In primo luogo, stabilisce con chiarezza che per il reato di violazione obblighi custode il momento consumativo coincide con la scadenza del termine per la consegna del bene. In secondo luogo, conferma che per la responsabilità penale è sufficiente la consapevolezza di non adempiere a un ordine del giudice, senza necessità di dimostrare un intento fraudolento specifico. Infine, la decisione suggerisce che, in casi riguardanti beni di valore non trascurabile come un’automobile, è difficile che possa trovare applicazione la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la rilevanza dell’offesa al bene giuridico tutelato, ovvero il corretto funzionamento della giustizia.

Quando si perfeziona il reato di mancata consegna di un bene pignorato da parte del custode?
Il reato si perfeziona allo scadere del termine che l’autorità giudiziaria ha assegnato al debitore, nominato custode, per la consegna del bene agli organi della procedura esecutiva.

Che tipo di dolo è richiesto per il reato di violazione degli obblighi di custodia?
È sufficiente il dolo generico, che consiste nella semplice volontà cosciente del colpevole di eludere l’esecuzione di un provvedimento del giudice, senza che sia necessario un fine specifico ulteriore.

È possibile applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto se l’oggetto della violazione è un’autovettura?
Secondo la Corte, è difficile applicare tale beneficio, poiché un’autovettura è considerata un bene di valore rilevante e la condotta di mancata consegna dimostra una ‘totale incuranza per gli obblighi stabiliti dalla legge’, rendendo l’offesa non particolarmente tenue.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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