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Violazione foglio di via: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due soggetti condannati per la violazione del foglio di via. La sentenza chiarisce che non è possibile sollevare in sede di legittimità questioni di fatto o eccezioni procedurali generiche. In particolare, la valutazione sulla tenuità del fatto e sulla legittimità del provvedimento del Questore, se richiede accertamenti fattuali, deve essere compiuta nei gradi di merito. La decisione conferma la condanna a un mese di arresto per ciascun imputato.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione Foglio di Via: la Cassazione traccia i confini dell’inammissibilità

Una recente sentenza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sui limiti dei ricorsi contro le condanne per violazione foglio di via. Il caso analizzato riguarda due individui condannati per non aver rispettato il divieto di fare ritorno in un determinato comune. La Suprema Corte, dichiarando i ricorsi inammissibili, ha ribadito principi fondamentali del processo penale, delineando con precisione quali argomenti possono essere validamente presentati in sede di legittimità e quali, invece, costituiscono un tentativo inaccettabile di rivalutare i fatti.

I Fatti del Caso: Il Divieto di Rientro Ignorato

Il Tribunale di Chieti aveva dichiarato due persone colpevoli del reato previsto dall’art. 76, comma 3, del d.lgs. 159/2011. L’accusa era di non aver osservato un provvedimento del Questore che imponeva loro il divieto di rientrare nel comune di Miglianico per un periodo di tre anni. La Corte di Appello di L’Aquila aveva successivamente confermato la decisione, inclusa la condanna alla pena di un mese di arresto per ciascuno.

Contro questa sentenza, entrambi gli imputati hanno proposto ricorso per Cassazione tramite i loro difensori, sollevando diverse questioni di natura sia procedurale che sostanziale.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Le strategie difensive si sono concentrate su profili differenti, cercando di scardinare la decisione dei giudici di merito.

La Tesi Difensiva del Primo Ricorrente

Il primo imputato ha basato il suo ricorso su due motivi principali:
1. Nullità della sentenza di primo grado: Sosteneva che il Tribunale non avesse considerato una richiesta di rinvio dell’udienza per legittimo impedimento del difensore e che la Corte d’Appello avesse omesso di motivare su tale eccezione.
2. Violazione di legge: Argomentava che il reato non fosse configurabile perché il foglio di via emesso dal Questore era illegittimo, in quanto privo dell’ordine di rientro nel comune di residenza, un requisito indicato dalla giurisprudenza più recente.

La Difesa del Secondo Ricorrente

Il secondo imputato ha invece articolato un unico motivo, lamentando la contraddittorietà e manifesta illogicità della motivazione. In particolare, ha sostenuto che la Corte d’Appello avrebbe dovuto assolverlo per la particolare tenuità del fatto, valorizzando il carattere non violento della condotta, l’assenza di danno e la non abitualità del comportamento.

La Decisione della Corte: la violazione foglio di via e l’inammissibilità

La Corte di Cassazione ha respinto tutte le argomentazioni, dichiarando entrambi i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda su principi consolidati che delimitano nettamente le competenze del giudice di legittimità rispetto a quelle dei giudici di merito.

Sull’impedimento del Difensore e la Genericità del Motivo

La Corte ha giudicato il primo motivo del primo ricorrente come generico e manifestamente infondato. Ha precisato che, contrariamente a quanto sostenuto, i giudici di merito avevano esaminato l’eccezione, rigettandola in linea con l’orientamento consolidato secondo cui la priorità temporale è un criterio valido per il giudice nel valutare la prevalenza tra impegni professionali concomitanti del difensore.

Sulla Questione Giuridica non Sollevata in Sede di Merito

Il secondo motivo, relativo alla presunta illegittimità del foglio di via, è stato ritenuto non scrutinabile. La Corte ha spiegato che tale questione giuridica, per essere risolta, avrebbe richiesto accertamenti di fatto sul contenuto specifico del provvedimento del Questore. Tali accertamenti sono di competenza esclusiva del giudice di merito e la questione avrebbe dovuto essere sollevata nei precedenti gradi di giudizio.

Sulla “Tenuità del Fatto”: una Valutazione non Ripetibile in Cassazione

Anche il ricorso del secondo imputato è stato dichiarato inammissibile perché interamente versato in fatto. La Cassazione ha ribadito di non poter effettuare nuovi apprezzamenti sulla tenuità del reato. La Corte d’Appello aveva già motivato l’esclusione di tale causa di non punibilità, evidenziando la “rilevante pericolosità” della condotta, potenzialmente strumentale alla commissione di un gioco d’azzardo fraudolento (il cosiddetto gioco “delle tre carte”). Chiedere alla Cassazione di riconsiderare questi aspetti equivale a sollecitare un terzo grado di giudizio di merito, che non è consentito.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte sono un chiaro monito sull’importanza di strutturare un ricorso per Cassazione in modo tecnicamente corretto. La Corte non è un “terzo giudice” dei fatti, ma un organo di legittimità che valuta la corretta applicazione della legge e la coerenza logica delle motivazioni delle sentenze impugnate. I ricorsi che si risolvono in una mera riproposizione di questioni di fatto o in doglianze generiche sono destinati all’inammissibilità. In questo caso, i giudici hanno sottolineato come le valutazioni sulla pericolosità della condotta, sulla configurabilità della tenuità del fatto o sulla necessità di accertamenti fattuali su un atto amministrativo (il foglio di via) rientrino pienamente nella sfera di competenza dei giudici di primo e secondo grado. Tentare di portare tali questioni davanti alla Cassazione, senza evidenziare un palese vizio di legge o una motivazione manifestamente illogica, è un’operazione destinata al fallimento.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce che la violazione foglio di via è un reato i cui contorni fattuali devono essere definiti e valutati nelle sedi di merito. L’accesso alla Corte di Cassazione è subordinato alla presentazione di motivi che attengano a reali violazioni di legge o a vizi di motivazione evidenti e non a un riesame delle prove o delle circostanze del caso. La decisione, pertanto, serve da guida per gli operatori del diritto, ricordando che la precisione e la pertinenza dei motivi di ricorso sono requisiti imprescindibili per superare il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte. La condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende è la diretta conseguenza di ricorsi ritenuti privi di fondamento.

Quando un ricorso in Cassazione per violazione foglio di via rischia di essere dichiarato inammissibile?
Secondo la sentenza, un ricorso è inammissibile quando chiede alla Corte di Cassazione di riesaminare elementi di fatto, come la valutazione sulla particolare tenuità del fatto, o quando solleva per la prima volta questioni giuridiche che richiedono accertamenti fattuali non compiuti nei precedenti gradi di giudizio.

L’impedimento professionale del difensore è sempre una causa di nullità della sentenza?
No. La sentenza chiarisce che il giudice di merito può valutare i concomitanti impegni professionali del difensore, utilizzando criteri come la priorità temporale. Un motivo di ricorso che si limita a denunciare il mancato rinvio senza contestare in modo concreto la valutazione del giudice è considerato generico e, quindi, infondato.

È possibile chiedere l’assoluzione per “particolare tenuità del fatto” direttamente in Cassazione?
No. La valutazione sulla particolare tenuità del fatto è una questione di merito, basata sull’analisi delle modalità della condotta e sull’entità del danno. La Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, ma può solo verificare la logicità e la coerenza della motivazione da loro fornita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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