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Violazione di domicilio aggravata: quando è procedibile?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di non luogo a procedere per remissione di querela, stabilendo che in caso di violazione di domicilio aggravata dalla violenza sulle persone, il reato diventa procedibile d’ufficio. È cruciale il nesso finalistico (teleologico) tra la violenza e l’introduzione illegale nell’abitazione, rendendo irrilevante il ritiro della querela da parte della vittima.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione di Domicilio Aggravata: La Cassazione Chiarisce la Procedibilità

La recente sentenza della Corte di Cassazione penale affronta un tema cruciale: la procedibilità del reato di violazione di domicilio aggravata. Il caso in esame chiarisce quando la violenza esercitata sulle persone rende il reato perseguibile d’ufficio, superando quindi gli effetti di una remissione di querela da parte della vittima. Questa pronuncia offre spunti fondamentali per comprendere i limiti della volontà della persona offesa di fronte a reati che ledono beni giuridici di particolare rilevanza.

I Fatti del Caso in Analisi

Il procedimento nasce da un episodio di violenza in cui un soggetto, dopo aver aggredito fisicamente due persone, si introduceva arbitrariamente nel recinto della loro abitazione, dove queste si erano rifugiate per sfuggire a ulteriori aggressioni. Il Tribunale di primo grado aveva dichiarato il non luogo a procedere per tutti i reati contestati, inclusa la violazione di domicilio, a seguito della remissione della querela da parte delle persone offese.

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha però impugnato tale decisione, sostenendo che il Tribunale avesse errato nel non considerare la sussistenza dell’aggravante della violenza sulle persone. Tale circostanza, secondo l’accusa, avrebbe reso la violazione di domicilio procedibile d’ufficio, rendendo di fatto inefficace la remissione della querela.

La Procedibilità nella Violazione di Domicilio Aggravata

Il fulcro della questione giuridica ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 614 del codice penale. Questo articolo prevede, al suo ultimo comma, un’aggravante specifica se il fatto è commesso con violenza sulle persone o sulle cose, o da soggetto palesemente armato. La presenza di tale aggravante trasforma il regime di procedibilità del reato: da procedibile a querela di parte, diviene procedibile d’ufficio.

La difesa dell’imputato sosteneva che la violenza fosse un’azione autonoma e non finalizzata all’ingresso nella proprietà, ma la Cassazione ha rigettato questa interpretazione, concentrandosi sul legame funzionale tra le due condotte.

Il Principio del Nesso Teleologico

La Corte Suprema ha chiarito che, per configurare l’aggravante, non è sufficiente un mero rapporto occasionale tra la violenza e la violazione di domicilio. È necessario un nesso teleologico, ovvero un legame di finalità: la violenza deve essere stata usata proprio per commettere la violazione di domicilio o per rimanere all’interno dell’abitazione contro la volontà del proprietario. Nel caso di specie, l’imputato si era introdotto nell’altrui proprietà per continuare un’aggressione già iniziata. Questa finalità è stata ritenuta sufficiente per integrare il nesso richiesto dalla norma.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore Generale, annullando la sentenza impugnata limitatamente al reato di violazione di domicilio. Nelle motivazioni, i giudici hanno evidenziato come la stessa descrizione del fatto contenuta nel capo d’imputazione rendesse palese il collegamento tra la violenza e l’introduzione illecita. La condotta di “introdursi arbitrariamente… per sfuggire ad ulteriori probabili aggressioni” dimostra che l’ingresso non era un fatto slegato, ma era funzionale alla prosecuzione dell’azione violenta ai danni delle vittime. La violenza, iniziata prima dell’ingresso, è proseguita come causa e scopo dell’intrusione stessa.

La Corte ha richiamato precedenti giurisprudenziali conformi, secondo cui la violenza contestata deve essere contestuale e collegata da un nesso finalistico con la violazione di domicilio. In questo quadro, la remissione di querela non può estinguere un reato che, a causa della sua gravità manifestata attraverso l’uso della violenza, lo Stato ha interesse a perseguire indipendentemente dalla volontà della persona offesa.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio di diritto fondamentale: la tutela del domicilio è rafforzata quando la sua violazione avviene con modalità aggressive e violente. La decisione di rendere procedibile d’ufficio la violazione di domicilio aggravata risponde all’esigenza di non lasciare alla sola volontà del privato la persecuzione di fatti che destano un particolare allarme sociale. Per gli operatori del diritto, questa pronuncia è un monito a valutare con attenzione la sussistenza del nesso teleologico tra la violenza e l’intrusione, poiché da tale valutazione dipende il regime di procedibilità e, in ultima analisi, la possibilità di punire il colpevole.

Quando una violazione di domicilio diventa procedibile d’ufficio?
Diventa procedibile d’ufficio quando è commessa con violenza sulle persone o sulle cose, o da una persona palesemente armata. In questi casi, la gravità del fatto giustifica l’intervento dello Stato anche senza la querela della vittima.

Cosa significa ‘nesso teleologico’ tra violenza e violazione di domicilio?
Significa che deve esistere un legame di finalità tra le due azioni. La violenza non deve essere un evento casuale e separato, ma deve essere utilizzata come mezzo per entrare o rimanere illegalmente nell’abitazione altrui, oppure, come nel caso di specie, l’ingresso deve essere finalizzato a continuare un’azione violenta.

Qual è stata la decisione della Cassazione e perché?
La Cassazione ha annullato la sentenza di proscioglimento per il reato di violazione di domicilio, rinviando il caso alla Corte d’Appello. Ha stabilito che il Tribunale aveva errato nel non riconoscere l’aggravante della violenza, che rendeva il reato procedibile d’ufficio e quindi irrilevante la remissione della querela.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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