LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Violazione DASPO: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per la violazione del DASPO. La sentenza sottolinea come le eccezioni sulla genericità dell’accusa debbano essere sollevate tempestivamente e come una difesa contraddittoria sulla presunta ‘dimenticanza’ degli obblighi non possa escludere la colpevolezza. La condanna per la violazione DASPO è stata quindi confermata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione DASPO: La Cassazione Conferma la Condanna e Spiega l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43754/2024, ha affrontato un caso di violazione DASPO, fornendo importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi e sulla valutazione dell’elemento psicologico del reato. La decisione ribadisce la necessità di una difesa processuale tempestiva e coerente, confermando la condanna di un soggetto che non aveva rispettato gli obblighi imposti dalla misura di prevenzione.

I Fatti del Caso: La Violazione degli Obblighi

Il caso riguarda un individuo destinatario di un provvedimento di DASPO (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive), che gli imponeva, tra le altre cose, di presentarsi presso gli uffici di Polizia Giudiziaria in concomitanza con gli incontri di calcio della sua squadra. L’imputato era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale di Larino sia in appello dalla Corte d’Appello di Napoli per aver violato ripetutamente tali prescrizioni, configurando un reato continuato ai sensi dell’art. 6, comma 6, della legge n. 401 del 1989.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione lamentando diversi vizi della sentenza d’appello. Tra i principali motivi figuravano:
1. L’indeterminatezza del capo di imputazione, che a suo dire non specificava adeguatamente le prescrizioni violate.
2. La mancanza dell’elemento soggettivo del reato, sostenendo di non essersi presentato in quanto si era ‘semplicemente dimenticato’ delle partite o, in alternativa, aveva smesso di seguire la squadra per ‘evitare tentazioni’.
3. L’avvenuta prescrizione del reato.
4. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
5. Errori nel calcolo della pena e il diniego della sostituzione della pena detentiva con il lavoro di pubblica utilità.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile per Violazione DASPO

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, respingendo punto per punto le doglianze del ricorrente e confermando la solidità della decisione dei giudici di merito.

Eccezioni Tardive e Accuse Chiare

In primo luogo, la Corte ha stabilito che la presunta indeterminatezza dell’imputazione costituisce una ‘nullità relativa’. Come tale, doveva essere eccepita prima della conclusione del processo di primo grado. Averla sollevata per la prima volta in Cassazione la rende irrimediabilmente tardiva. Ad ogni modo, i giudici hanno ritenuto che l’accusa fosse sufficientemente chiara per permettere all’imputato di difendersi adeguatamente.

La Difesa Contraddittoria sulla Violazione DASPO

Il punto centrale della decisione riguarda l’elemento psicologico. La Cassazione ha evidenziato la palese contraddittorietà delle giustificazioni fornite: da un lato l’imputato sosteneva di aver volutamente smesso di informarsi sulle partite per non cadere in tentazione, dall’altro di essersene semplicemente dimenticato. Questa incoerenza ha reso la tesi difensiva una ‘mera suggestione’, del tutto inidonea a scalfire la logica della motivazione della Corte d’Appello, che aveva correttamente ritenuto provata la volontà di sottrarsi agli obblighi imposti.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema si fondano su principi consolidati del diritto processuale e penale. La tardività delle eccezioni procedurali è un vizio fatale che ne impedisce l’esame. Sul merito, la valutazione della colpevolezza si basa non solo sui fatti materiali, ma anche sulla logicità e coerenza delle argomentazioni difensive. Una difesa che si presenta in termini ‘platealmente contraddittori’ perde ogni credibilità e non può essere accolta.

Inoltre, la Corte ha confermato che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è normativamente esclusa per i reati commessi in occasione di manifestazioni sportive. Anche il calcolo della pena e il diniego delle misure alternative sono stati ritenuti correttamente motivati, in considerazione dei precedenti specifici dell’imputato e della prognosi negativa sul suo futuro comportamento. Infine, dichiarando l’inammissibilità del ricorso, la Corte ha bloccato il decorso della prescrizione, rendendo definitivo l’accertamento di colpevolezza.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce la severità dell’ordinamento nei confronti della violazione DASPO e, più in generale, dei reati legati alla violenza negli stadi. Sul piano processuale, insegna che le strategie difensive devono essere non solo tempestive, ma anche coerenti e credibili. Giustificazioni fantasiose o contraddittorie non trovano spazio nelle aule di giustizia e vengono correttamente ritenute ininfluenti ai fini della decisione. La pronuncia conferma che il rispetto delle misure di prevenzione è un obbligo inderogabile, la cui violazione, se non supportata da prove concrete e argomentazioni logiche, porta a una sicura condanna.

Quando può essere contestata l’indeterminatezza del capo di imputazione?
L’eccezione di nullità per indeterminatezza o genericità dell’imputazione ha natura relativa e, a pena di decadenza, deve essere sollevata entro il termine previsto dall’art. 491 del codice di procedura penale, cioè subito dopo la costituzione delle parti nel processo di primo grado. Non può essere proposta per la prima volta in appello o in Cassazione.

La ‘semplice dimenticanza’ è una giustificazione valida per la violazione del DASPO?
No. Secondo la Corte, una giustificazione basata sulla ‘semplice dimenticanza’ o su tesi difensive contraddittorie (come sostenere contemporaneamente di aver smesso di seguire la squadra per evitare tentazioni e di essersi dimenticato delle partite) non è sufficiente a escludere la colpevolezza. I giudici possono ritenere tali argomentazioni una ‘mera suggestione’ e confermare l’intenzionalità della violazione.

È possibile invocare la non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’ in caso di violazione DASPO?
No. La sentenza chiarisce che l’art. 131-bis del codice penale, che prevede la non punibilità per particolare tenuità del fatto, è espressamente escluso per i reati commessi ‘in occasione o a causa di manifestazioni sportive’, categoria in cui rientra la violazione del DASPO. La pervicacia della condotta e i precedenti specifici possono ulteriormente precludere tale beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati