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Violazione DASPO: estensione del divieto e inammissibilità

Un soggetto condannato per violazione DASPO ricorre in Cassazione, sostenendo che la partita di una squadra giovanile a cui ha assistito non fosse inclusa nel divieto. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, confermando che il DASPO può estendersi anche a incontri dilettantistici e amichevoli se specificato nel provvedimento, e condanna il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione DASPO: Quando il Divieto si Estende alle Partite Dilettantistiche

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12308 del 2024, ha affrontato un interessante caso di violazione DASPO, fornendo chiarimenti cruciali sull’ambito di applicazione di questa misura di prevenzione. La decisione sottolinea come il divieto possa estendersi ben oltre le partite dei campionati professionistici, includendo anche incontri di squadre dilettantistiche e giovanili. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: La Partecipazione alla Partita Vietata

Un individuo, già destinatario di un provvedimento di DASPO, veniva condannato per aver violato tale divieto assistendo a una partita di calcio. L’interessato decideva di ricorrere in Cassazione, sostenendo che la sua condanna fosse illegittima. La sua difesa si basava su due argomenti principali: in primo luogo, la partita in questione, disputata da una squadra giovanile (‘Juniores’), non rientrava, a suo dire, nell’ambito di applicazione del DASPO. In secondo luogo, contestava l’interpretazione data alle dichiarazioni di un carabiniere, testimone nel processo, negando di aver tentato la fuga alla vista dei militari.

L’Analisi della Corte e la portata della violazione DASPO

La Corte di Cassazione ha respinto completamente le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno chiarito che i motivi presentati non erano altro che una riproposizione di censure già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. La valutazione della Corte territoriale è stata ritenuta logica, coerente e giuridicamente ineccepibile.

Il punto centrale della decisione riguarda l’estensione del divieto. La Corte ha stabilito che il DASPO emesso nei confronti del soggetto si riferiva esplicitamente agli incontri di calcio delle squadre di una specifica cittadina, includendo anche partite amichevoli e quelle disputate da dilettanti, indipendentemente dalla loro affiliazione alla F.I.G.C. Pertanto, la partita della squadra ‘Juniores’ era senza dubbio compresa nel divieto.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha motivato la propria decisione di inammissibilità sulla base di diversi punti fermi. Innanzitutto, ha evidenziato che l’ambito di applicazione del DASPO era stato definito in modo esteso ma non generico nel provvedimento originario, ricomprendendo la partita in oggetto. A supporto di ciò, ha richiamato un precedente orientamento giurisprudenziale (Cass. n. 10795/2019), secondo cui la natura giovanile o dilettantistica di una competizione non esclude di per sé l’operatività del divieto.

Inoltre, i giudici hanno considerato provata la consapevolezza della trasgressione da parte dell’imputato. Il suo tentativo di allontanarsi dallo stadio non appena notata la presenza dei carabinieri è stato interpretato come un chiaro segnale di coscienza della propria condotta illecita. La Corte ha anche sottolineato come il ricorrente non avesse adeguatamente contestato questa ricostruzione, omettendo di allegare al ricorso il verbale della testimonianza che, a suo dire, sarebbe stata travisata. La mancata dimostrazione del ‘travisamento della prova’ ha reso la censura generica e, quindi, inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’efficacia di un DASPO dipende dal tenore letterale del provvedimento che lo impone. Se il divieto è formulato in modo ampio, esso può legittimamente includere ogni tipo di manifestazione sportiva, anche quelle minori o non professionistiche. Per i destinatari di tali misure, è quindi essenziale leggere con la massima attenzione il contenuto del provvedimento per non incorrere nel reato di cui all’art. 6, comma 2, della legge n. 401/1989. La decisione conferma inoltre che, nel giudizio di Cassazione, non è possibile richiedere una nuova valutazione delle prove, ma solo contestare vizi di legittimità o palesi illogicità nella motivazione della sentenza impugnata. La conseguenza di un ricorso inammissibile è severa: la condanna al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una consistente somma alla cassa delle ammende.

Un DASPO si applica solo alle partite dei campionati professionistici?
No. La Corte ha chiarito che l’ambito di applicazione del DASPO dipende dal contenuto specifico del provvedimento. Se formulato in modo ampio, può includere anche incontri amichevoli, dilettantistici e di squadre giovanili, indipendentemente dalla loro affiliazione a federazioni ufficiali come la F.I.G.C.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dal giudice, in favore della cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Come ha valutato la Corte il comportamento dell’imputato alla vista dei carabinieri?
La Corte ha considerato il tentativo dell’imputato di allontanarsi dallo stadio alla vista dei carabinieri come un comportamento che dimostrava la sua piena consapevolezza di stare commettendo una violazione. Questo elemento ha rafforzato la tesi dell’accusa e ha contribuito a rendere infondate le doglianze del ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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