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Violazione custodia sequestro: quando è reato penale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per aver facilitato la sottrazione di un veicolo postogli sotto sequestro. La difesa sosteneva si trattasse di un mero illecito amministrativo, ma la Corte ha confermato che tale condotta integra il reato di violazione custodia sequestro previsto dall’art. 335 c.p., condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione Custodia Sequestro: Quando la Negligenza Diventa Reato

La gestione di un bene sottoposto a sequestro comporta responsabilità precise e inderogabili. Ma cosa succede se il custode, anziché proteggere il bene, ne facilita la sottrazione? Si tratta di un semplice illecito amministrativo o di un vero e proprio reato? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso emblematico di violazione custodia sequestro, tracciando una linea netta tra le due ipotesi e confermando la rilevanza penale della condotta attiva del custode.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un individuo per il reato previsto dall’articolo 335 del codice penale. L’imputato, nominato custode di un veicolo sottoposto a sequestro, era stato ritenuto responsabile di aver agevolato la sottrazione del mezzo da parte di persone rimaste ignote. In sostanza, invece di adempiere ai suoi doveri di vigilanza e conservazione, la sua condotta aveva attivamente contribuito alla sparizione del bene.

Contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello, l’uomo ha proposto ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un unico, specifico motivo.

Il Motivo del Ricorso: Sanzione Amministrativa o Reato Penale?

Il ricorrente sosteneva che la sua condotta dovesse essere inquadrata non come reato, ma come un illecito amministrativo. Secondo la sua tesi, al momento dei fatti, la normativa applicabile era l’articolo 213 del Codice della Strada, che per la violazione degli obblighi di custodia prevedeva unicamente una sanzione di natura amministrativa.

Questa argomentazione mirava a declassare la gravità del fatto, trasformandolo da un illecito penale, con tutte le conseguenze del caso, a una violazione soggetta a una semplice multa.

Le Motivazioni della Cassazione sulla violazione custodia sequestro

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici supremi hanno evidenziato come l’argomento del ricorrente fosse una mera riproposizione di una censura già esaminata e correttamente respinta nei precedenti gradi di giudizio.

Il punto cruciale della decisione risiede nella natura della condotta accertata. La Corte ha sottolineato che non si trattava di una semplice omissione o negligenza nella custodia, ma di un comportamento attivo e volontario: l’aver “agevolato la sottrazione del veicolo”. Questa azione, secondo la Cassazione, integra pienamente gli estremi del reato di cui all’art. 335 del codice penale (Violazione colposa di doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a sequestro). Il giudice di merito aveva correttamente valorizzato questo aspetto, distinguendolo dalla sfera di applicazione della sanzione amministrativa prevista dal Codice della Strada, che punisce violazioni di diversa natura e gravità.

Le Conclusioni: La Decisione della Corte

In conclusione, la Corte ha stabilito che facilitare attivamente la rimozione di un bene sequestrato non è una leggerezza da punire con una multa, ma un reato a tutti gli effetti. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Il ricorrente è stato quindi condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: chiunque accetti l’incarico di custode di un bene sequestrato assume una responsabilità penale precisa, e qualsiasi azione che favorisca la dispersione del bene sarà perseguita come reato.

Facilitare la sottrazione di un veicolo sequestrato è solo un illecito amministrativo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la condotta di chi agevola attivamente la sottrazione di un veicolo affidatogli in custodia integra il reato di violazione dei doveri inerenti alla custodia, previsto dall’art. 335 del codice penale, e non si limita a una sanzione amministrativa.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché riproponeva una censura già esaminata e correttamente respinta dal giudice di merito, senza presentare nuovi e validi argomenti giuridici. La Corte ha ritenuto che la valutazione del giudice precedente fosse giuridicamente corretta.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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