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Violazione Codice Antimafia: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per la violazione del Codice Antimafia. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, considerati mere ripetizioni di argomentazioni già respinte, e sul diniego delle attenuanti generiche a causa dei numerosi precedenti penali del soggetto, confermando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione Codice Antimafia: Ricorso Inammissibile per Genericità e Precedenti Penali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito importanti principi in materia di violazione codice antimafia e sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi. La Corte ha dichiarato inammissibile l’appello di un individuo, confermando la sua condanna e sottolineando come la presenza di numerosi precedenti penali ostacoli la concessione delle attenuanti generiche. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti del Caso: la Condanna per la Violazione di un Provvedimento

Il caso riguarda un soggetto condannato alla pena di due mesi di arresto per aver violato l’art. 276, comma 3, del D.Lgs. 159/2011, meglio noto come Codice Antimafia. Nello specifico, l’imputato era stato fermato durante un controllo di polizia nel Comune di Lucca, contravvenendo a un provvedimento emesso dal Questore che gli vietava di trovarsi in quel territorio. La Corte di Appello di Firenze aveva già confermato questa decisione, spingendo l’imputato a presentare ricorso in Cassazione.

L’Appello e le Argomentazioni del Ricorrente

L’atto di impugnazione presentato alla Suprema Corte si basava su doglianze che, secondo i giudici, erano semplici riproduzioni di argomentazioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. Il ricorrente non ha introdotto nuovi e specifici elementi critici contro le motivazioni della sentenza d’appello, limitandosi a riproporre le stesse tesi difensive, un approccio che si è rivelato controproducente.

Le Motivazioni della Cassazione sulla violazione codice antimafia

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile sulla base di due ragioni principali.

Genericità del Ricorso

In primo luogo, i giudici hanno evidenziato che le verifiche investigative eseguite nell’immediatezza dei fatti orientavano in modo univoco verso la colpevolezza dell’imputato. L’atto di impugnazione, invece di contestare in modo specifico e puntuale le argomentazioni della Corte di Appello, si limitava a riproporre profili censori già vagliati e disattesi. La giurisprudenza costante, richiamata nella stessa ordinanza, richiede che un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata delle ragioni poste a fondamento della decisione impugnata, e non una mera ripetizione di lamentele generiche.

Diniego delle Attenuanti Generiche

In secondo luogo, la Corte ha confermato il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Questa decisione è stata motivata dal “disvalore della condotta illecita” e, soprattutto, dai numerosi precedenti penali che gravavano sull’imputato. Le attenuanti generiche, spiegano i giudici, servono ad adeguare la pena al caso concreto, ma presuppongono situazioni fattuali che non sono state riscontrate nel caso di specie. La presenza di una storia criminale significativa è stata considerata un elemento ostativo a tale concessione, in quanto indicativa di una personalità non meritevole di un trattamento sanzionatorio più mite.

Le Conclusioni: le Implicazioni della Decisione

La decisione della Cassazione rafforza due concetti fondamentali del diritto processuale e penale. Primo, un ricorso è destinato all’inammissibilità se non si confronta criticamente e specificamente con le motivazioni della sentenza che contesta. Non è sufficiente riproporre le stesse argomentazioni già respinte. Secondo, la concessione delle attenuanti generiche non è un atto dovuto, ma una valutazione discrezionale del giudice che tiene conto della personalità dell’imputato, inclusi i suoi precedenti penali. Un passato criminale rilevante può legittimamente impedire l’applicazione di questo beneficio, confermando la necessità di una pena che rispecchi la gravità complessiva della condotta e del soggetto che l’ha posta in essere. La condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende sigilla l’esito negativo del percorso giudiziario per il ricorrente.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni presentate erano una semplice riproduzione di doglianze già esaminate e respinte dalla Corte di Appello, prive di una critica specifica e puntuale contro le motivazioni della sentenza impugnata.

Per quale motivo non sono state concesse le attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti generiche non sono state concesse a causa del disvalore della sua condotta e, soprattutto, dei suoi numerosi precedenti penali. La Corte ha ritenuto che tali precedenti non consentissero di adeguare la pena al ribasso, funzione tipica delle attenuanti.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della decisione della Cassazione?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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