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Violazione brevetto: responsabilità civile resta?

La Corte di Cassazione conferma che la prescrizione del reato per violazione di brevetto non estingue l’obbligo di risarcire il danno alla parte civile. Nel caso di specie, un ex collaboratore aveva prodotto e venduto un macchinario simile a quello brevettato dalla sua precedente azienda. Anche se il reato è stato dichiarato prescritto, la Corte ha ritenuto provata la condotta illecita ai fini delle statuizioni civili, basandosi su un quadro indiziario complessivo che superava le mere differenze tecniche tra i due apparati.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione Brevetto: la Prescrizione Penale Non Annulla il Risarcimento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel campo della proprietà industriale: cosa accade all’obbligo di risarcimento quando il reato di violazione brevetto si estingue per prescrizione? La Suprema Corte stabilisce un principio chiaro: la fine del procedimento penale per decorrenza dei termini non cancella la responsabilità civile. Il giudice, anche nel dichiarare la prescrizione, ha il dovere di valutare la sussistenza dell’illecito ai fini della condanna al risarcimento dei danni a favore della parte civile.

I Fatti del Contendere: Dalla Collaborazione alla Concorrenza Illecita

La vicenda ha origine dal rapporto di lavoro tra un’azienda, titolare di un brevetto per un innovativo macchinario per la rigenerazione di filtri antiparticolato, e un suo addetto alle vendite. Dopo aver interrotto la collaborazione, quest’ultimo, sfruttando le conoscenze acquisite, avviava attraverso proprie società la produzione e la commercializzazione di un apparato del tutto simile a quello brevettato.

L’azienda inventrice avviava un’azione legale, accusando l’ex collaboratore di aver illecitamente impiegato a proprio profitto l’invenzione industriale (art. 623 c.p.) e di aver contraffatto il relativo brevetto. Il Tribunale di primo grado, pur riqualificando il secondo reato in quello di fabbricazione e vendita di beni in violazione di titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c.p.), riconosceva la colpevolezza dell’imputato, condannandolo a una pena detentiva e pecuniaria, oltre al risarcimento del danno in favore della parte civile.

Il Percorso Giudiziario e la Conferma della Responsabilità Civile

L’iter processuale si rivelava complesso. Una prima sentenza d’appello veniva annullata dalla Cassazione per un vizio di motivazione, poiché i giudici non avevano adeguatamente considerato la documentazione tecnica prodotta dalla difesa. Nel successivo giudizio di rinvio, la Corte d’Appello, pur avendo acquisito tali documenti, dichiarava i reati estinti per intervenuta prescrizione. Tuttavia, confermava integralmente le statuizioni civili, ovvero la condanna al risarcimento del danno e al pagamento di una provvisionale.

L’imputato ricorreva nuovamente in Cassazione, sostenendo che la sua macchina presentava differenze tecniche tali da escludere la contraffazione e che la Corte d’Appello, una volta dichiarata la prescrizione, non avrebbe dovuto confermare la condanna civile senza una piena prova della colpevolezza.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Violazione del Brevetto

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo infondato. I giudici hanno chiarito che, anche in presenza di prescrizione, il giudice penale deve valutare il compendio probatorio ai fini della decisione sulle statuizioni civili, come previsto dall’art. 578 c.p.p. Non è necessaria una prova al di là di ogni ragionevole dubbio, come per la condanna penale, ma un accertamento della responsabilità basato sulle prove raccolte.

Nel merito della violazione brevetto, la Cassazione ha ritenuto che la decisione dei giudici di merito fosse logicamente motivata e immune da vizi. Questi non si erano limitati a un confronto superficiale, ma avevano considerato un quadro indiziario grave, preciso e concordante. Tra gli elementi chiave figuravano:

* La conoscenza specifica dell’invenzione da parte dell’imputato, derivante dal suo precedente lavoro.
* La cessazione del rapporto di collaborazione immediatamente seguita dall’avvio di un’attività concorrente con un prodotto analogo.
* Le macroscopiche somiglianze strutturali tra i due macchinari, che facevano ritenere del tutto secondarie le differenze tecniche evidenziate dalla difesa.

In particolare, la Corte ha sottolineato che la valutazione del giudice non deve essere frammentaria. Le consulenze tecniche di parte sono un contributo, ma non vincolano il giudice, che deve formare il proprio convincimento sulla base di tutti gli elementi disponibili. Le piccole differenze, in un contesto di sostanziale identità funzionale e strutturale, non erano state ritenute sufficienti a escludere l’illecito.

La Gestione delle Prove e delle Istanze Difensive

La Corte ha anche respinto le censure procedurali. La richiesta di una nuova perizia è stata ritenuta superflua, in quanto il quadro probatorio era già sufficientemente chiaro e la decisione di non rinnovare il dibattimento in appello rientra nel potere discrezionale del giudice, se adeguatamente motivata. Allo stesso modo, i giudici di rinvio avevano correttamente riesaminato non solo il punto specifico che aveva causato l’annullamento, ma anche tutte le questioni connesse e assorbite, fornendo una valutazione completa e coerente.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: la prescrizione del reato non è un “colpo di spugna” sulla responsabilità civile. Chi commette un illecito come la violazione brevetto non può sperare di evitare il risarcimento del danno solo per il trascorrere del tempo. Il processo penale, anche quando si conclude senza una condanna penale per prescrizione, mantiene la sua funzione di accertamento dei fatti ai fini delle pretese civilistiche. Questa decisione rappresenta una tutela importante per i titolari di diritti di proprietà industriale, garantendo che il danno subito a causa di una condotta illecita possa trovare ristoro anche quando i tempi della giustizia penale si allungano.

Se un reato di violazione di brevetto si prescrive, l’imputato deve comunque risarcire i danni?
Sì. Secondo la sentenza, anche se il reato è dichiarato estinto per prescrizione, il giudice penale è tenuto a valutare tutte le prove raccolte per decidere sulle richieste di risarcimento del danno avanzate dalla parte civile.

Piccole differenze tecniche tra un prodotto e un’invenzione brevettata sono sufficienti a escludere la violazione del brevetto?
Non necessariamente. La Corte ha stabilito che il giudice deve valutare la situazione nel suo complesso. Se emergono macroscopiche somiglianze strutturali e funzionali, unite a un quadro indiziario solido (come la precedente conoscenza dell’invenzione da parte dell’imputato), le differenze tecniche minori possono essere considerate irrilevanti per escludere l’illecito.

In un giudizio di rinvio, il giudice deve riesaminare solo il punto annullato dalla Cassazione?
No. Il giudizio di rinvio non si limita al solo profilo censurato che ha portato all’annullamento. La cognizione del giudice si estende anche a tutte le altre questioni che erano state dichiarate “assorbite” nella precedente decisione o che sono logicamente dipendenti dal punto da riesaminare, garantendo una valutazione completa della vicenda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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