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Violazione art. 192 c.p.p.: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in cui si lamentava la violazione dell’art. 192 c.p.p. in relazione a una condanna aggravata dal metodo mafioso. La Corte ribadisce che la censura sulla valutazione delle prove non può essere dedotta come violazione di legge, ma deve essere inquadrata come vizio di motivazione. Poiché la motivazione della sentenza impugnata è stata ritenuta logica e completa, il ricorso è stato respinto anche per manifesta infondatezza.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violazione art. 192 c.p.p.: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’esito di un processo penale dipende non solo dalla solidità delle prove, ma anche dalla corretta applicazione delle norme procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un’importante lezione su come formulare un ricorso, sottolineando la netta distinzione tra la violazione art. 192 c.p.p. e il vizio di motivazione. L’ordinanza in esame chiarisce perché non è possibile utilizzare la contestazione delle regole di valutazione della prova per mascherare una critica al merito della decisione del giudice.

I Fatti del Caso: Un Appello contro la Condanna

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La condanna riguardava gravi reati, aggravati dalla contestazione del cosiddetto “metodo mafioso”, previsto dall’art. 7 della legge n. 203/1991. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza di secondo grado.

I Motivi del Ricorso e la Presunta Violazione dell’art. 192 c.p.p.

I principali motivi di ricorso si concentravano sulla presunta violazione di diverse norme, tra cui gli articoli 192, 125 e 546 del codice di procedura penale. In sostanza, la difesa contestava il modo in cui i giudici di merito avevano valutato le prove a carico dell’imputato, ritenendo che il giudizio di responsabilità e la sussistenza dell’aggravante mafiosa fossero fondati su una lettura errata delle risultanze processuali. Si trattava, quindi, di una critica diretta al cuore del ragionamento probatorio della Corte d’Appello, formalmente presentata come violazione art. 192 c.p.p.

La Decisione della Corte di Cassazione: Inammissibilità su Tutta la Linea

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per una pluralità di ragioni, sia di forma che di sostanza.

In primo luogo, è stato rilevato un vizio formale nella procura speciale allegata al ricorso. Questa, infatti, non conteneva il necessario riferimento espresso al procedimento per il quale era stata rilasciata, come richiesto dall’art. 122 c.p.p., un requisito fondamentale per la validità dell’atto.

Tuttavia, la Corte è andata oltre, specificando che, anche a prescindere da tale vizio, il ricorso sarebbe stato comunque inammissibile nel merito. I giudici hanno chiarito che i motivi relativi alla violazione art. 192 c.p.p. erano “indeducibili e comunque manifestamente infondati”.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha richiamato il suo consolidato orientamento, avallato anche dalle Sezioni Unite (sentenza n. 29541/2020, Filardo), secondo cui non è consentito utilizzare il motivo di ricorso per violazione di legge per censurare l’omessa o erronea valutazione degli elementi di prova da parte del giudice di merito. La valutazione delle prove rientra nella discrezionalità del giudice e può essere contestata in sede di legittimità solo sotto il profilo del vizio di motivazione (art. 606, comma 1, lett. e, c.p.p.), ovvero quando la motivazione della sentenza risulti mancante, contraddittoria o manifestamente illogica. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la sentenza d’appello avesse fornito argomentazioni ampie e prive di illogicità a sostegno della responsabilità dell’imputato e dell’aggravante contestata. Di conseguenza, il tentativo di mascherare una critica al merito della valutazione probatoria dietro la formale denuncia di una violazione di legge è stato respinto. Anche il terzo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile in quanto mera reiterazione di doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque si appresti a redigere un ricorso per Cassazione in materia penale. È cruciale distinguere nettamente tra la violazione di una norma procedurale e la critica alla valutazione dei fatti. Tentare di superare i limiti del giudizio di legittimità, che non è un terzo grado di merito, denunciando una violazione art. 192 c.p.p. quando in realtà si contesta l’apprezzamento del giudice, è una strategia destinata al fallimento. La decisione insegna che il ricorso deve concentrarsi sui vizi tassativamente previsti dalla legge, come quello di motivazione, dimostrando in modo specifico e puntuale le illogicità o le contraddizioni del provvedimento impugnato, senza limitarsi a proporre una diversa lettura delle prove.

È possibile denunciare la violazione dell’art. 192 c.p.p. per contestare la valutazione delle prove fatta dal giudice?
No, secondo l’orientamento consolidato della Cassazione, incluse le Sezioni Unite, il motivo di ricorso per violazione di legge non può essere utilizzato per censurare l’omessa o erronea valutazione degli elementi di prova. Questo tipo di doglianza deve essere sollevato come vizio di motivazione, dimostrando che il ragionamento del giudice è mancante, illogico o contraddittorio.

Quali sono le conseguenze di un ricorso che si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello?
Un ricorso che reitera una doglianza già proposta in appello e puntualmente disattesa dalla Corte territoriale, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, viene considerato indeducibile e, di conseguenza, inammissibile.

Quali requisiti deve avere la procura speciale per un’impugnazione penale?
La procura speciale, ai sensi dell’art. 122 c.p.p., deve contenere un espresso riferimento al procedimento specifico per il quale viene rilasciata. La mancanza di tale riferimento costituisce un vizio formale che può condurre all’inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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