LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Violata consegna: quando è reato per un militare

La Corte di Cassazione ha analizzato un caso di violata consegna da parte di un militare in servizio di vigilanza presso un obiettivo sensibile. L’imputato, insieme a due colleghi, si trovava all’interno di una garitta, in violazione delle disposizioni che prevedevano la presenza di un solo militare, e utilizzava il telefono cellulare. Nonostante la difesa sostenesse di aver agito in buona fede e su ordine di un superiore, la Corte ha confermato la sussistenza del reato. La sentenza chiarisce che il reato di violata consegna è un reato di pericolo presunto, per cui è sufficiente la semplice trasgressione di un ordine tassativo per configurarlo, senza che sia necessario dimostrare un danno effettivo. L’ordine del superiore è stato ritenuto manifestamente illegittimo e quindi non idoneo a giustificare la condotta. Il ricorso dell’imputato è stato rigettato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Violata Consegna: Ordine del Superiore e Uso del Cellulare non Scusano

Il reato di violata consegna rappresenta una delle fattispecie più significative del diritto penale militare, posta a tutela dell’efficienza e della funzionalità dei servizi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui confini di questo reato, analizzando il caso di un militare che, durante un servizio di vigilanza, si era rifugiato in garitta con altri colleghi per il freddo, utilizzando il cellulare, apparentemente su autorizzazione del capopattuglia. La Suprema Corte ha ribadito la rigidità della norma, sottolineando come né l’ordine di un superiore né la mancanza di un danno effettivo possano escludere la responsabilità penale.

I Fatti del Caso: Servizio di Vigilanza e Ordini Infranti

La vicenda riguarda un militare effettivo presso un reggimento di artiglieria, impiegato nell’operazione “Strade Sicure” con funzioni di sentinella presso un consolato estero. Durante il suo turno, insieme a due colleghi, veniva sorpreso da sottufficiali ispettori all’interno della garitta, tutti intenti a utilizzare i propri telefoni cellulari. Tale condotta violava palesemente le consegne ricevute, le quali prevedevano che:
1. Nella garitta potesse stazionare un solo militare e solo in determinate circostanze (es. condizioni meteo avverse).
2. L’uso del telefono cellulare personale fosse tassativamente vietato durante il servizio.

La difesa dell’imputato sosteneva che egli avesse agito in errore, ritenendo legittimo l’ordine del capopattuglia di entrare in garitta a causa del freddo e che, data la sua inesperienza, si fosse semplicemente conformato a una disposizione superiore.

Il Percorso Giudiziario e la Decisione della Corte d’Appello

In primo grado, il Tribunale Militare aveva assolto il soldato perché “il fatto non costituisce reato”, accogliendo la tesi dell’errore scusabile. Tuttavia, la Procura Militare proponeva appello e la Corte Militare d’Appello ribaltava la decisione. Pur riconoscendo la sussistenza del reato, la Corte d’Appello assolveva l’imputato per la “particolare tenuità del fatto” ai sensi dell’art. 131-bis c.p., considerando le modalità non gravi della condotta e l’incensuratezza del militare. L’imputato, non soddisfatto, ricorreva in Cassazione chiedendo un’assoluzione piena.

L’Analisi della Cassazione sul Reato di Violata Consegna

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la correttezza della valutazione della Corte d’Appello circa l’esistenza del reato di violata consegna. I giudici hanno chiarito alcuni principi fondamentali:
* Natura del Reato: La violata consegna è un reato di pericolo presunto. Ciò significa che per la sua configurazione è sufficiente la mera trasgressione delle prescrizioni tassative della consegna, senza che sia necessario il verificarsi di un ulteriore evento dannoso. L’obiettivo della norma è tutelare la funzionalità e l’efficienza del servizio militare.
* Tassatività della Consegna: Le prescrizioni devono essere specifiche, chiare e non lasciare margini di discrezionalità al militare. Nel caso di specie, le regole sullo stazionamento in garitta e sull’uso dei cellulari erano inequivocabili.
* Irrilevanza dell’Ordine Illegittimo: La Corte ha ritenuto che l’eventuale ordine del capopattuglia di entrare tutti in garitta fosse “manifestamente illegittimo”. Un militare non può invocare la scriminante dell’adempimento di un ordine (art. 51 c.p.) quando l’illegittimità dell’atto comandato è palese. La compresenza di tre militari in uno spazio angusto e la loro distrazione con i cellulari comprometteva oggettivamente la capacità di vigilanza su un obiettivo sensibile.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione smontando punto per punto le argomentazioni difensive. In primo luogo, ha ritenuto pienamente attendibili le testimonianze degli ispettori che avevano sorpreso i militari, evidenziando come questi ultimi non si fossero nemmeno accorti del loro arrivo, a riprova della mancata vigilanza. L’assenza di traffico telefonico registrato sul cellulare dell’imputato non è stata considerata una prova sufficiente a escluderne l’utilizzo, data la molteplicità di funzioni di uno smartphone che non generano tabulati (es. navigazione internet, uso di app). Infine, è stata esclusa la buona fede, poiché le consegne scritte erano chiare e non lasciavano spazio a interpretazioni errate, anche per un militare con meno esperienza. L’impossibilità concreta di effettuare una vigilanza attiva da un piccolo spazio, distratti dai cellulari, rendeva la condotta intrinsecamente lesiva del bene giuridico protetto: la sicurezza del luogo presidiato.

Le Conclusioni: Implicazioni della Sentenza

Questa sentenza riafferma il principio di stretta legalità e responsabilità individuale nell’ordinamento militare. Per i militari impegnati in servizi di vigilanza, essa costituisce un monito chiaro: le consegne scritte e tassative devono essere osservate scrupolosamente, e nessun ordine verbale, se manifestamente contrario a tali consegne e alla sicurezza del servizio, può fungere da scusante. La decisione sottolinea che la tutela di obiettivi sensibili richiede un’osservanza incondizionata delle regole, poiché il bene protetto è l’efficienza stessa del servizio, un valore che la legge penale militare intende salvaguardare anche da pericoli solo potenziali.

Un militare commette il reato di violata consegna se segue un ordine di un superiore che contraddice le consegne scritte?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’ordine di un superiore non costituisce una scusante (scriminante) se è manifestamente illegittimo e contrario alle consegne ricevute, specialmente quando compromette la sicurezza del servizio.

Perché il reato di violata consegna è considerato un ‘reato di pericolo presunto’?
Perché la legge presume che la semplice violazione di una consegna tassativa sia di per sé pericolosa per l’efficienza e la funzionalità del servizio militare. Non è quindi necessario dimostrare che da quella violazione sia derivato un danno concreto: la trasgressione dell’ordine è sufficiente a integrare il reato.

La condotta di violata consegna può essere considerata non punibile se non ha causato alcun danno effettivo?
La condotta rimane un reato, ma può essere considerata non punibile se ricorrono i presupposti della ‘particolare tenuità del fatto’ (art. 131-bis c.p.). In questo caso, la Corte d’Appello ha ritenuto il fatto di particolare tenuità per le modalità non gravi e l’assenza di precedenti dell’imputato, pur confermando che il reato era stato commesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati