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Verbalizzazione stenotipica: quando l’assenza non è nullità

La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata verbalizzazione stenotipica della testimonianza della persona offesa, registrata solo in video, non costituisce una nullità processuale. Secondo la Corte, l’assenza della trascrizione integrale è una mera irregolarità, poiché il verbale riassuntivo redatto dal cancelliere è sufficiente a garantire la validità dell’atto e il diritto di difesa. Il ricorso dell’imputato, condannato in appello per rapina, è stato quindi dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Verbalizzazione stenotipica: l’assenza non sempre invalida il processo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un’interessante questione di procedura penale: cosa succede se manca la verbalizzazione stenotipica della testimonianza di una persona offesa? Questa omissione è sufficiente a invalidare una sentenza di condanna? La risposta dei giudici supremi è chiara e si fonda su un’attenta analisi delle norme che regolano la documentazione degli atti processuali.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per rapina aggravata emessa dalla Corte di Appello, in riforma di una precedente sentenza di primo grado. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione lamentando una violazione dei diritti della difesa. Il fulcro del ricorso era la mancata disponibilità della trascrizione integrale (la cosiddetta verbalizzazione stenotipica) dell’esame della persona offesa, svoltosi durante l’udienza di appello. In quell’occasione, la testimonianza era stata videoregistrata tramite un sistema informatico, ma al momento dell’accesso al fascicolo, la difesa aveva trovato solo un verbale sintetico redatto dal cancelliere, senza la trascrizione parola per parola delle dichiarazioni.

Il Motivo del Ricorso: una presunta violazione del diritto di difesa

Secondo la tesi difensiva, questa assenza rendeva impossibile valutare appieno la testimonianza, comprese le domande poste dalla Corte, impedendo di fatto un’efficace difesa in sede di ricorso per cassazione. La difesa sosteneva che tale mancanza integrasse una nullità di ordine generale ai sensi dell’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale, per violazione del diritto di assistenza e rappresentanza dell’imputato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sulla verbalizzazione stenotipica

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito diversi punti cruciali. In primo luogo, hanno sottolineato che il ricorso non rispettava il principio di autosufficienza, poiché la difesa si era limitata a produrre la ricevuta della richiesta inviata alla cancelleria, senza allegare una risposta che attestasse effettivamente l’assenza della trascrizione. Ma, andando al cuore della questione, la Corte ha stabilito un principio di diritto fondamentale: l’omissione della trascrizione delle registrazioni audiovisive, prevista dall’art. 139 c.p.p., non è una causa di nullità. Il sistema processuale penale si basa sul principio di tassatività delle nullità, il che significa che un atto può essere dichiarato nullo solo se la legge lo prevede espressamente. Nel caso della documentazione degli atti, l’unica nullità prevista (art. 142 c.p.p.) riguarda la mancata sottoscrizione del verbale riassuntivo da parte dell’ausiliario del giudice. Inoltre, lo stesso art. 139, comma 3, c.p.p. stabilisce che, qualora la registrazione non sia disponibile o non sia intellegibile, fa fede il verbale redatto in forma riassuntiva. Questo verbale, redatto alla presenza del difensore, è considerato sufficiente a garantire il diritto di difesa.

Le Conclusioni: Irregolarità non è Nullità

La decisione ribadisce che una violazione delle norme sulla documentazione degli atti, come l’assenza della verbalizzazione stenotipica, costituisce al massimo una mera irregolarità e non una nullità processuale. La presenza del difensore durante l’esame testimoniale e la disponibilità di un verbale riassuntivo sono ritenute garanzie sufficienti. Di conseguenza, il diritto di difesa non può dirsi leso dalla sola impossibilità di rileggere la trascrizione integrale di una testimonianza. La sentenza conferma un orientamento consolidato, volto a evitare che mere irregolarità formali possano paralizzare il corso della giustizia, bilanciando le esigenze di documentazione con il principio di tassatività delle cause di invalidità degli atti.

La mancanza della verbalizzazione stenotipica di una testimonianza è sempre causa di nullità della sentenza?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’omissione della trascrizione integrale (stenotipica) di una registrazione audiovisiva non è prevista dalla legge come causa di nullità, ma costituisce al massimo una mera irregolarità processuale.

Cosa fa fede se la registrazione di un’udienza non è disponibile o chiara?
In base all’art. 139, comma 3, del codice di procedura penale, se la riproduzione fonografica o audiovisiva non ha avuto effetto o non è chiaramente intellegibile, fa prova il verbale redatto in forma riassuntiva dal cancelliere.

Il diritto di difesa è violato se l’avvocato non può accedere alla trascrizione integrale di una testimonianza?
No. La Corte ha stabilito che il diritto di difesa non è leso, poiché l’attività istruttoria si svolge alla presenza del difensore e il verbale riassuntivo è considerato uno strumento sufficiente a documentare quanto accaduto, garantendo così le prerogative difensive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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