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Vendita fuochi d’artificio: licenza sempre obbligatoria

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato che chiedeva l’assoluzione piena dal reato di cui all’art. 678 c.p. La Suprema Corte ha chiarito un principio fondamentale sulla vendita fuochi d’artificio: la soglia quantitativa di 5 kg, al di sotto della quale non è richiesta licenza, vale solo per la detenzione e non per la vendita, la quale necessita sempre di una specifica autorizzazione. Poiché l’imputato esponeva la merce su una bancarella, è stata confermata la sussistenza del reato.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Vendita Fuochi d’Artificio: Licenza Sempre Obbligatoria Anche Sotto i 5 kg

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 26564/2024) ha ribadito un principio cruciale per chiunque intenda commercializzare materiale pirotecnico: la vendita fuochi d’artificio richiede sempre una specifica licenza, indipendentemente dalla quantità di merce posseduta. Questa decisione chiarisce la netta distinzione tra la semplice detenzione e l’attività di vendita, eliminando ogni equivoco sulla soglia dei 5 kg.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna in primo grado di un uomo per il reato previsto dall’art. 678 del codice penale. L’imputato era stato sorpreso a detenere e porre in vendita, su una bancarella improvvisata, artifizi pirotecnici di genere vietato senza le dovute cautele e, soprattutto, senza la necessaria licenza. Il Tribunale lo aveva condannato a sei mesi di arresto e duecento euro di ammenda, pena sospesa.

Successivamente, la Corte di Appello aveva riformato la sentenza, assolvendo l’imputato non con formula piena, ma per la ‘particolare tenuità del fatto’ ai sensi dell’art. 131-bis c.p. Insoddisfatto, l’uomo ha presentato ricorso in Cassazione, puntando a un’assoluzione completa per insussistenza del fatto.

Il Ricorso in Cassazione e le Tesi Difensive

La difesa ha basato il proprio ricorso su due argomentazioni principali:

1. Violazione di legge: Si sosteneva che il reato contestato si configurasse solo per la detenzione o vendita di materiale esplodente superiore ai 5 kg, una soglia che nel caso specifico non sarebbe stata superata.
2. Vizio di motivazione: Si contestava la mancanza di prove certe che l’imputato fosse l’effettivo venditore del materiale sequestrato.

L’obiettivo era ottenere un’assoluzione piena, che avrebbe cancellato ogni traccia del fatto illecito, a differenza dell’assoluzione per tenuità che, pur escludendo la pena, presuppone la commissione del reato.

Vendita Fuochi d’Artificio: Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato e confermando la correttezza del ragionamento dei giudici di merito. Le motivazioni si concentrano su una distinzione giuridica fondamentale.

La Distinzione tra Detenzione e Vendita

Il punto centrale della decisione riguarda l’interpretazione del limite quantitativo di 5 kg. La Suprema Corte ha chiarito che tale limite, previsto dall’art. 97 del R.D. n. 635 del 1940, si applica esclusivamente alla detenzione di materiale esplodente. Per la vendita fuochi d’artificio, invece, la legge è molto più stringente: essa può avvenire solo in presenza di una specifica autorizzazione, a prescindere dal quantitativo.

Nel caso in esame, i giudici avevano accertato che la merce non era semplicemente detenuta, ma esposta su una bancarella, un comportamento che inequivocabilmente denota la finalità di vendita. Di conseguenza, l’assenza della licenza rendeva l’attività illecita, rendendo irrilevante il superamento o meno della soglia dei 5 kg.

La Prova dell’Attività di Vendita

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha ritenuto ‘generica’ la contestazione difensiva sulla mancanza di prove. Al contrario, ha evidenziato come dal verbale di sequestro e dalla testimonianza resa in dibattimento dall’ispettore di polizia emergesse chiaramente che l’imputato era stato identificato nell’immediatezza mentre esponeva i fuochi d’artificio sulla sua bancarella.

Conclusioni

La sentenza ribadisce con forza un principio di diritto di notevole importanza pratica: chiunque intenda intraprendere la vendita fuochi d’artificio deve munirsi di un’apposita licenza. L’equivoco sulla soglia dei 5 kg è stato definitivamente risolto: tale limite si applica solo a chi detiene il materiale per uso personale o per altri scopi non commerciali. L’esposizione al pubblico su una bancarella o in un negozio integra la finalità di vendita e fa scattare l’obbligo di licenza, la cui mancanza configura il reato previsto dall’articolo 678 del codice penale. Questa pronuncia serve da monito per tutti gli operatori del settore e per chiunque sia tentato di avviare un commercio improvvisato, soprattutto nei periodi di festa.

È possibile vendere fuochi d’artificio senza licenza se la quantità è inferiore a 5 kg?
No. La sentenza chiarisce che il limite quantitativo di 5 kg, entro cui non è richiesta la licenza, si applica esclusivamente alla detenzione. L’attività di vendita di materiale esplodente, come gli artifizi pirotecnici, richiede sempre una specifica autorizzazione, indipendentemente dalla quantità.

Cosa significa essere assolti per ‘particolare tenuità del fatto’?
Significa che il reato, pur essendo stato accertato, viene considerato talmente lieve in tutte le sue componenti (modalità della condotta, esiguità del danno o del pericolo) da non giustificare l’applicazione di una sanzione penale. Non è un’assoluzione che certifica l’innocenza, ma una causa di non punibilità.

Perché la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di un’assoluzione piena?
La Corte ha respinto la richiesta perché ha ritenuto che il fatto-reato sussistesse. Era stato provato che l’imputato esponeva i fuochi d’artificio per la vendita e, come chiarito dalla stessa Corte, per la vendita è sempre necessaria la licenza. Pertanto, non c’erano le condizioni per un’assoluzione con formula piena (‘perché il fatto non sussiste’).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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