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Valutazione recidiva: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una condanna per truffa. L’oggetto del contendere era la valutazione della recidiva, ma i motivi del ricorso sono stati ritenuti generici. La Corte ha stabilito che una motivazione sintetica ma esplicativa, basata su molteplici precedenti specifici dell’imputato, è sufficiente a giustificare la recidiva e a rendere inammissibile un’impugnazione vaga.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Valutazione Recidiva: Quando il Ricorso è Inammissibile per Genericità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui requisiti di specificità dei ricorsi, in particolare quando l’oggetto della contestazione è la valutazione della recidiva. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso, condannando il proponente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, a causa della genericità delle argomentazioni difensive. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio i principi applicati.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di Appello che aveva confermato la responsabilità penale di un individuo per il reato di truffa, pur riducendo la pena inflitta in primo grado. L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per cassazione, incentrando le proprie doglianze sulla valutazione della recidiva operata dai giudici di merito. Secondo la difesa, tale valutazione non era stata adeguatamente motivata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. La Corte ha ritenuto che il ricorso non presentasse motivi validi per mettere in discussione la sentenza impugnata.

Le Motivazioni: La Corretta Valutazione della Recidiva

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui i giudici supremi hanno respinto le critiche difensive. La Corte ha affermato che la motivazione della sentenza d’appello, sebbene sintetica, era pienamente esplicativa e sufficiente a giustificare la valutazione della recidiva.

I giudici di merito avevano correttamente considerato i seguenti elementi:

1. Molteplici precedenti: L’imputato risultava gravato da numerosi precedenti penali, alcuni dei quali specifici per la stessa tipologia di reato.
2. Non occasionalità: La ricaduta nel reato non era un episodio isolato, ma indicava una tendenza a delinquere.
3. Accresciuta capacità criminale: I precedenti dimostravano una crescente pericolosità sociale e una consolidata capacità a commettere illeciti.

La Cassazione ha sottolineato come le censure difensive fossero del tutto generiche. L’avvocato del ricorrente si era limitato a un mero richiamo a principi giurisprudenziali astratti, senza calarli nel caso specifico e senza indicare quali circostanze di rilievo fossero state trascurate dai giudici d’appello. Un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere critiche specifiche e puntuali, in grado di incrinare il ragionamento logico-giuridico della sentenza impugnata. In assenza di tali elementi, la doglianza diventa generica e, come tale, inammissibile.

Conclusioni: L’Importanza di Motivi Specifici nel Ricorso

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la specificità dei motivi di ricorso. Non è sufficiente contestare genericamente una decisione; è necessario articolare argomentazioni precise che evidenzino un errore di diritto o un vizio di motivazione. Nel caso della valutazione della recidiva, la difesa deve dimostrare perché il giudizio sulla pericolosità dell’imputato, basato sui suoi precedenti, sia errato. Un appello che non soddisfa questo onere di specificità è destinato a essere dichiarato inammissibile, con l’ulteriore aggravio di costi per il ricorrente. La decisione rappresenta un monito per gli operatori del diritto sull’importanza di redigere atti di impugnazione dettagliati e concretamente ancorati alle risultanze processuali.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure difensive relative alla valutazione della recidiva erano generiche. La difesa si è limitata a un mero richiamo all’elaborazione giurisprudenziale senza indicare circostanze specifiche che potessero incrinare il giudizio dei giudici di merito.

Quali elementi sono sufficienti per motivare la sussistenza della recidiva?
Secondo la Corte, una motivazione, anche se sintetica, è sufficiente se spiega la valutazione basandosi su elementi concreti come la non occasionalità della ricaduta e l’accresciuta capacità a delinquere dell’imputato, desunte da molteplici precedenti penali, anche specifici.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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