Valutazione delle Prove: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile
L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso in Cassazione, in particolare quando si contesta la valutazione delle prove operata dai giudici di merito. La Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di giudizio dove poter ridiscutere i fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione del diritto. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne la portata.
I Fatti del Processo
Il caso riguarda un individuo condannato per il reato di indebito utilizzo di carte di pagamento, previsto dall’art. 493-ter del codice penale. La condanna si basava, tra l’altro, sulla testimonianza di una persona e su altri elementi di riscontro, come la disponibilità, da parte dell’imputato, di uno zaino e di un bancomat sottratti alla vittima.
L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un vizio di contraddittorietà nella motivazione della sentenza d’appello. Nello specifico, la difesa sosteneva che i giudici avessero errato nel considerare attendibile la testimonianza a carico, chiedendo di fatto una nuova e diversa interpretazione delle prove raccolte.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 9325 del 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui non è possibile, in sede di legittimità, ottenere una rivalutazione delle prove.
Il compito della Cassazione non è quello di stabilire se la valutazione del giudice di merito sia la migliore possibile, ma solo di verificare se essa sia immune da vizi logici manifesti o da contraddizioni evidenti. Se la motivazione è coerente e plausibile, la Corte non può intervenire, anche se fossero possibili altre interpretazioni dei fatti.
La corretta valutazione delle prove nel giudizio di legittimità
Questo caso evidenzia un punto cruciale del nostro sistema processuale penale. La valutazione delle prove, come l’analisi dell’attendibilità di un testimone, è una prerogativa esclusiva del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Questo perché tali giudici assistono direttamente alla formazione della prova, potendo cogliere sfumature e dettagli che emergono solo nel dibattimento.
Il ricorso in Cassazione può censurare la motivazione solo quando essa è palesemente illogica, incompleta o contraddittoria, al punto da non rendere comprensibile il ragionamento seguito dal giudice per arrivare alla condanna. Non è sufficiente, quindi, prospettare una lettura alternativa delle prove, se quella fornita nella sentenza impugnata è comunque ragionevole e ben argomentata.
Le Motivazioni della Sentenza
Nelle sue motivazioni, la Suprema Corte ha specificato che il ricorrente, sotto la veste di una presunta contraddittorietà, stava in realtà lamentando una “asseritamente sbagliata” valutazione della testimonianza e delle altre risultanze processuali. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva invece proceduto a un “attento scrutinio” della credibilità del testimone, trovando riscontri esterni a carico dell’imputato (come il possesso della refurtiva).
L’apprezzamento delle prove rappresenta una “questione di fatto” che ha una propria chiave di lettura nel compendio motivazionale del giudice e non può essere rivalutata in sede di legittimità, a meno che non si riscontrino “manifeste contraddizioni”. Poiché tali vizi non erano presenti nel caso di specie, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La decisione riafferma la distinzione netta tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Per gli operatori del diritto, ciò significa che un ricorso in Cassazione deve essere formulato con estremo rigore, concentrandosi non sulla plausibilità della ricostruzione dei fatti, ma sull’esistenza di specifici vizi logico-giuridici nella motivazione della sentenza. Per i cittadini, questo principio garantisce la stabilità delle decisioni, evitando che i processi possano essere riaperti all’infinito sulla base di semplici divergenze interpretative. La condanna dell’imputato a pagare le spese processuali e una somma alla Cassa delle ammende è la diretta conseguenza della proposizione di un ricorso privo dei requisiti di legge.
È possibile contestare in Cassazione il modo in cui un giudice ha valutato la testimonianza di una persona?
No, non è possibile chiedere alla Corte di Cassazione una nuova e diversa valutazione dell’attendibilità di un testimone. Si può contestare la valutazione solo se la motivazione del giudice è manifestamente illogica o contraddittoria.
Cosa significa che un ricorso in Cassazione è ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non supera un primo esame di ammissibilità perché non presenta i requisiti richiesti dalla legge. Ad esempio, è inammissibile un ricorso che, invece di denunciare violazioni di legge o vizi logici della motivazione, chiede semplicemente di riesaminare i fatti del processo.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La conseguenza principale è che la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione non consentita.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 9325 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 9325 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 04/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il 02/02/1984
avverso la sentenza del 16/09/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
N
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
considerato che l’unico motivo di cui si compone il ricorso, con cui si conte l’affermazione di responsabilità per il reato di cui all’art. 493-ter cod. la forma del vizio di contraddittorietà della motivazione, in realtà, lamenta una valutazione asseritamente sbagliata delle risultanze processuali particolare della testimonianza di NOMECOGNOME laddove la attendibilità di ques è stata riconosciuta dopo attento scrutinio, in difetto di elementi di segno c e viceversa in presenza di riscontri a carico dell’imputato, come la dispon dello zaino sottratto alla persona offesa insieme al bancomat (cfr. pp. 3-4)
che l’apprezzamento delle prove, e in particolare del contenuto di testimonianza, rappresenta una questione di fatto che ha una propria chiav lettura nel compendio motivazionale fornito dal giudice e non può essere rivalu in sede di legittimità, salvo che il giudice non sia incorso in ma contraddizioni (ex plurimis, Sez. 6, n. 27322 del 14/04/2008, De Ritis, Rv. 240524; Sez. 3, n. 8382 del 22/01/2008, COGNOME, Rv. 239342);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento d spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa d ammende.
Così deciso, il 4 febbraio 2025.