Valore Probatorio Impronta Digitale: Basta un Dito per la Condanna?
L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, numero 19529 del 2024, riafferma un principio cruciale nel processo penale: l’eccezionale valore probatorio impronta digitale. La Suprema Corte ha stabilito che una singola impronta, rinvenuta sulla scena del crimine, può essere sufficiente a fondare una sentenza di condanna, a meno che l’imputato non fornisca una spiegazione alternativa credibile. Analizziamo insieme questa importante decisione.
I Fatti del Caso
Il caso riguarda un ricorso presentato da un uomo condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello per furto aggravato in abitazione. La prova cardine a suo carico era una singola impronta papillare rinvenuta sul vetro esterno di una finestra dell’abitazione svaligiata, protetta da persiane. Il furto era avvenuto in un arco temporale ristretto, prevalentemente notturno, mentre i proprietari erano assenti.
L’imputato ha contestato la sentenza, sostenendo che una sola impronta non potesse costituire una prova sufficiente per affermare la sua responsabilità penale, adducendo come giustificazione la sua residenza nella stessa via dell’abitazione derubata e il fatto che non fossero state trovate altre sue tracce all’interno.
La Decisione della Corte e il Valore Probatorio Impronta Digitale
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. Gli Ermellini hanno confermato la consolidata giurisprudenza secondo cui il rilievo di impronte papillari su un oggetto legato al reato costituisce prova sufficiente della colpevolezza del soggetto a cui appartengono. L’onere di fornire una dimostrazione contraria, che spieghi la presenza di quell’impronta in modo lecito, ricade interamente sull’imputato.
Le Motivazioni
La Corte ha articolato il proprio ragionamento su diversi punti chiave che rafforzano il valore probatorio impronta digitale:
1. Affidabilità Scientifica: L’indagine dattiloscopica offre piena garanzia di attendibilità. Quando vengono individuati almeno sedici punti caratteristici uguali per forma e posizione, l’identificazione è certa. Questa certezza scientifica permette di stabilire senza dubbi la presenza fisica di una persona in un determinato luogo.
2. Contesto del Rinvenimento: La valenza della prova è stata amplificata dal contesto. L’impronta non era in un luogo di passaggio, ma sul vetro esterno di una finestra, un punto di accesso forzato per commettere il furto. Il fatto che fosse all’esterno, protetta da persiane, rendeva ancora più inverosimile una sua deposizione casuale.
3. Assenza di Giustificazioni Plausibili: L’imputato non ha fornito alcuna spiegazione logica e credibile per la presenza della sua impronta in quel punto specifico. La semplice vicinanza abitativa è stata ritenuta una circostanza del tutto insufficiente a giustificare il contatto con la finestra della vittima. L’assenza di altre impronte all’interno dell’abitazione è stata giudicata irrilevante, poiché non esclude la sua partecipazione al reato.
4. Inferenza Logica: Sulla base di questi elementi, la Corte ha ritenuto corretta l’inferenza logico-deduttiva operata dai giudici di merito: la presenza dell’impronta in quel luogo e in quel contesto temporale, unita all’assenza di relazioni lecite tra l’imputato e il luogo del delitto, conduceva direttamente all’affermazione della sua colpevolezza.
Le Conclusioni
Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per le indagini e i processi penali. Il valore probatorio impronta digitale è talmente elevato da poter sostenere, anche da sola, una condanna. La decisione sottolinea che non basta per la difesa negare il fatto, ma è necessario costruire una narrazione alternativa, logica e verificabile, che spieghi perché l’impronta dell’imputato si trovasse sulla scena del crimine. In assenza di tale giustificazione, la prova scientifica mantiene tutta la sua schiacciante forza accusatoria.
Una singola impronta digitale è sufficiente per una condanna per furto?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il rilievo di un’impronta papillare su un oggetto utilizzato per commettere il reato costituisce prova sufficiente di colpevolezza, a meno che l’imputato non fornisca una dimostrazione contraria che ne giustifichi la presenza.
Cosa rende un’impronta digitale una prova così affidabile?
La sua affidabilità deriva dalla certezza scientifica dell’indagine dattiloscopica. La Corte specifica che, se si evidenziano almeno sedici punti caratteristici uguali per forma e posizione, si ottiene la certezza che la persona identificata si sia trovata sul luogo del delitto.
È una giustificazione valida sostenere di abitare vicino alla scena del crimine?
No, la sentenza chiarisce che la semplice vicinanza abitativa non è una giustificazione sufficiente per spiegare la presenza di un’impronta in un punto specifico e anomalo, come il vetro esterno di una finestra. È necessaria una spiegazione logica e plausibile che colleghi lecitamente l’imputato a quel punto di contatto.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19529 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19529 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 24/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CAGLIARI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 08/11/2023 RAGIONE_SOCIALEa CORTE APPELLO di CAGLIARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza con cui la Corte di Appello di Cagliari ha parzialmente riformato la sentenza del Tribunale cittadino in ordine al reato di furto in abitazione mono aggravato (artt. 624 bis e 625 n.2 cod. pen.), rideterminando la pena inflitta.
Ritenuto che il primo ed unico motivo – con cui il ricorrente lamenta vizio di motivazione e violazione di legge in punto di affermazione RAGIONE_SOCIALEa penale responsabilità- è manifestamente infondato perché:
in contrasto con la consolidata giurisprudenza di legittimità di questa Corte secondo cui in tema di prova penale, il rilievo di impronte papillari su un oggetto utilizzato dagli autori del reato costituisce sufficiente prova di colpevolezza nei confronti del soggetto al quale le impronte si riferiscono, sicché un’eventuale contraria dimostrazione può provenire solo da quest’ultimo (Sez. 2 n. 9963 del 02/02/2022 Rv. 282795).
– non si confronta con il contenuto RAGIONE_SOCIALEa motivazione (pagg. 8 e 9) RAGIONE_SOCIALEa sentenza impugnata che evidenza come il risultato RAGIONE_SOCIALEe indagini dattiloscopiche offre piena garanzia di attendibilità e può costituire fonte di prova senza elementi sussidiari di conferma anche nel caso in cui siano relative all’impronta di un solo dito, sempre che evidenzino almeno sedici punti caratteristici uguali per forma e posizione. Ciò in quanto, a tali condizioni, fornisce la certezza che la persona con riguardo alla quale detta verifica sia effettuata si sia trovata sul luogo del delitto con la conseguenza che la legittimazione è utilizzabile dal giudice ai fini del giudizio di colpevolezza, in assenza di giustificazioni su detta presenza. La corrispondenza dattiloscopica può, poi, assumere maggiore o minore valenza indiziaria a carico del soggetto cui è riferibile l’impronta a seconda non solo del numero dei punti di coincidenza, ma anche in relazione al contesto di tempo e di luogo in cui la traccia papillare è stata lasciata e con riferimento ai potenziali soggetti cui riferirla.
A tale stregua, considerato il luogo di rinvenimento RAGIONE_SOCIALEe impronte riferibili all’imputato – sul vetro, lato esterno RAGIONE_SOCIALEa finestra protetta da persiane, come ricavabile dalle foto in atti – il ristretto arco temporale, concentrat prevalentemente nelle ore notturne, in cui si è verificata la sottrazione degli oggetti custoditi all’interno RAGIONE_SOCIALE‘abitazione dei coniugi- assenti dall’immobile dalle 19.00 del 13 agosto 2017 alle 2.00 del giorno successivo – nonché l’assenza di qualsivoglia lecita relazione tra il luogo del commesso delitto e la persona RAGIONE_SOCIALE‘imputato, diversa dalla dedotta vicinanza abitativa, deve ritenersi certamente corretta l’inferenza logico- deduttiva tratta dal Tribunale nel senso ritenuto e, per contro, soccombente, la circostanza che nessuna impronta del ricorrente sia stata rinvenuta all’interno RAGIONE_SOCIALE‘abitazione o che l’abitazione RAGIONE_SOCIALEo stesso sia ubicata nella medesima via, di tal che lo stesso – peraltro noto alle Forze RAGIONE_SOCIALE‘RAGIONE_SOCIALE per i suoi
precedenti per reati contro il patrimonio e detenzione di stupefacenti – potrebbe aver lasciato le impronte in altra occasione non riferibile al furto.
Rilevato pertanto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALEe spese processuali e RAGIONE_SOCIALEa somma di euro tremila in favore RAGIONE_SOCIALEa Cassa RAGIONE_SOCIALEe ammende.
P.Q.M
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALEe spese processuali e RAGIONE_SOCIALEa somma di tremila euro in favore RAGIONE_SOCIALEa Cassa RAGIONE_SOCIALEe ammende.
Così deciso il 24 aprile 2024 Il consigliere,estF.zore