Validità Narcotest: Quando il Verbale Basta per la Condanna
L’ordinanza n. 44634/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sulla validità narcotest come prova in un processo penale. Con questa decisione, la Suprema Corte ha stabilito che l’esito positivo di un test rapido, regolarmente verbalizzato, può essere un elemento fondante per una condanna, anche quando le analisi di laboratorio specialistiche non sono presenti nel fascicolo processuale. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.
I Fatti del Caso
Due individui ricorrevano in Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello che li aveva condannati. Il fulcro del loro ricorso era la contestazione dell’esistenza stessa di un narcotest, che secondo la Corte territoriale aveva dato esito positivo per la presenza di cannabis su un campione delle piante sequestrate. I ricorrenti sostenevano, in sostanza, che la Corte d’Appello avesse basato la sua decisione su una prova inesistente, configurando un travisamento del fatto.
La Posizione della Cassazione sulla validità narcotest
La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente le argomentazioni dei ricorrenti, dichiarando i ricorsi inammissibili. I giudici di legittimità hanno definito il ricorso “manifestamente infondato” e “declinato in fatto”. La Corte ha sottolineato che la sentenza d’appello aveva attestato in modo esplicito e positivo l’esistenza del narcotest, facendo riferimento a un verbale del 7 settembre 2022, ore 13:40, che ne documentava l’esito positivo.
La contestazione dei ricorrenti, secondo la Cassazione, si traduceva in un tentativo di ottenere un nuovo esame del merito della vicenda, cosa preclusa nel giudizio di legittimità. La Suprema Corte non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.
L’Irrilevanza dell’Analisi di Laboratorio
Un punto cruciale della decisione riguarda il peso probatorio del narcotest rispetto ad analisi più complesse. La Corte ha ritenuto “inconferente” (cioè irrilevante ai fini della decisione) il fatto che gli esiti delle analisi del LAAS (Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti) dei Carabinieri non fossero presenti nel fascicolo. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata logica e completa, in quanto ha basato la sua convinzione sulla colpevolezza degli imputati su una pluralità di elementi, tra cui il narcotest verbalizzato.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni della Cassazione si fondano su principi consolidati della procedura penale. In primo luogo, la Corte ribadisce che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sui fatti, ma di un controllo di legittimità. La doglianza dei ricorrenti, incentrata sulla presunta inesistenza di una prova documentale, è stata qualificata come un tentativo di rimettere in discussione l’accertamento fattuale compiuto dai giudici di merito, che avevano invece confermato l’esistenza del verbale e del test. In secondo luogo, la Corte afferma che la combinazione dell’esito del narcotest con altri elementi probatori ha permesso alla Corte d’Appello di giungere a una conclusione logica e motivata sulla natura illecita delle piante sequestrate, rendendo non indispensabile la presenza di ulteriori conferme da analisi di laboratorio.
Conclusioni
L’ordinanza in esame consolida un principio di notevole importanza pratica: la validità narcotest come elemento di prova è riconosciuta anche quando agisce in via preliminare e indiziaria. Se il suo esito positivo è correttamente documentato in un verbale e corroborato da altri elementi, può essere sufficiente per fondare un giudizio di colpevolezza. Per la difesa, ciò implica che contestare genericamente l’assenza di analisi di laboratorio potrebbe non essere una strategia efficace se esistono altri elementi probatori solidi, come un verbale che attesta in modo inequivocabile l’esito di un test rapido sul campo.
È sempre necessaria un’analisi di laboratorio per provare la natura stupefacente di una sostanza?
Secondo questa ordinanza, no. La Corte ha ritenuto sufficiente l’esito positivo di un narcotest, attestato in un verbale e unito ad altri elementi, per considerare provato che le piante sequestrate fossero di tipo botanico vietato, anche in assenza delle analisi di laboratorio nel fascicolo.
Un ricorso in Cassazione può contestare l’esistenza di una prova menzionata nella sentenza d’appello?
Può farlo, ma deve supportare adeguatamente la contestazione. In questo caso, il ricorso è stato giudicato “manifestamente infondato” e basato su un “travisamento non adeguatamente supportato”, poiché la Corte d’appello aveva chiaramente attestato l’esistenza del narcotest e del relativo verbale.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, come in questo caso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende a titolo sanzionatorio.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 44634 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 44634 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 11/10/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME NOME nato a LAMEZIA TERME il 08/05/1957 COGNOME NOME nato a LAMEZIA TERME il 17/09/1988
avverso la sentenza del 04/12/2023 della CORTE APPELLO di CATANZARO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminati i ricorsi di COGNOME NOME e COGNOME NOME
OSSERVA
Rilevato che i ricorsi che deducono come la Corte di appello abbia dato conto della esistenza di un narcotest invero inesistente (si rileva, invero, l’ambiguità del contenuto dei ricorsi parte in cui non consente di comprendere se si deduca l’inesistenza del narcotest ovvero la sua rilevanza ai fini della valutazione della ritenuta responsabilità) è manifestamente infondato declinato in fatto nella parte in cui si assume un travisamento non adeguatamente supportato, tenuto conto della attestazione della Corte di appello in termini positivi circa la esistenz narcotest (il cui esito è esplicito nel verbale del 7 settembre 2022 delle ore 13,40 in cui s atto della positività che denota presenza di canna bis nel campione esaminato);
rilevato che tale dato, unitamente agli altri anche presi in esame dalla Corte di appello, ha consentito di ritenere, con motivazione logica e completa che si sottrae al vaglio di legittim che le piante sequestrate ed estirpate fossero appartenenti al tipo botanico vietato dalla legg inconferente che gli esiti delle analisi da parte del LAAS dei Carabinieri a cui era stato invi campione non fossero presenti nel fascicolo;
rilevato che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con la condanna di ciascun ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processual
e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 11/10/2024