LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Validità etilometro: onere della prova e contestazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10372/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista sulla validità etilometro. La Corte ha ribadito che, mentre l’accusa deve provare l’omologazione e le verifiche periodiche, spetta alla difesa contestare specificamente il malfunzionamento dello strumento, non essendo sufficiente un’eccezione generica.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Validità Etilometro: La Cassazione e la Ripartizione degli Oneri Probatòri

La questione della validità etilometro è un tema centrale nei procedimenti per guida in stato di ebbrezza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 10372/2024) offre importanti chiarimenti sulla ripartizione degli oneri probatori tra accusa e difesa. La Suprema Corte ha delineato i confini entro cui la contestazione sul corretto funzionamento dell’apparecchio può essere considerata ammissibile, ribadendo un principio consolidato: alla generica doglianza della difesa deve contrapporsi un preciso onere di allegazione.

I Fatti di Causa: La Contestazione sulla Prova Alcolimetrica

Il caso trae origine dal ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La difesa aveva impugnato la sentenza di secondo grado, lamentando che la Corte d’Appello non avesse risposto adeguatamente ai motivi di appello riguardanti la regolarità del test alcolimetrico. In particolare, si contestava la mancata prova, da parte della pubblica accusa, dell’avvenuta omologazione dello strumento, della sua sottoposizione a revisioni periodiche e della corretta taratura.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Validità Etilometro

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi presentati del tutto generici e non in grado di confrontarsi adeguatamente con la logica e corretta motivazione della sentenza impugnata. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire i principi che regolano la materia, distinguendo nettamente la disciplina dell’etilometro da quella di altri strumenti di misurazione, come l’autovelox.

Onere della Prova a Carico dell’Accusa

La Corte riconosce che l’onere di provare l’omologazione e l’esecuzione delle verifiche periodiche sull’apparecchio utilizzato per l’alcoltest grava sulla pubblica accusa. Questo significa che il Pubblico Ministero deve essere in grado di dimostrare che lo strumento è stato approvato secondo legge e che ha superato i controlli periodici previsti.

Onere di Contestazione Specifica a Carico della Difesa

Tuttavia, a questo onere probatorio dell’accusa corrisponde un ‘onere di allegazione’ da parte della difesa. Non è sufficiente contestare in modo vago e generico il funzionamento dell’etilometro. L’imputato deve sollevare una contestazione specifica e circostanziata, ad esempio indicando elementi concreti che possano far dubitare del corretto funzionamento dell’apparecchio al momento del test.

Le Motivazioni

La Suprema Corte fonda la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. Si sottolinea come l’omologazione e le verifiche periodiche per l’etilometro siano espressamente previste dall’art. 379 del Regolamento esecutivo al Codice della Strada. Questa previsione normativa specifica differenzia la disciplina dell’etilometro da quella degli autovelox, per i quali è stata la Corte Costituzionale (con la sentenza n. 113/2015) a sancire la necessità di tarature periodiche.
Nel caso di specie, la sentenza impugnata aveva correttamente adempiuto al suo onere motivazionale. Era emerso, infatti, che un operante di Polizia Giudiziaria aveva confermato che lo strumento era stato sottoposto a manutenzione da parte del Ministero competente in data recente e nel rispetto della cadenza annuale prevista. A fronte di ciò, la difesa non aveva fornito alcuna prova o allegazione specifica che lo strumento non fosse stato tarato da una struttura accreditata o che il valore misurato non fosse attendibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza un principio fondamentale per la difesa nei procedimenti per guida in stato di ebbrezza. Per contestare efficacemente la validità etilometro, non basta un’eccezione generica sulla sua affidabilità. È necessario che la difesa si faccia parte attiva, allegando elementi specifici e concreti che mettano in discussione il buon funzionamento dell’apparecchio. In assenza di una tale contestazione mirata, la prova fornita dall’accusa, consistente nella dimostrazione dell’omologazione e delle verifiche periodiche, sarà ritenuta sufficiente a fondare un giudizio di colpevolezza.

Chi deve provare che l’etilometro funziona correttamente?
L’accusa ha l’onere di dimostrare che lo strumento è omologato e ha superato le verifiche periodiche. Tuttavia, a fronte di questa prova, spetta alla difesa l’onere di allegare fatti specifici che contestino il buon funzionamento dell’apparecchio.

È sufficiente per la difesa contestare genericamente la validità dell’etilometro?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un ricorso del tutto generico non è sufficiente. La difesa deve confrontarsi con la motivazione della sentenza impugnata e sollevare contestazioni specifiche sul malfunzionamento dello strumento.

La disciplina per la verifica dell’etilometro è la stessa di quella per l’autovelox?
No. La Corte chiarisce che la disciplina è diversa. Per l’etilometro, l’omologazione e le verifiche periodiche sono espressamente previste dal Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, a differenza degli autovelox, la cui taratura periodica è stata imposta da una sentenza della Corte Costituzionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati