LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Utilizzo indebito carta di credito: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione conferma la condanna per utilizzo indebito di carta di credito, stabilendo che ogni singola transazione costituisce un reato autonomo. Viene inoltre negata l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa dei precedenti penali dell’imputata e della significativa entità del danno. Il ricorso, basato su presunta errata identificazione e eccessività della pena, è stato dichiarato inammissibile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Utilizzo Indebito Carta di Credito: Ogni Strisciata è un Reato a Sé

L’utilizzo indebito di carta di credito è un reato che genera notevole allarme sociale e complesse questioni giuridiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su come valutare la pluralità di transazioni illecite e sull’applicabilità di istituti di favore come la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Analizziamo insieme la decisione per comprendere i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda una donna condannata in primo e secondo grado per il delitto previsto dall’art. 493-ter del codice penale. L’imputata aveva effettuato una serie di pagamenti illeciti utilizzando una carta di credito di provenienza furtiva. La sua identificazione era avvenuta grazie a testimonianze concordanti che avevano notato le sue fattezze fisiche, un abbigliamento particolare e la presenza di un bambino. Un elemento decisivo è stato il riconoscimento da parte di un Maresciallo che l’aveva conosciuta durante un periodo di arresti domiciliari. Inoltre, il veicolo usato per allontanarsi da un negozio di elettronica dopo uno degli acquisti era risultato di sua proprietà.

I Motivi del Ricorso e l’utilizzo indebito carta di credito

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:

1. Errata Identificazione: Si contestava la certezza del riconoscimento dell’imputata come autrice materiale dei pagamenti.
2. Mancato Riconoscimento della Particolare Tenuità del Fatto: Si sosteneva che il fatto, per la sua lieve entità, non dovesse essere punito.
3. Errata Applicazione del Reato Continuato: Si criticava la valutazione dei giudici di merito, che avevano considerato ogni singolo pagamento come un reato autonomo, portando a una pena ritenuta eccessiva. La difesa propugnava una visione unitaria della condotta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le doglianze della difesa con argomentazioni precise e conformi alla giurisprudenza consolidata.

Le Motivazioni

I giudici hanno smontato punto per punto le argomentazioni difensive. In primo luogo, hanno ritenuto il motivo sull’identificazione una semplice reiterazione di questioni già adeguatamente esaminate e risolte dalla Corte d’Appello, la cui motivazione è stata giudicata completa e logica.

In secondo luogo, la richiesta di applicare la particolare tenuità del fatto è stata respinta per due ragioni fondamentali: la significativa entità del danno economico causato alla vittima e, soprattutto, l’esistenza di precedenti penali a carico dell’imputata. Questa condizione, definita ‘abitualità ostativa’, impedisce di per sé l’accesso a tale beneficio, poiché rivela una tendenza a commettere reati.

Infine, e questo è il punto di maggiore interesse, la Corte ha confermato che nel reato di utilizzo indebito di carta di credito, ogni singola transazione costituisce un’autonoma violazione della legge. Non è possibile, quindi, considerare i molteplici pagamenti come un’unica condotta. La graduazione della pena, inoltre, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che in questo caso l’ha esercitata correttamente basandosi sui criteri degli articoli 132 e 133 del codice penale, tenendo conto anche del parziale risarcimento del danno a favore della vittima.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce due principi fondamentali in materia di reati con strumenti di pagamento. Primo, ogni operazione illecita è un reato a sé stante e non può essere assorbita in un’unica condotta continuata. Secondo, la presenza di un curriculum criminale preclude la possibilità di beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto, anche se il singolo danno potrebbe apparire modesto. Questa decisione rafforza la tutela delle vittime di frodi con carte di pagamento e serve da monito sulla severità con cui l’ordinamento giuridico tratta queste condotte, specialmente quando poste in essere da soggetti non nuovi a tali illeciti.

Più utilizzi di una carta di credito rubata costituiscono un unico reato?
No, secondo la Corte di Cassazione ogni singola condotta di utilizzo indebito dello strumento di pagamento costituisce un reato autonomo. Non è possibile applicare la disciplina del reato continuato per unificare le diverse transazioni in un’unica condotta.

Quando non si applica la causa di non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’?
La particolare tenuità del fatto non si applica in presenza di due condizioni evidenziate nella sentenza: la significativa entità del danno causato e la sussistenza di ‘abitualità ostativa’, ovvero la presenza di precedenti penali a carico dell’imputato che ne dimostrano una tendenza a delinquere.

Come viene determinata la pena in caso di utilizzo indebito di carte di pagamento?
La determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Quest’ultimo deve basarsi sui principi generali stabiliti dagli articoli 132 e 133 del codice penale, considerando elementi come il risarcimento del danno alla persona offesa e le modalità specifiche della condotta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati