Uso Personale di Stupefacenti o Spaccio? La Cassazione Fissa i Paletti
La linea di demarcazione tra la detenzione di droghe per uso personale di stupefacenti e la finalità di spaccio è spesso sottile e oggetto di complesse valutazioni giudiziarie. Con l’ordinanza n. 12439/2024, la Corte di Cassazione ribadisce i criteri fondamentali che guidano i giudici in questa distinzione, sottolineando come la presenza di specifici elementi possa far pendere la bilancia verso la configurazione del reato di spaccio, anche nella sua forma lieve.
I Fatti del Caso: Oltre il Semplice Consumo
Il caso esaminato trae origine da un ricorso presentato da un uomo condannato nei primi due gradi di giudizio per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, l’imputato era stato trovato in possesso di un quantitativo non trascurabile di droghe di diversa natura:
* 2,831 grammi di cocaina, da cui si potevano ricavare 17 dosi medie.
* 16,386 grammi di marijuana, sufficienti per 67 dosi singole.
* 7,503 grammi di hashish, corrispondenti a 94 dosi medie singole.
Il totale ammontava a ben 178 dosi. Oltre alle sostanze, rinvenute in parte sulla sua persona e in parte nella sua abitazione, le forze dell’ordine avevano sequestrato anche materiale tipicamente utilizzato per il confezionamento delle dosi, come un taglierino, cellophane e carta stagnola. L’imputato, nel suo ricorso, sosteneva che tutta la droga fosse destinata al proprio consumo, contestando la valutazione dei giudici di merito.
La Decisione della Corte: La Prova dell’Uso Personale di Stupefacenti
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno confermato la correttezza della decisione della Corte d’Appello, la quale aveva già stabilito che la finalità della detenzione non era esclusivamente personale. Questo significa che, secondo i giudici, almeno una parte della sostanza era destinata alla cessione a terzi.
Pluralità di Sostanze e Quantitativi
Il primo elemento valorizzato dalla Corte è la pluralità delle sostanze stupefacenti detenute. La contemporanea disponibilità di cocaina, marijuana e hashish, unita al numero complessivo di dosi ricavabili (178), è stata considerata un forte indizio che supera la logica di una semplice scorta personale, anche per un consumatore abituale.
Il Materiale per il Confezionamento: L’Indizio Decisivo
L’elemento che, più di ogni altro, ha chiuso il cerchio probatorio è stato il ritrovamento del materiale per il confezionamento. La presenza di taglierino, cellophane e carta stagnola è stata interpretata come la prova inequivocabile di un’attività preparatoria alla vendita. Secondo la Suprema Corte, questo dato fattuale esclude in radice l’ipotesi alternativa che l’intero quantitativo di droga fosse una scorta per uso personale. Chi detiene droga solo per sé, infatti, non ha generalmente motivo di possedere anche gli strumenti per suddividerla in dosi e venderla.
Le Motivazioni della Cassazione
La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando come il ricorso dell’imputato fosse una mera riproposizione di argomentazioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza introdurre elementi di novità o critiche specifiche alla sentenza impugnata. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata ‘congrua e corretta’ perché basata su una valutazione logica e coerente di tutti gli indizi a disposizione: la diversità delle droghe, il peso significativo e, soprattutto, il materiale per il confezionamento. Questi elementi, letti nel loro complesso, tracciano un quadro probatorio chiaro che va oltre il ragionevole dubbio, indicando una destinazione della sostanza non limitata al consumo personale.
Le Conclusioni
L’ordinanza in commento rappresenta un’importante conferma dei principi consolidati in materia di stupefacenti. La distinzione tra uso personale e spaccio non si basa solo sul dato quantitativo, ma su una valutazione complessiva di una serie di ‘indici sintomatici’. La presenza di materiale per il confezionamento, in particolare, assume un valore probatorio quasi decisivo, in quanto difficilmente compatibile con la tesi della scorta personale. Questa pronuncia serve da monito: la detenzione di droga, quando accompagnata da elementi che ne suggeriscano la futura cessione, integra il reato di spaccio, con conseguenze penali ben più gravi rispetto alla sanzione amministrativa prevista per il consumo personale.
Quando la detenzione di droga non è più considerata per uso personale?
Secondo la Corte, la detenzione supera l’uso personale quando, oltre alla quantità e alla pluralità delle sostanze, vengono rinvenuti elementi che indicano una destinazione alla vendita, come il materiale per il confezionamento delle dosi (taglierino, cellophane, ecc.).
Perché il materiale per il confezionamento è un indizio così importante?
Perché la sua presenza è considerata incompatibile con la finalità di solo consumo personale. Chi acquista droga per sé non ha, di norma, la necessità di possedere strumenti per dividerla e impacchettarla in singole dosi, un’attività tipica dello spaccio.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione si limita a ripetere le stesse argomentazioni già presentate?
Se il ricorso è una ‘mera riproduzione’ delle censure già esaminate e respinte nei gradi di merito, senza sollevare specifiche critiche alla sentenza impugnata, viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza, come avvenuto in questo caso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12439 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12439 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 15/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a MESSINA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/10/2023 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto che il ricorso di COGNOME NOMENOME che contesta la correttezza della motivazione postAase della dichiarazione di responsabilità per il reato di cui all’art. 73 comma 5 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 in relazione alla detenzione a fine non esclusivamente personale di grammi 2,831 di cocaina da cui erano ricavabili 17 dosi medie, grammi 16,386 di marijuana da cui erano ricavabili 67 dosi singole e grammi 7,5 103 di sostanza stupefacente tipo hashish da cui erano ricavabili 94 dosi medie singole, meramente riproduttivo RAGIONE_SOCIALE stesse censure già devolute con riguardo alla finalità di uso personale ed anche prive & specificità estrinseca, è inammissibile perché manifestamente infondato.
La corte territoriale, in continuità con la decisione di primo grado, ha ritenut dimostrata la finalità di uso non esclusivamente personale dello stupefacente in ragione della pluralità di sostanze stupefacenti (parte rinvenute addosso all’imputato e parte nell’abitazione) dal significativo peso ponderale e del numero di dosi singole anch’esso significativo ( 178) e dal rinvenimento del materiale per il confezionamento (taglierino, cellophane e carta stagnola) elementi dai quali ha tratto la conclusione che almeno una parte era destinata alla cessione. Motivazione congrua e corretta non rilevando il riferimento alla citata sentenza n. 29798/2017 di Questa Corte che ha dato rilevanza alla c.d. dipendenza multifilo, in quanto nel caso in esame l’esclusione della finalità di uso personale e della c.d. scorta si fonda sul rinvenimento del materiale per il confezionamento che esclude l’ipotesi alternativa di una scorta per uso personale.
Rilevato che pertanto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della RAGIONE_SOCIALE.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di C 3.000,00 in favore della RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ammende.
Così deciso in Roma, il 15 marzo 2024
Il Consigl GLYPH tensore
Il Presidente