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Ultima dichiarazione redditi: prescrizione e dubbi

Un imputato, condannato per false dichiarazioni nell’istanza di patrocinio a spese dello Stato, ricorre in Cassazione. Il dibattito verte su quale sia l’ultima dichiarazione dei redditi da considerare. La Corte, pur non ritenendo il ricorso infondato, annulla la sentenza per intervenuta prescrizione del reato.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Che cos’è l’ultima dichiarazione dei redditi per il gratuito patrocinio?

La corretta individuazione dell’ultima dichiarazione dei redditi è un requisito fondamentale per accedere al patrocinio a spese dello Stato, un istituto di civiltà giuridica che garantisce il diritto alla difesa anche a chi non ha le risorse economiche. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12584/2024) affronta un caso complesso, originato proprio da un dubbio interpretativo su quale anno di reddito considerare, concludendo però con un annullamento per prescrizione e lasciando aperta la questione di merito.

Il Caso: Dichiarazione dei Redditi e Istanza di Patrocinio

I fatti risalgono al 12 giugno 2014, quando un cittadino presenta un’istanza per essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato. Nell’istanza, egli fa riferimento ai redditi dell’anno 2013, dichiarazione che, a quella data, non era stata ancora presentata, poiché i termini di legge non erano ancora scaduti.
Nei gradi di merito, l’uomo viene condannato per il reato previsto dall’art. 95 del DPR 115/2002, che punisce le falsità o le omissioni nelle dichiarazioni presentate per ottenere il beneficio. Secondo l’accusa, avrebbe dovuto indicare i redditi dell’anno precedente, il 2012, la cui dichiarazione era già stata depositata.

I Motivi del Ricorso e la questione dell’ultima dichiarazione dei redditi

L’imputato decide di ricorrere in Cassazione, sollevando due motivi principali. Il primo, e più rilevante, riguarda proprio la violazione dell’art. 76 del DPR 115/2002. Egli sostiene che il giudice di merito abbia errato nel considerare il reddito del 2013 anziché quello del 2012. La difesa contesta la valutazione dei giudici, che avevano ritenuto irrilevante la non scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione 2013, dato che l’imputato vi aveva fatto esplicito riferimento.
La Corte di Cassazione riconosce che la nozione di “ultima dichiarazione dei redditi” è oggetto di un recente e acceso dibattito giurisprudenziale, citando due precedenti pronunce che offrono spunti interpretativi differenti. Questa complessità porta i giudici a ritenere il motivo di ricorso non manifestamente infondato e meritevole di attenzione.

Le Motivazioni della Corte

Nonostante l’interesse della questione giuridica, la Corte di Cassazione non entra nel merito della stessa. Il focus della decisione si sposta su un altro aspetto, prettamente procedurale: la prescrizione del reato.
I giudici rilevano che i fatti contestati risalgono al 12 giugno 2014. Al momento della decisione della Cassazione, nel marzo 2024, i termini massimi di prescrizione previsti dalla legge per quel reato sono ampiamente maturati. La prescrizione è una causa di estinzione del reato che interviene quando lo Stato non riesce a giungere a una condanna definitiva entro un certo periodo di tempo, stabilito dalla legge in base alla gravità del reato stesso. Poiché il rapporto processuale era stato correttamente instaurato, la Corte non può fare altro che prendere atto del decorso del tempo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione annulla la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando il reato estinto per prescrizione. Questa decisione, se da un lato pone fine alla vicenda processuale per l’imputato, dall’altro non risolve il dubbio interpretativo sull’ultima dichiarazione dei redditi. La questione rimane aperta, in attesa di un futuro intervento, magari delle Sezioni Unite, che possa fornire un criterio univoco e definitivo per tutti i casi simili. La sentenza evidenzia come, talvolta, la durata dei processi possa vanificare l’accertamento della verità, estinguendo il reato prima che si possa decidere sulla colpevolezza o innocenza dell’imputato nel merito.

Qual era il reato contestato all’imputato?
All’imputato era contestato il reato di cui all’art. 95 del DPR 115/2002, per aver reso dichiarazioni non veritiere nell’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, in continuazione e con l’aggravante della recidiva.

Qual è la questione giuridica centrale discussa nel ricorso?
La questione centrale riguarda l’interpretazione della nozione di “ultima dichiarazione dei redditi” ai sensi dell’art. 76 del DPR 115/2002, ovvero se si debba fare riferimento all’ultima dichiarazione già presentata o a quella relativa all’anno precedente la richiesta, anche se i termini per la presentazione non sono ancora scaduti.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna?
La Corte ha annullato la sentenza perché il reato si è estinto per prescrizione. I fatti risalgono al 12 giugno 2014 e, al momento della decisione della Cassazione nel 2024, era trascorso il tempo massimo previsto dalla legge per perseguire quel reato, senza che fosse intervenuta una condanna definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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