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Tutela terzi creditori e confisca: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23565/2024, ha stabilito che la procedura speciale per la tutela terzi creditori, prevista dal codice antimafia, si applica anche ai beni oggetto di confisca allargata. Annullando una decisione di un tribunale inferiore, la Corte ha affermato che le norme procedurali in vigore al momento dell’avvio del procedimento esecutivo devono essere applicate, in base al principio ‘tempus regit actum’, sottolineando che le riforme avevano già esteso tale protezione al momento della confisca stessa.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tutela Terzi Creditori e Confisca: La Cassazione Fa Chiarezza Sulle Norme Applicabili

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 23565 del 2024, è intervenuta su un tema di cruciale importanza: la tutela terzi creditori nell’ambito dei procedimenti di confisca penale. La decisione chiarisce quale disciplina processuale debba essere applicata per l’accertamento dei crediti vantati da soggetti terzi in buona fede su beni confiscati, soprattutto alla luce delle recenti riforme legislative. La pronuncia sottolinea l’importanza del principio tempus regit actum e ripercorre l’evoluzione normativa che ha progressivamente esteso le garanzie previste dal codice antimafia a tutte le forme di confisca.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’istanza di una società creditrice, titolare di un diritto reale di garanzia su alcuni immobili. Tali beni erano stati oggetto di confisca disposta con una sentenza di patteggiamento nei confronti di un soggetto imputato, tra l’altro, di associazione a delinquere e truffa aggravata. La confisca in questione rientrava nella tipologia della cosiddetta ‘confisca allargata’ (ex art. 240-bis c.p.).

Il Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Padova, pur riconoscendo in astratto il diritto della società a partecipare al ricavato della vendita degli immobili, aveva ritenuto non applicabile la procedura di verifica dei crediti prevista dal codice antimafia (D.Lgs. 159/2011), come estesa dalle recenti riforme normative. Contro questa decisione, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che le nuove norme, avendo natura processuale, avrebbero dovuto trovare immediata applicazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia, annullando l’ordinanza impugnata e rinviando il caso al Tribunale di Padova per un nuovo giudizio. Il cuore della decisione risiede nell’affermazione che il giudice dell’esecuzione avrebbe dovuto applicare la procedura di verifica dei crediti disciplinata dagli artt. 52 e seguenti del codice antimafia.

La Tutela Terzi Creditori nell’Evoluzione Normativa

Per comprendere la portata della sentenza, è essenziale ripercorrere l’evoluzione legislativa dell’art. 104-bis delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale. Originariamente, la disciplina di tutela per i creditori era limitata alla confisca di prevenzione. Tuttavia, una serie di interventi normativi ha gradualmente esteso questo sistema di garanzie:

1. Legge n. 161/2017: Ha introdotto i commi 1-bis e 1-ter, estendendo la nomina di un amministratore giudiziario e le norme del codice antimafia a sequestri di una certa complessità.
2. D.Lgs. n. 21/2018: Ha esteso tali disposizioni alla confisca ex art. 240-bis c.p.
3. D.Lgs. n. 14/2019: Ha ulteriormente ampliato l’applicazione delle norme sulla tutela dei terzi (Titolo IV del D.Lgs. 159/2011) al sequestro preventivo finalizzato alla confisca e, in particolare, ai casi di confisca allargata.
4. D.Lgs. n. 150/2022 (Riforma Cartabia): Ha esteso in via generale il regime di tutela dei terzi a tutte le ipotesi di confisca, a decorrere dal 30 dicembre 2022.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha basato la propria decisione su una rigorosa analisi della successione delle leggi nel tempo. I giudici hanno evidenziato che, contrariamente a quanto ritenuto dal giudice di merito, la disciplina speciale a tutela terzi creditori era già applicabile al caso di specie ben prima della Riforma Cartabia.

In particolare, il D.Lgs. n. 14 del 2019 aveva reso applicabili le norme del codice antimafia alla confisca allargata a partire dal 1° settembre 2021. Poiché la sentenza di confisca nel caso in esame è stata emessa il 21 settembre 2022 (divenuta irrevocabile il 20 ottobre 2022), essa ricadeva pienamente sotto l’imperio della normativa già in vigore.

Inoltre, la Corte ha rafforzato il suo ragionamento richiamando il principio tempus regit actum. L’incidente di esecuzione, con cui la società creditrice ha fatto valere le proprie ragioni, è stato instaurato il 4 aprile 2023, quando anche la Riforma Cartabia era già entrata in vigore. Essendo la verifica dei crediti un procedimento di natura squisitamente processuale, devono applicarsi le norme vigenti al momento del suo svolgimento. Di conseguenza, il giudice dell’esecuzione non poteva esimersi dall’attivare il sub-procedimento di verifica dei crediti, fissando l’apposita udienza e procedendo secondo le modalità tipizzate dagli artt. 52 e ss. del D.Lgs. n. 159 del 2011.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza rappresenta un punto fermo fondamentale per tutti i creditori (banche, fornitori, professionisti) che vantano diritti su beni successivamente attinti da un provvedimento di confisca penale. Le conclusioni che se ne possono trarre sono chiare:

* Applicabilità Generale: Il sistema di garanzie previsto dal codice antimafia, che bilancia l’interesse dello Stato ad acquisire i beni di provenienza illecita con la protezione dei creditori in buona fede, si applica ormai a tutte le forme di confisca.
Certezza Procedurale: I creditori dispongono di una procedura specifica e codificata (l’udienza di verifica dei crediti) per vedere accertati e soddisfatti i propri diritti, garantendo la par condicio creditorum*.
Principio Tempus Regit Actum*: Le norme processuali si applicano immediatamente ai procedimenti in corso, fornendo una regola chiara per dirimere i dubbi legati alla successione di leggi nel tempo. I giudici dell’esecuzione sono tenuti ad applicare la normativa vigente al momento in cui sono chiamati a decidere sull’istanza del creditore.

Quale procedura deve seguire un creditore per far valere i propri diritti su beni colpiti da confisca allargata?
Il creditore deve partecipare al procedimento di verifica dei crediti disciplinato dagli articoli 52 e seguenti del D.Lgs. n. 159 del 2011 (codice antimafia), che il giudice dell’esecuzione è tenuto ad avviare.

Le norme sulla tutela dei creditori del codice antimafia si applicano anche se la confisca è stata disposta prima della Riforma Cartabia?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’estensione di tali tutele alla confisca allargata era già in vigore dal 1° settembre 2021, per effetto del D.Lgs. n. 14 del 2019. Pertanto, si applicano a tutte le confische disposte dopo tale data.

Cosa significa il principio ‘tempus regit actum’ in questo contesto?
Significa che le regole procedurali da applicare sono quelle in vigore nel momento in cui si svolge l’atto processuale. Poiché la verifica dei crediti è un procedimento, si applicano le norme vigenti quando l’incidente di esecuzione viene instaurato, a prescindere da quando sia stata disposta la confisca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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