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Tutela del terzo: la Cassazione e la confisca allargata

Una società acquista un immobile all’asta. Anni dopo, una nuova legge permette la confisca allargata per un reato commesso dal precedente proprietario. La Cassazione interviene, stabilendo che le nuove norme, più restrittive per la tutela del terzo acquirente in buona fede, non possono essere applicate retroattivamente. La sentenza annulla il provvedimento che negava il dissequestro, riaffermando il principio di certezza del diritto e la protezione degli acquisti avvenuti prima della modifica legislativa.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tutela del terzo: la Cassazione limita la retroattività della confisca allargata

La tutela del terzo acquirente in buona fede rappresenta un pilastro della certezza del diritto, specialmente quando si interseca con le misure di prevenzione patrimoniale come la confisca. Con la sentenza n. 31179 del 2024, la Corte di Cassazione ha tracciato una linea netta sull’applicazione retroattiva delle norme in materia di confisca allargata, proteggendo chi ha acquistato beni prima che un cambiamento legislativo rendesse più severe le condizioni per far valere i propri diritti.

I Fatti del Caso

Una società commerciale aveva acquistato alcuni beni immobili nel febbraio 2020, aggiudicandoseli a un’asta giudiziaria a seguito di un pignoramento. Successivamente, il precedente proprietario degli immobili veniva coinvolto in un procedimento penale per vari reati, tra cui la truffa aggravata.

Nel luglio 2022, il Tribunale di primo grado disponeva la confisca di quei beni, applicando la cosiddetta ‘confisca allargata’ prevista dall’art. 240-bis del codice penale. Un dettaglio cruciale è che il reato di truffa aggravata, presupposto per la confisca, era stato inserito nell’elenco dell’art. 240-bis solo nel febbraio 2022, ovvero due anni dopo l’acquisto degli immobili da parte della società.

La società, ritenendosi un terzo acquirente in buona fede, chiedeva la revoca del sequestro, ma la sua istanza veniva respinta sia in primo grado che in appello cautelare. I giudici di merito ritenevano applicabile la più restrittiva disciplina del Codice Antimafia per la tutela dei terzi, in quanto la confisca era stata disposta dopo l’entrata in vigore della nuova legge.

La Decisione della Cassazione sulla tutela del terzo

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, accogliendo il ricorso della società. Il Collegio ha stabilito un principio fondamentale: sebbene la confisca allargata, in quanto misura di sicurezza, possa essere applicata retroattivamente nei confronti del reo, lo stesso non vale per le norme che regolano la tutela del terzo.

In altre parole, l’introduzione di una nuova fattispecie di reato nell’elenco della confisca allargata non può ‘trascinare’ con sé, in modo retroattivo, una disciplina più sfavorevole per i terzi che hanno acquisito diritti sui beni in un’epoca precedente alla modifica normativa. L’acquisto della società era avvenuto quasi due anni e mezzo prima che la legge cambiasse, e in quel momento la sua posizione giuridica era tutelata da un diverso e più favorevole quadro normativo.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito che il novum normativo (la nuova legge) ha connotato la posizione del terzo acquirente in buona fede in senso deteriore, limitandone la tutela giurisdizionale. Applicare retroattivamente tale peggioramento sarebbe contrario ai principi di certezza del diritto e di tutela dell’affidamento.

La giurisprudenza ha sempre distinto la posizione del reo da quella del terzo. Mentre per il primo la confisca allargata può operare anche per fatti commessi prima della sua introduzione, per il secondo prevale la necessità di proteggere i diritti acquisiti sulla base della legge vigente al momento dell’acquisto. L’estensione automatica delle procedure più restrittive del Codice Antimafia a situazioni consolidate prima della riforma legislativa è stata ritenuta illegittima.

Di conseguenza, la Corte ha annullato l’ordinanza impugnata, rinviando il caso al Tribunale di Firenze per un nuovo esame. Quest’ultimo dovrà valutare la richiesta di dissequestro della società senza applicare le norme più restrittive introdotte nel 2022, ma basandosi sui principi di diritto affermati dalla Cassazione a garanzia della tutela del terzo.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza significativamente la posizione dei terzi acquirenti in buona fede. La Corte di Cassazione ha inviato un messaggio chiaro: le modifiche legislative che inaspriscono le misure patrimoniali e limitano i diritti dei terzi non possono avere effetto retroattivo a danno di chi ha legittimamente acquisito un bene. Viene così riaffermato un equilibrio essenziale tra l’esigenza di contrastare l’accumulazione di ricchezza illecita e la fondamentale necessità di garantire la stabilità e la sicurezza dei traffici giuridici, proteggendo l’affidamento dei cittadini e delle imprese.

Una nuova legge che rende più difficile la tutela del terzo in caso di confisca può essere applicata a un acquisto avvenuto prima della sua entrata in vigore?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che una nuova norma che peggiora la tutela dei diritti del terzo acquirente in buona fede non può essere applicata retroattivamente. La posizione del terzo va valutata secondo la legge in vigore al momento dell’acquisto del bene.

Qual è la differenza di trattamento tra il reo e il terzo acquirente riguardo alla retroattività della confisca allargata?
Nei confronti del reo, la confisca allargata può essere disposta anche se il reato è stato inserito nell’elenco dei delitti presupposto dopo la sua commissione, purché prima della sentenza. Per il terzo acquirente in buona fede, invece, le norme procedurali che ne limitano la tutela non possono essere applicate retroattivamente se l’acquisto è avvenuto prima del cambiamento normativo.

Qual è il principio fondamentale affermato dalla Cassazione in questa sentenza?
Il principio è che l’inserimento di un nuovo reato nel perimetro della confisca allargata non può ‘trascinare’ con sé, in modo retroattivo, una disciplina più sfavorevole per la tutela dei diritti dei terzi. Questo tutela la certezza del diritto e l’affidamento di chi ha compiuto un’operazione economica basandosi sulla legislazione allora vigente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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