LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Turbativa d’asta: conflitto di interessi e prescrizione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due imputati per turbativa d’asta. Nonostante la prescrizione del reato, la Corte ha confermato le statuizioni civili. La sentenza sottolinea che la condotta, caratterizzata da un grave conflitto di interessi e dall’uso di informazioni privilegiate in una gara pubblica, costituisce un pericolo concreto per la libera concorrenza, impedendo un’assoluzione piena e giustificando la condanna al risarcimento del danno morale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Turbativa d’asta: il conflitto di interessi è reato anche se prescritto

Con la sentenza n. 9250 del 2025, la Corte di Cassazione affronta un caso complesso di turbativa d’asta, offrendo chiarimenti cruciali sulla rilevanza del conflitto di interessi e sulle conseguenze civili del reato anche quando interviene la prescrizione. La decisione sottolinea come condotte fraudolente, volte a mascherare legami tra l’ente appaltante e un concorrente, integrino il reato anche in assenza di accordi clandestini con la commissione di gara.

I fatti: un appalto, un ex-consigliere e un conflitto d’interessi

Il caso origina da una gara pubblica indetta da una Fondazione per la ristrutturazione di un proprio immobile. A vincere l’appalto è una società il cui amministratore è un ex componente del consiglio di amministrazione della stessa Fondazione, dimessosi poco prima della gara. La moglie dell’amministratore, inoltre, ricopriva il ruolo di dirigente amministrativo all’interno della Fondazione.

Secondo l’accusa, la coppia avrebbe orchestrato una serie di manovre per alterare la gara. In particolare, l’uomo, forte della sua pregressa posizione nella Fondazione, avrebbe sfruttato una conoscenza privilegiata dello stato dei luoghi e del progetto. La moglie, dal canto suo, avrebbe omesso di astenersi pur trovandosi in un palese conflitto di interessi. Per mascherare questi legami, le quote della società vincitrice erano state trasferite dalla moglie al marito contestualmente alle dimissioni di quest’ultimo dalla Fondazione.

Il percorso giudiziario e la questione della turbativa d’asta

Il Tribunale di primo grado aveva condannato entrambi gli imputati per il reato di turbativa d’asta in concorso. In appello, la Corte territoriale aveva dichiarato il reato estinto per intervenuta prescrizione, confermando però le statuizioni civili, limitatamente al risarcimento del danno morale.

Gli imputati hanno quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo diversi motivi, tra cui la mancanza di correlazione tra l’accusa originaria (collusione con la commissione di gara) e i fatti per cui erano stati condannati (sfruttamento di informazioni privilegiate e conflitto di interessi). La difesa ha inoltre insistito per un’assoluzione piena ai sensi dell’art. 129, comma 2, c.p.p., argomentando che la loro condotta non aveva concretamente messo in pericolo la parità di trattamento tra i concorrenti (par condicio).

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, confermando la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno chiarito che il delitto di turbativa d’asta è un reato di pericolo concreto: non è necessario che la gara venga effettivamente impedita, ma è sufficiente che le condotte collusive o fraudolente creino un rischio concreto di alterazione del suo regolare svolgimento.

Nel caso specifico, la Corte ha individuato l’alterazione nell’asimmetria informativa di cui godeva l’imputato rispetto agli altri partecipanti. Egli, insieme alla moglie, aveva partecipato all’approvazione del progetto e ne conosceva ogni dettaglio, ottenendo un vantaggio temporale e conoscitivo significativo. Questa condotta, unita alle manovre per occultare la contiguità tra la società vincitrice e l’ente appaltante (dimissioni strategiche, donazione di quote), è stata ritenuta un “mezzo fraudolento” idoneo a ledere l’interesse pubblico alla libera concorrenza.

La Cassazione ha inoltre ribadito un principio fondamentale: in presenza di una causa di estinzione del reato come la prescrizione, non è possibile ottenere un’assoluzione nel merito, a meno che l’innocenza dell’imputato non risulti evidente dagli atti, senza necessità di ulteriori approfondimenti. In questo caso, l’evidenza dell’innocenza era tutt’altro che palese, data la complessa serie di atti fraudolenti posti in essere. Per questo motivo, la conferma delle statuizioni civili è stata ritenuta legittima.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La sentenza in esame offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, ribadisce la gravità dei conflitti di interesse nelle gare pubbliche. Qualsiasi azione volta a mascherare tali conflitti o a sfruttare posizioni di privilegio per ottenere un vantaggio competitivo può integrare il reato di turbativa d’asta. In secondo luogo, chiarisce che l’estinzione del reato per prescrizione non cancella automaticamente ogni conseguenza. Se non emerge una prova evidente di innocenza, le responsabilità civili, come l’obbligo di risarcire il danno, possono sopravvivere alla declaratoria di prescrizione, lasciando intatte le conseguenze patrimoniali della condotta illecita.

Un reato di turbativa d’asta può essere considerato estinto per prescrizione ma comportare comunque una condanna al risarcimento dei danni?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che, anche se il reato è dichiarato estinto per prescrizione, le statuizioni civili (come la condanna al risarcimento del danno morale) rimangono valide se non emerge dagli atti una prova evidente dell’innocenza degli imputati, che giustificherebbe un’assoluzione piena.

Un conflitto di interessi tra chi partecipa a una gara e chi lavora per l’ente appaltante è sufficiente per configurare il reato di turbativa d’asta?
Sì, se tale conflitto si traduce in una condotta fraudolenta che crea un pericolo concreto per la libera concorrenza. Nel caso esaminato, non si trattava solo del conflitto in sé, ma di una serie di azioni (sfruttamento di informazioni privilegiate, dimissioni strategiche, trasferimenti di quote societarie) volte a turbare la gara, integrando così gli estremi del reato.

È possibile ottenere un’assoluzione piena se il reato è prescritto?
Sì, ma solo se l’innocenza dell’imputato è palese e immediatamente riscontrabile dagli atti del processo, senza la necessità di ulteriori indagini o valutazioni complesse. Se, come nel caso di specie, gli elementi a carico sono significativi, il giudice deve dichiarare la prescrizione senza poter assolvere nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati