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Turbata libertà del procedimento: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Per due imputati, la condanna è stata annullata per prescrizione del reato. Per un terzo imputato, il ricorso è stato rigettato, confermando la condanna. La sentenza chiarisce un principio fondamentale: il reato può configurarsi anche dopo che un bando di gara è andato deserto, se la condotta collusiva interviene nella fase successiva volta a manipolare la scelta del contraente, ad esempio alterando il contenuto di un nuovo bando.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Turbata Libertà del Procedimento: La Cassazione tra Prescrizione e Bando Deserto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sul reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, previsto dall’articolo 353-bis del codice penale. Il caso analizzato coinvolgeva tre imputati e due distinte vicende di presunte collusioni con un ente pubblico. La decisione finale ha visto un esito diverso per i ricorrenti: per due di loro la condanna è stata annullata per prescrizione, mentre per il terzo è stata confermata, stabilendo un principio chiave sulla configurabilità del reato anche in assenza di una gara formale in corso.

I Fatti: Due Vicende di Presunte Collusioni

Il processo riguardava due episodi distinti ma connessi alla gestione di un Consorzio Industriale Provinciale.

Nel primo episodio, un imprenditore e un progettista erano accusati di aver turbato, tramite collusioni, il procedimento per l’affidamento di una consulenza specialistica. Questa consulenza era propedeutica alla realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti. Secondo l’accusa, l’affidamento pilotato della progettazione avrebbe garantito a società riconducibili all’imprenditore una posizione di vantaggio nella successiva e più importante gara per la costruzione dell’opera.

Il secondo episodio vedeva coinvolto un altro imprenditore, accusato di collusione con i vertici del medesimo Consorzio. L’obiettivo era turbare la procedura per la concessione di aree industriali destinate a impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Dopo che un primo bando di gara era andato deserto, l’imprenditore si sarebbe accordato con i dirigenti dell’ente per avviare una trattativa privata, escludendo da un nuovo bando i terreni di suo interesse per ottenerli senza competizione.

La Decisione della Corte e la turbata libertà del procedimento

La Corte di Cassazione ha adottato una decisione differenziata.

Per l’imprenditore e il progettista coinvolti nella prima vicenda, la Corte ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio. Il motivo è stato l’intervenuta prescrizione del reato. La Corte ha ritenuto che i loro ricorsi non fossero manifestamente infondati, una condizione necessaria per poter dichiarare l’estinzione del reato in sede di legittimità.

Per il terzo imprenditore, invece, il ricorso è stato rigettato e la condanna confermata. Questa parte della sentenza è di particolare interesse perché affronta la questione centrale della portata applicativa del reato di turbata libertà del procedimento.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si sono concentrate su due aspetti principali: la prescrizione e l’ambito di applicazione dell’art. 353-bis c.p.

Prescrizione e Appelli non Inammissibili

Per i primi due ricorrenti, il fattore decisivo è stato il tempo. Essendo decorso il termine massimo di prescrizione previsto dalla legge per il reato contestato (commesso nel 2017), la Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto e annullare la condanna. Questo sottolinea come, anche a fronte di una possibile colpevolezza, il decorso del tempo possa estinguere l’azione penale.

Turbata Libertà del Procedimento Anche Senza Gara Formale

La parte più significativa della pronuncia riguarda il ricorso respinto. La difesa sosteneva che il reato non potesse sussistere perché la condotta illecita era avvenuta dopo che il bando di gara era andato deserto, in una fase di trattativa privata. Secondo questa tesi, mancando una competizione formale, non vi sarebbe stata alcuna “gara” da turbare.

La Cassazione ha respinto categoricamente questa interpretazione. Ha chiarito che il bene giuridico tutelato dall’art. 353-bis non è solo la regolarità della gara in senso stretto, ma l’intero procedimento amministrativo diretto alla scelta del contraente. Di conseguenza, il reato si configura anche quando la condotta fraudolenta, come la collusione, interviene per influenzare e deviare le fasi successive a un bando deserto. Nel caso di specie, la collusione era finalizzata a modificare il contenuto del nuovo bando per escludere alcuni lotti e favorire l’imprenditore, sottraendoli a una futura competizione pubblica. Questa “deviazione” dal percorso amministrativo corretto e imparziale integra pienamente il reato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza della Cassazione offre due importanti lezioni. In primo luogo, riafferma il ruolo cruciale della prescrizione nel sistema penale, che può portare all’estinzione del reato anche in presenza di sentenze di condanna nei gradi di merito. In secondo luogo, e con maggiore impatto sul diritto penale dell’economia, consolida un’interpretazione estensiva del reato di turbata libertà del procedimento. Viene stabilito che la tutela penale copre l’intero iter con cui la pubblica amministrazione seleziona un partner privato, includendo anche le fasi preparatorie, le trattative e le procedure che seguono un esito infruttuoso della gara. Questo principio serve a garantire la trasparenza, l’imparzialità e la correttezza della pubblica amministrazione in ogni momento della sua azione contrattuale.

Quando si configura il reato di turbata libertà del procedimento?
Il reato si configura quando un soggetto, attraverso mezzi fraudolenti come la collusione, perturba il corretto svolgimento di un qualsiasi procedimento amministrativo finalizzato alla scelta di un contraente da parte della pubblica amministrazione, non limitatamente alla sola fase della gara formale.

È possibile commettere il reato di turbata libertà del procedimento dopo che un bando di gara è andato deserto?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il reato è configurabile anche in questa fase. Se la condotta collusiva interviene nel procedimento successivo al bando deserto, ad esempio per condizionare il contenuto di un nuovo bando o per pilotare una trattativa privata, essa è penalmente rilevante.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per due imputati e non per il terzo?
Per i primi due imputati, la Corte ha dichiarato l’estinzione del reato per prescrizione, in quanto era trascorso il tempo massimo previsto dalla legge per perseguire quel fatto. Per il terzo imputato, invece, i termini di prescrizione non erano ancora decorsi e il suo ricorso è stato ritenuto infondato nel merito, portando alla conferma della condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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