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Truffa telematica: nuova legge e procedibilità

Un uomo, condannato in primo grado per truffa online aggravata, viene assolto in appello perché, esclusa l’aggravante della minorata difesa, mancava la querela della vittima. La Procura Generale ricorre in Cassazione, ma il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Suprema Corte applica una nuova legge (L. 90/2024), più favorevole all’imputato, che pur introducendo una specifica aggravante per la truffa telematica, ha ripristinato la necessità della querela per procedere penalmente.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa telematica: la Cassazione chiarisce l’impatto della nuova legge sulla procedibilità

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso di truffa telematica, fornendo chiarimenti cruciali sugli effetti di una nuova normativa che ha modificato il regime di procedibilità per questo tipo di reato. La decisione sottolinea come l’intervento del legislatore, pur introducendo una specifica aggravante per le frodi online, abbia di fatto reso nuovamente necessaria la querela della vittima per poter procedere penalmente.

I fatti di causa

Il caso riguardava un individuo accusato di truffa aggravata per aver messo in vendita una console per videogiochi su una nota piattaforma online. L’imputato, utilizzando artifizi e raggiri e sfruttando la distanza fisica, aveva indotto in errore un acquirente, facendosi versare un anticipo di 350 euro senza mai spedire il bene promesso.

In primo grado, il Tribunale lo aveva condannato, riconoscendo l’aggravante della minorata difesa (art. 61 n. 5 c.p.), poiché la commissione del reato tramite strumenti telematici aveva impedito alla vittima di verificare l’effettiva disponibilità del bene e l’identità del venditore. Tale aggravante rendeva il reato procedibile d’ufficio.

La Corte d’Appello, tuttavia, aveva riformato la sentenza, escludendo l’aggravante della minorata difesa. Di conseguenza, in assenza di tale circostanza, il reato di truffa semplice diventava procedibile solo a querela di parte. Poiché la querela non era mai stata presentata, la Corte aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti dell’imputato.

Contro questa decisione, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello proponeva ricorso per cassazione, sostenendo l’erronea esclusione dell’aggravante e, quindi, la sussistenza della procedibilità d’ufficio.

La nuova legge sulla truffa telematica e la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la propria decisione su un’importante novità legislativa intervenuta prima della presentazione del ricorso stesso: la legge n. 90 del 2024.

Questo intervento normativo ha introdotto nel Codice Penale (art. 640, comma 2, n. 2-ter) una nuova e specifica circostanza aggravante per il delitto di truffa, ovvero quando “il fatto è commesso a distanza attraverso strumenti informatici o telematici idonei ad ostacolare la propria o l’altrui individuazione”.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha evidenziato un aspetto cruciale della riforma: se da un lato il legislatore ha creato un’aggravante specifica per la truffa telematica, dall’altro ha scelto consapevolmente di ripristinare per questa fattispecie la regola generale della procedibilità a querela di parte. A differenza della truffa aggravata dalla minorata difesa “comune”, che rimane procedibile d’ufficio, la nuova truffa telematica aggravata richiede l’iniziativa della persona offesa.

Secondo i giudici, questa modifica normativa rappresenta una norma più favorevole per l’imputato (lex mitior) e, in base al principio di retroattività della legge penale più favorevole (art. 2, comma 4, c.p.), deve essere applicata anche ai procedimenti in corso. Il ricorso del Procuratore Generale, invece, si basava esclusivamente sulla preesistente giurisprudenza relativa alla minorata difesa, senza tenere conto della nuova legge già in vigore al momento della sua proposizione.

Il PG ha insistito sulla procedibilità d’ufficio legata alla vecchia interpretazione, ignorando che il nuovo quadro normativo, applicabile al caso di specie, richiedeva espressamente la querela. Pertanto, il profilo della procedibilità avrebbe dovuto essere valutato alla luce di questa sopravvenuta e più favorevole disposizione di legge.

Le conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: le modifiche al regime di procedibilità di un reato hanno natura mista, sostanziale e processuale, e incidono direttamente sulla punibilità dell’autore. Pertanto, una norma che introduce la procedibilità a querela per un reato prima procedibile d’ufficio è più favorevole e deve essere applicata retroattivamente. La Corte ha quindi confermato l’esito della sentenza d’appello (non doversi procedere), sebbene sulla base di un percorso argomentativo diverso e aggiornato al più recente intervento legislativo, dichiarando inammissibile il ricorso della Procura.

La truffa commessa online è sempre considerata aggravata dalla minorata difesa?
Non necessariamente dopo la nuova legge. La giurisprudenza precedente la riteneva tale, rendendola procedibile d’ufficio. Tuttavia, la Legge n. 90/2024 ha introdotto un’aggravante specifica per la truffa telematica, distinguendola da quella generica di minorata difesa e modificandone il regime di procedibilità.

Cosa ha cambiato la Legge n. 90 del 2024 per la truffa telematica?
Ha introdotto una specifica circostanza aggravante per la truffa commessa con strumenti informatici o telematici (art. 640, co. 2, n. 2-ter c.p.), ma ha contestualmente stabilito che, in questo caso, il reato è procedibile solo a querela della persona offesa, a differenza di quanto accade per altre truffe aggravate.

Perché il ricorso del Procuratore Generale è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si basava su un quadro normativo superato. Il Procuratore ha insistito sull’applicazione dell’aggravante della minorata difesa per sostenere la procedibilità d’ufficio, senza considerare che, al momento della presentazione del ricorso, era già in vigore la nuova legge (L. 90/2024), più favorevole all’imputato, che per la truffa telematica richiede la querela.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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