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Truffa telematica: condanna senza sospensione pena

La Corte di Cassazione conferma la condanna per truffa telematica a un individuo che, dopo aver venduto cuffie wireless online e incassato il pagamento, non ha mai spedito il bene. Il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto infondate le censure procedurali e ha confermato la decisione di non concedere la sospensione condizionale della pena, data la predisposizione del soggetto a reiterare il reato, desunta dal possesso di numerose carte prepagate.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa telematica: niente sospensione della pena per chi è predisposto al crimine

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso di truffa telematica, fornendo importanti chiarimenti sia sugli aspetti procedurali che su quelli sostanziali, in particolare riguardo alla concessione della sospensione condizionale della pena. La pronuncia conferma la condanna di un individuo per aver venduto online delle cuffie wireless senza mai consegnarle, consolidando un orientamento rigoroso verso chi manifesta una propensione a delinquere.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un uomo condannato in primo grado e in appello per una truffa telematica. L’imputato aveva messo in vendita delle cuffie wireless al prezzo di 107 euro, si era fatto accreditare la somma su una carta prepagata ma non aveva mai spedito il prodotto all’acquirente. La Corte di Appello di Milano aveva confermato la condanna a quattro mesi di reclusione, negando il beneficio della sospensione condizionale della pena. L’imputato, tramite il suo difensore, ha quindi proposto ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali: una presunta nullità procedurale, la mancanza di prove sulla sua responsabilità e l’ingiustificata negazione della sospensione della pena.

L’Analisi della Cassazione sulla truffa telematica

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le argomentazioni della difesa con motivazioni precise e nette.

Rigetto delle Censure Procedurali

Il primo motivo di ricorso lamentava che il decreto di citazione per il giudizio d’appello non conteneva gli avvertimenti relativi alla disciplina emergenziale COVID-19, che prevedeva la celebrazione del processo con rito cartolare (contraddittorio scritto). Secondo la difesa, questa omissione avrebbe leso i diritti dell’imputato. La Cassazione ha ritenuto il motivo manifestamente infondato, ribadendo che la mancata indicazione di una norma processuale non comporta la nullità dell’atto, in virtù del principio generale secondo cui l’ignoranza della legge non scusa, principio applicabile anche alla materia processuale.

Conferma della Responsabilità Penale

Il secondo motivo contestava la ricostruzione dei fatti e la sussistenza degli elementi del reato di truffa telematica. La difesa sosteneva che la carta prepagata potesse essere stata usata da terzi e che non fossero stati provati gli ‘artifici e raggiri’. Anche in questo caso, la Corte ha giudicato il motivo inammissibile, in quanto mirava a una rivalutazione del merito non consentita in sede di legittimità. La Corte di Appello aveva già logicamente spiegato perché la tesi difensiva fosse implausibile: l’imputato stesso aveva fornito tramite messaggistica istantanea le proprie generalità, il codice fiscale e il numero della carta. Gli ‘artifici e raggiri’ erano stati correttamente individuati nei numerosi messaggi rassicuranti inviati alla vittima per convincerla a mantenere la fiducia anche dopo il pagamento.

Le Motivazioni della Mancata Sospensione della Pena

Il punto più significativo della sentenza riguarda la decisione sulla sospensione condizionale della pena. La difesa lamentava che non fosse stata considerata l’incensuratezza dell’imputato all’epoca della prima sentenza. La Cassazione ha invece avallato pienamente la motivazione della Corte di Appello. Il beneficio non è stato concesso non solo per la gravità del fatto, ma soprattutto perché era emerso che l’imputato aveva attivato ben nove diverse carte prepagate (alcune delle quali già estinte). Questo elemento è stato interpretato come un chiaro indice di una ‘predisposizione di strumenti per la reiterazione della truffa’. Tale predisposizione a delinquere è stata ritenuta incompatibile con la prognosi favorevole sulla futura condotta del reo, che è un presupposto indispensabile per la concessione del beneficio. In sostanza, anche se formalmente incensurato, il comportamento complessivo dell’imputato dimostrava una personalità incline a commettere ulteriori reati dello stesso tipo.

Le Conclusioni

La sentenza in esame offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che nel contesto di una truffa telematica, gli ‘artifici e raggiri’ possono consistere anche in comunicazioni rassicuranti post-pagamento, volte a procrastinare la scoperta dell’inganno. In secondo luogo, e più importante, stabilisce un principio severo per la concessione della sospensione condizionale della pena: un certificato penale pulito al momento del primo giudizio non è sufficiente se altri elementi concreti (come il possesso di molteplici strumenti per commettere reati, quali numerose carte prepagate) indicano una probabilità di recidiva. La valutazione del giudice deve essere complessiva e proiettata al futuro, e la predisposizione al crimine può legittimamente precludere l’accesso ai benefici di legge.

La mancata indicazione delle norme processuali emergenziali nel decreto di citazione rende nullo l’atto?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che tale omissione non comporta la nullità dell’atto, poiché vige il principio generale della conoscenza della legge, applicabile anche in materia processuale.

Cosa può costituire ‘artificio e raggiro’ in una truffa telematica?
Secondo la sentenza, gli ‘artifici e raggiri’ possono essere integrati dai numerosi messaggi rassicurativi inviati alla vittima, sia tramite messaggistica istantanea che per telefono, dopo aver ricevuto il pagamento, al fine di mantenere la sua fiducia e ritardare la scoperta della frode.

Perché è stata negata la sospensione condizionale della pena a un imputato incensurato al momento del primo giudizio?
Il beneficio è stato negato perché, nonostante l’assenza di precedenti, l’imputato aveva attivato nove carte prepagate. Questo è stato considerato un indicatore di una ‘predisposizione di strumenti per la reiterazione della truffa’, incompatibile con la prognosi favorevole richiesta per la concessione della sospensione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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