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Truffa pedaggio autostradale: il tailgating è reato

Un automobilista, dopo aver evitato di pagare il pedaggio per 16 volte accodandosi ad altri veicoli, era stato assolto in primo grado. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, stabilendo che tale comportamento configura il reato di truffa per pedaggio autostradale e non una semplice insolvenza, a causa dell’astuzia utilizzata per ingannare il sistema di pagamento.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa Pedaggio Autostradale: La Cassazione sul “Tailgating”

Accodarsi all’auto che precede al casello per passare senza pagare è una semplice “furbata” o un vero e proprio reato? Con la recente sentenza n. 27168/2025, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: questa condotta integra il reato di truffa pedaggio autostradale. La decisione chiarisce la linea di demarcazione tra la truffa e la meno grave insolvenza fraudolenta, evidenziando come l’uso di astuzia sia l’elemento decisivo.

I Fatti del Caso: Passaggi Ripetuti Senza Pagamento

Il caso ha origine dal ricorso del Procuratore Generale contro una sentenza di assoluzione emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari. Un automobilista era stato accusato di aver effettuato sedici passaggi autostradali abusivi presso dieci diverse stazioni di uscita in meno di due mesi, accumulando un debito di oltre 500 euro nei confronti della società di gestione.

Il suo modus operandi era sempre lo stesso: si avvicinava al varco riservato ai possessori di sistemi di pagamento automatico e si accodava repentinamente al veicolo che lo precedeva, sfruttando l’apertura della sbarra per transitare senza che il suo passaggio venisse registrato e, di conseguenza, senza pagare il pedaggio. Nonostante la prova di tale condotta, il giudice di primo grado lo aveva assolto “perché il fatto non sussiste”, senza però motivare adeguatamente sulla modalità esecutiva contestata.

La Decisione dei Giudici: Dalla Assoluzione all’Annullamento

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore Generale, annullando la sentenza di assoluzione e rinviando il caso a un nuovo giudizio. I giudici supremi hanno ritenuto che il Giudice di primo grado avesse errato nel non considerare la condotta di “tailgating” (accodarsi) come un raggiro idoneo a configurare il reato di truffa.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché si configura la truffa pedaggio autostradale

La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato, distinguendo nettamente la truffa dall’insolvenza fraudolenta. La differenza non risiede nel semplice mancato pagamento, ma nelle modalità con cui esso avviene.

* Insolvenza Fraudolenta: Si configura quando una persona contrae un’obbligazione (come quella di pagare il pedaggio) dissimulando il proprio stato di insolvenza, con l’intenzione fin dall’inizio di non pagare. È un comportamento passivo, di mera omissione.
* Truffa: Richiede un comportamento attivo, caratterizzato da “artifici o raggiri”. Nel caso di specie, l’atto di accodarsi al veicolo che precede non è una semplice omissione, ma un espediente astuto e attivo (un raggiro, appunto) finalizzato a ingannare il sistema automatico di riscossione. L’automobilista non si limita a non pagare, ma simula una situazione non vera, inducendo in errore il sistema di controllo per ottenere un profitto ingiusto (il transito gratuito) con altrui danno (la perdita economica per il gestore).

La Cassazione sottolinea che questo “specifico e ripetuto modus operandi” è un elemento più che sufficiente a integrare gli estremi del delitto di truffa, in quanto manifesta una chiara volontà di eludere il pagamento attraverso un inganno.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza conferma che le “furbate” al casello autostradale hanno conseguenze penali serie. La decisione è un monito importante: il “tailgating” non è una semplice infrazione o un illecito civile, ma un reato di truffa aggravata. La giurisprudenza è chiara nel qualificare come raggiro qualsiasi comportamento che, sfruttando le logiche di un sistema automatizzato, ne alteri il funzionamento per ottenere un vantaggio indebito. Pertanto, chi pensa di risparmiare sul pedaggio con questi espedienti rischia una condanna penale, con conseguenze ben più gravi del costo di un biglietto autostradale.

Accodarsi a un’altra auto al casello autostradale per non pagare è reato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione questo comportamento integra il delitto di truffa, in quanto l’accodarsi (tailgating) è considerato un raggiro idoneo a ingannare il sistema di pagamento e a evitare il pedaggio.

Qual è la differenza tra truffa e insolvenza fraudolenta nel caso del mancato pagamento del pedaggio?
La truffa si configura quando si utilizzano attivamente artifici o raggiri (come accodarsi a un altro veicolo) per simulare una situazione non vera e indurre in errore. L’insolvenza fraudolenta, invece, consiste nel dissimulare la propria reale incapacità di pagare, contraendo un’obbligazione con l’intento di non adempierla, senza però porre in essere un inganno attivo come nel caso del tailgating.

Un singolo episodio di mancato pagamento al casello con questa modalità è sufficiente per configurare la truffa?
La sentenza sottolinea che lo “specifico e ripetuto modus operandi” è un elemento idoneo a integrare il raggiro. Sebbene non escluda che un singolo episodio possa essere considerato truffa a seconda delle modalità, la ripetitività del comportamento rafforza la sussistenza del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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