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Truffa online: nuova legge e procedibilità a querela

Un soggetto è stato accusato di truffa online per la mancata consegna di una console di gioco pagata online. Il procedimento è stato archiviato a seguito della remissione di querela. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del Procuratore, chiarendo che una nuova legge del 2024, pur introducendo un’aggravante specifica per la truffa online, stabilisce che essa rimanga procedibile a querela, confermando così l’estinzione del reato.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa Online: La Cassazione e la Nuova Legge sulla Procedibilità a Querela

La truffa online rappresenta una delle minacce più diffuse nell’era digitale. La facilità con cui si possono concludere transazioni a distanza nasconde spesso insidie per gli acquirenti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la procedibilità di questo reato, soprattutto alla luce di una importante novità legislativa del 2024. Vediamo cosa è stato deciso e quali sono le implicazioni pratiche per le vittime.

I Fatti del Caso: Una Console Pagata e Mai Ricevuta

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una vicenda purtroppo comune. Un utente, dopo aver acquistato una console per videogiochi su una nota piattaforma di e-commerce, versava la somma di 218 euro al venditore. Tuttavia, il bene promesso non veniva mai spedito né consegnato.

Inizialmente, il Tribunale aveva dichiarato di non doversi procedere nei confronti dell’imputato, poiché la persona offesa aveva ritirato la querela (remissione di querela) e la difesa l’aveva accettata. Questa decisione si basava sulla considerazione che si trattasse di una truffa semplice, un reato che, per legge, è procedibile solo su iniziativa della vittima.

Il Dibattito sulla Natura della Truffa Online

Il Procuratore Generale presso la Corte d’appello ha impugnato la sentenza, sostenendo una tesi diversa. Secondo l’accusa, la truffa online non dovrebbe essere considerata una truffa semplice. La distanza tra le parti e l’impossibilità di visionare il bene o verificare l’identità del venditore creerebbero una condizione di particolare vulnerabilità per l’acquirente. Questa situazione, secondo il Procuratore, integra l’aggravante della minorata difesa (prevista dall’art. 61 n. 5 del codice penale).

La presenza di tale aggravante avrebbe una conseguenza fondamentale: trasformerebbe il reato da procedibile a querela a procedibile d’ufficio. In tal caso, la remissione della querela da parte della vittima sarebbe stata irrilevante e il processo sarebbe dovuto proseguire.

Le Motivazioni della Cassazione: Decisiva la Novità Legislativa

La Corte di Cassazione, pur riconoscendo il consolidato orientamento che spesso qualifica la truffa online come aggravata, ha rigettato il ricorso basandosi su una decisiva novità normativa: la legge del 28 giugno 2024, n. 90.

Questa legge ha introdotto nell’articolo 640 del codice penale un’aggravante specifica per la truffa commessa “a distanza attraverso strumenti informatici telematici idonei a ostacolare la propria o altrui identificazione”. Sebbene la norma riconosca la maggiore gravità di questa condotta, ha anche stabilito espressamente che, nonostante l’aggravante, il reato rimane perseguibile a querela della persona offesa.

La Corte ha sottolineato che questa nuova disposizione, essendo una norma processuale che regola una condizione di procedibilità, si applica anche ai processi in corso. Poiché il ricorso è stato presentato dopo l’entrata in vigore della nuova legge, la sua applicazione è diventata inevitabile.

Le Conclusioni: Cosa Cambia in Pratica

La decisione della Corte di Cassazione sancisce un punto fermo di grande rilevanza pratica. Anche se la truffa online è riconosciuta come una forma aggravata del reato, la sua perseguibilità è ora legislativamente ancorata alla volontà della vittima. Di conseguenza, l’eventuale remissione della querela ha piena efficacia estintiva del reato.

Questo significa che le vittime di raggiri online devono essere consapevoli che la loro querela è l’atto fondamentale per avviare e mantenere in vita il procedimento penale. Il ritiro della stessa comporta, come nel caso di specie, la chiusura definitiva del caso. La sentenza, quindi, pur respingendo il ricorso del Procuratore, chiarisce il quadro normativo aggiornato, offrendo una guida chiara per i casi futuri di truffa online.

Una truffa online è sempre un reato procedibile d’ufficio?
No. A seguito della Legge n. 90 del 2024, la truffa online, pur essendo considerata una fattispecie aggravata, rimane un reato procedibile a querela della persona offesa.

Cosa succede se la vittima di una truffa online ritira la querela?
Se la vittima ritira la querela (tecnicamente, effettua la remissione di querela), il reato si estingue e il procedimento penale viene terminato, come accaduto nel caso di specie.

La nuova legge sulle truffe online si applica anche ai processi già in corso?
Sì. Trattandosi di una norma processuale che definisce una condizione di procedibilità (la necessità della querela), essa si applica anche ai procedimenti pendenti al momento della sua entrata in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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