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Truffa online: Cassazione su tenuità del fatto

Un soggetto viene condannato per truffa online per non aver consegnato un bene venduto a un prezzo vantaggioso. La Corte di Cassazione conferma la sua responsabilità ma annulla la sentenza con rinvio perché la Corte d’Appello non ha motivato il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, come richiesto dalla difesa.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa Online: Quando il Giudice Deve Valutare la Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, è tornata a pronunciarsi sul tema della truffa online, offrendo importanti chiarimenti. Se da un lato viene confermato che la vendita di un bene mai consegnato integra il reato, dall’altro si sottolinea l’obbligo per il giudice di motivare adeguatamente l’eventuale diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Analizziamo insieme questo interessante caso.

I Fatti di Causa: la Vendita Mai Conclusa

Il caso trae origine da una tipica vicenda di frode sul web. Un individuo pubblica un annuncio per la vendita di un bene a un prezzo particolarmente vantaggioso. Un acquirente interessato, allettato dall’offerta, contatta il venditore e, dopo una breve trattativa, effettua il pagamento della somma pattuita su una carta prepagata. Tuttavia, nonostante il versamento, il bene non viene mai spedito né consegnato.

Il Percorso Giudiziario e i Motivi del Ricorso

L’autore della vendita viene condannato per il reato di truffa aggravata sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte di Appello. La difesa decide quindi di presentare ricorso in Cassazione, basandolo su diversi motivi. In primo luogo, si contesta la sussistenza stessa del reato, sostenendo che la semplice pubblicazione di un annuncio e la mancata consegna non bastino a configurare la truffa. In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, si lamenta la mancata assoluzione per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

La Decisione della Cassazione sulla Truffa Online

La Suprema Corte dichiara inammissibile il ricorso per quanto riguarda l’affermazione di responsabilità. I giudici ribadiscono un principio consolidato: integra il reato di truffa contrattuale la condotta di chi mette in vendita un bene online a un “prezzo conveniente”, ottenendo il pagamento senza poi consegnare la merce. Tali circostanze, unite all’uso di recapiti che rendono difficile il rintraccio del venditore, dimostrano la volontà iniziale (dolo) di non adempiere al contratto. Il fatto che il denaro sia stato incassato sul conto dell’imputato è considerato un elemento chiave per ricondurre a lui la condotta.

Le Motivazioni: l’Annullamento per Omessa Motivazione

La sentenza viene però annullata su un punto decisivo. La Corte di Cassazione accoglie il motivo di ricorso relativo alla violazione dell’art. 131-bis c.p. I giudici supremi rilevano che, nonostante la difesa avesse specificamente richiesto in appello di valutare la particolare tenuità del fatto, la Corte territoriale aveva completamente omesso di fornire una risposta sul punto.

Questo silenzio costituisce un “vizio di omessa motivazione”, un errore procedurale che rende invalida la sentenza su quella specifica questione. Il giudice d’appello, infatti, ha l’obbligo di esaminare e motivare tutte le istanze difensive. Non può semplicemente ignorarle. Pertanto, la Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, limitatamente a questo aspetto, e ha rinviato il caso a un’altra sezione della Corte di Appello.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione ha importanti implicazioni. Anzitutto, conferma la solidità dell’orientamento giurisprudenziale sulla configurabilità della truffa online. Tuttavia, evidenzia con forza un principio di garanzia fondamentale: ogni richiesta della difesa deve ricevere una risposta motivata dal giudice.

In questo caso, la colpevolezza dell’imputato per il reato non è stata messa in discussione, ma la sua punibilità è ancora incerta. Il nuovo giudice d’appello dovrà ora valutare nel merito se l’offesa, pur sussistente, sia stata così lieve da non meritare una sanzione penale. Questa sentenza serve da monito sull’importanza della completezza della motivazione, che deve affrontare ogni aspetto sollevato nel processo.

Pubblicare un annuncio online e non spedire la merce pagata è sempre truffa?
Sì, secondo la sentenza integra il reato di truffa contrattuale, specialmente se l’offerta è a un prezzo molto conveniente e il venditore si rende difficilmente rintracciabile. Queste circostanze dimostrano la volontà iniziale di ingannare e non adempiere al contratto.

Perché la Cassazione ha annullato la sentenza pur confermando la colpevolezza per la truffa?
La Cassazione ha annullato la sentenza non perché l’imputato non fosse colpevole, ma perché i giudici della Corte d’Appello hanno commesso un errore procedurale. Essi hanno omesso di motivare la loro decisione su un punto specifico sollevato dalla difesa, ovvero la richiesta di non punibilità per la particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

Cosa significa “annullamento con rinvio” limitato a un punto specifico?
Significa che la sentenza della Corte di Cassazione non ha cancellato l’intero processo. Ha confermato la parte della decisione relativa alla colpevolezza per il reato di truffa, ma ha stabilito che un’altra sezione della Corte d’Appello dovrà riesaminare e decidere, questa volta con una motivazione adeguata, solo la questione della possibile applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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