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Truffa on line e minorata difesa: la decisione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22213/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa on line. La Corte ha confermato la sussistenza dell’aggravante della minorata difesa, poiché l’autore aveva consapevolmente tratto vantaggi specifici dall’uso di internet. È stato inoltre rigettato il motivo relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, ribadendo che il giudice può negarle basandosi sui soli elementi negativi decisivi.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa on line: quando scatta l’aggravante della minorata difesa

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, torna a pronunciarsi sul tema della truffa on line e sulle condizioni per l’applicazione dell’aggravante della minorata difesa. La decisione chiarisce come l’utilizzo della rete possa costituire un vantaggio per il truffatore, tale da giustificare un aumento di pena, e ribadisce i criteri per la concessione delle attenuanti generiche.

Il contesto del ricorso: una condanna per truffa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte nasce dal ricorso di un individuo condannato dalla Corte d’Appello di L’Aquila per il reato di truffa. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione lamentando due principali violazioni di legge:
1. L’erronea applicazione della circostanza aggravante della minorata difesa (prevista dall’art. 61, n. 5, del codice penale).
2. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, con un presunto difetto di motivazione da parte dei giudici di merito.

La difesa sosteneva che i motivi fossero già stati affrontati e respinti in appello, ma li ha riproposti in sede di legittimità.

Truffa on line e l’aggravante della minorata difesa

Il primo motivo di ricorso si concentrava sulla sussistenza dell’aggravante della minorata difesa. La Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo una mera riproposizione di censure già correttamente valutate e respinte dalla Corte d’Appello.

La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale in materia di truffa on line: l’aggravante della minorata difesa è configurabile quando l’autore del reato ha tratto, in modo consapevole e concreto, specifici vantaggi dall’utilizzo dello strumento telematico. La distanza tra il truffatore e la vittima, l’anonimato garantito dalla rete e la difficoltà di verificare l’identità della controparte sono tutti elementi che possono indebolire le difese della persona offesa e, di conseguenza, integrare l’aggravante. Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto che l’imputato avesse effettivamente sfruttato tali vantaggi.

Il diniego delle attenuanti generiche

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, è stato giudicato manifestamente infondato. La Cassazione ha richiamato il proprio consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo cui il giudice di merito, nel decidere se concedere o negare le attenuanti, non è obbligato a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli emersi nel processo.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha specificato che è sufficiente un congruo riferimento agli elementi negativi ritenuti decisivi o, in alternativa, alla semplice assenza di elementi positivi meritevoli di valutazione. Questa impostazione lascia al giudice un’ampia discrezionalità, purché la sua decisione sia logicamente motivata. Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione adeguata per il diniego, rendendo la censura dell’imputato infondata.

Le conclusioni

L’ordinanza si conclude con una dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La pronuncia rafforza l’idea che la truffa on line non è un reato “minore” e che le sue modalità esecutive, sfruttando le vulnerabilità del mezzo telematico, possono giustificare un trattamento sanzionatorio più severo attraverso l’applicazione dell’aggravante della minorata difesa.

Quando si applica l’aggravante della minorata difesa in una truffa on line?
Secondo la Corte, l’aggravante si applica quando l’autore del reato trae, consapevolmente e in concreto, specifici vantaggi dall’utilizzo della rete, approfittando delle condizioni di luogo che ostacolano la difesa della vittima.

Perché il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato confermato?
È stato confermato perché, secondo l’orientamento consolidato, il giudice non è tenuto a esaminare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma può motivare il diniego basandosi sugli elementi negativi ritenuti decisivi o sulla mancanza di elementi positivi, come avvenuto nel caso di specie.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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