LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Truffa contrattuale: quando l’inganno è reato

La Corte di Cassazione conferma la condanna per truffa contrattuale a carico di un inquilino che, dopo aver stipulato diversi contratti di locazione, aveva smesso di pagare i canoni, utilizzando artifizi e raggiri (assegni a vuoto, false ricevute di bonifico) per mascherare l’inadempimento e prolungare la disponibilità degli immobili. La Corte chiarisce che il reato di truffa contrattuale può configurarsi anche nella fase esecutiva del rapporto, non solo al momento della stipula, e rigetta l’eccezione sulla tardività della querela.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa Contrattuale: Non Pagare l’Affitto con l’Inganno è Reato

La truffa contrattuale è un reato che spesso si immagina confinato al momento della stipula di un accordo. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 9901/2025) chiarisce un principio fondamentale: l’inganno penalmente rilevante può manifestarsi anche durante l’esecuzione del contratto, trasformando quello che potrebbe sembrare un semplice inadempimento civile in un vero e proprio delitto. Analizziamo il caso per comprendere le implicazioni di questa decisione.

I Fatti di Causa

La vicenda riguarda un imprenditore che aveva stipulato, tramite la sua società, quattro diversi contratti di locazione per immobili a uso abitativo e commerciale. Dopo un periodo iniziale, l’imprenditore aveva smesso di corrispondere regolarmente i canoni. Il problema non era un semplice ritardo, ma una serie di condotte volte a ingannare il proprietario. In particolare, l’inquilino aveva consegnato un assegno risultato privo di copertura e, in un’altra occasione, aveva inviato la ricevuta di un bonifico che in realtà non era mai stato eseguito.
Queste azioni avevano indotto il locatore a credere, erroneamente, nell’adempimento degli obblighi, consentendo all’imprenditore di prolungare la sua permanenza negli immobili. Di fronte ai ripetuti inadempimenti e scoperta la natura fraudolenta delle giustificazioni, il proprietario avviava la procedura di sfratto e presentava una querela per truffa.

La Decisione: Quando l’Inadempimento Diventa Reato di Truffa Contrattuale

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano riconosciuto la colpevolezza dell’imputato per il reato di truffa, distinguendo nettamente la sua condotta da un mero inadempimento civilistico. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo principalmente due punti:
1. La sua condotta era un semplice inadempimento contrattuale, da risolvere in sede civile.
2. La querela era stata presentata tardivamente.

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente il ricorso, confermando la condanna. I giudici hanno chiarito che, sebbene il rapporto fosse nato lecitamente, le azioni successive dell’imputato integravano pienamente gli “artifizi e raggiri” richiesti dall’art. 640 del codice penale.

L’Importanza della Fase Esecutiva nella Truffa Contrattuale

Il cuore della sentenza risiede nella spiegazione che la truffa contrattuale, specialmente nei contratti a esecuzione periodica o continuata come la locazione, non si esaurisce con la firma. Può essere perpetrata anche durante la vita del rapporto. La Corte ha stabilito che gli inganni posti in essere dopo la stipula, finalizzati a ottenere una prestazione che altrimenti non sarebbe stata concessa (in questo caso, il continuo godimento degli immobili), configurano il reato.
Le condotte dell’imputato non erano dirette a nascondere un semplice inadempimento, ma a far apparire pagamenti inesistenti, ingenerando nel proprietario “l’erroneo convincimento dell’adempimento” e procurandosi così un ingiusto profitto (l’uso gratuito degli immobili) con relativo danno per la controparte.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sottolineando che gli “artifizi e raggiri” utilizzati – l’assegno scoperto e la ricevuta del bonifico fittizio – erano mezzi specificamente finalizzati a ingannare la vittima per prolungare la disponibilità degli immobili. Questa condotta va oltre il semplice non pagare. È un’attività fraudolenta che altera la corretta esecuzione del contratto. La giurisprudenza, richiamata nella sentenza, è ormai consolidata nel ritenere che l’attività decettiva posta in essere dopo la stipula, durante la fase esecutiva, è penalmente rilevante perché induce la vittima a compiere prestazioni che, senza quell’inganno, avrebbe legittimamente rifiutato di eseguire. Per quanto riguarda la querela, i giudici hanno ribadito che il termine per la sua presentazione decorre non dal primo mancato pagamento, ma dal momento in cui la vittima acquisisce una conoscenza certa e completa del fatto-reato, ovvero della natura fraudolenta e ingannevole della condotta della controparte.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un importante monito: il diritto penale interviene per sanzionare non il semplice inadempimento di un’obbligazione, ma la deliberata disonestà che lo accompagna. Utilizzare inganni per mascherare i propri debiti e continuare a beneficiare di una prestazione non pagata non è una scaltra mossa commerciale, ma una truffa contrattuale punibile penalmente. La decisione conferma che la tutela penale si estende a tutta la durata del rapporto contrattuale, proteggendo la buona fede e la correttezza anche nella fase esecutiva degli accordi.

Quando un semplice mancato pagamento dell’affitto diventa reato di truffa?
Diventa reato quando il mancato pagamento è accompagnato da specifici “artifizi e raggiri” (come la presentazione di assegni a vuoto o false ricevute di pagamento) finalizzati a ingannare il creditore per continuare a godere della prestazione (in questo caso, l’immobile) ottenendo un ingiusto profitto con danno altrui.

La truffa in un contratto può avvenire anche dopo la sua firma?
Sì. La sentenza conferma che nei contratti a prestazioni periodiche o continuative, come la locazione, il reato di truffa è configurabile anche se gli artifici e i raggiri vengono posti in essere durante la fase di esecuzione del contratto, e non solo al momento della sua stipulazione.

Da quando decorre il termine per presentare la querela per truffa contrattuale?
Il termine per presentare la querela non decorre necessariamente dal primo inadempimento, ma dal momento in cui la vittima acquisisce una conoscenza certa e concreta del fatto-reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva, cioè quando si rende pienamente conto di essere stata vittima di un inganno fraudolento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati