LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Truffa bonus cultura: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8329/2024, interviene su un caso di truffa bonus cultura, annullando un’ordinanza che aveva disposto il dissequestro di quasi 400.000 euro. La Corte ha stabilito che l’utilizzo di un sistema complesso di false fatturazioni e simulazioni di vendita per monetizzare il bonus non costituisce una semplice indebita percezione (art. 316-ter c.p.), ma una vera e propria truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640-bis c.p.). La decisione chiarisce che la presenza di ‘artifici e raggiri’ idonei a indurre in errore l’ente erogatore qualifica il reato come truffa, anche in presenza di eventuali carenze nei controlli da parte dell’ente stesso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa bonus cultura: quando la frode diventa reato

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 8329 del 2024, ha fornito un’importante chiarificazione sulla qualificazione giuridica delle frodi legate ai bonus statali, in particolare analizzando un caso di truffa bonus cultura. La decisione distingue nettamente tra la semplice indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316-ter c.p.) e la più grave fattispecie di truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640-bis c.p.), annullando un provvedimento di dissequestro e ristabilendo la corretta interpretazione della legge.

I Fatti: la Contestazione di Truffa Bonus Cultura

Il caso trae origine da un’indagine della Procura della Repubblica che aveva portato al sequestro preventivo di una somma di quasi 400.000 euro, ritenuta provento di un’attività illecita. Secondo l’accusa, un esercente commerciale aveva messo in piedi un sistema fraudolento per monetizzare il cosiddetto ‘bonus cultura’. La condotta contestata comprendeva una serie di azioni complesse, tra cui:

* Simulazione di acquisti di libri;
* Emissione di false fatture;
* Falsa attestazione di vendita ai titolari del bonus;
* Inserimento di dati non veritieri sulla piattaforma ministeriale.

In sostanza, invece di vendere beni culturali, l’indagato si accordava con i giovani titolari del bonus per convertirlo in denaro, trattenendo una parte per sé e simulando transazioni mai avvenute. Inizialmente, questa condotta era stata qualificata come truffa aggravata ai danni dello Stato.

La Decisione del Tribunale e la Riqualificazione del Fatto

Il Tribunale, in sede di riesame, aveva annullato il sequestro. I giudici avevano ritenuto che la condotta non integrasse gli estremi della truffa, ma piuttosto quelli del reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, previsto dall’art. 316-ter del codice penale. Quest’ultimo reato, a differenza della truffa, ha un carattere ‘residuale’ e prevede una soglia di punibilità fissata a 3.999,96 euro. Poiché il Tribunale aveva considerato le singole erogazioni separatamente, nessuna delle quali superava tale soglia, aveva concluso per l’assenza del fumus del reato, ovvero dei gravi indizi di colpevolezza necessari a mantenere la misura cautelare del sequestro.

L’Intervento della Cassazione: Quando si Configura la Truffa Bonus Cultura?

La Procura ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso, fornendo principi di diritto fondamentali per distinguere le due fattispecie di reato.

La Differenza Cruciale tra Truffa (art. 640-bis) e Indebita Percezione (art. 316-ter)

La Corte Suprema ha ribadito un orientamento consolidato: l’art. 316-ter si applica solo a condotte decettive ‘marginali’, come la mera presentazione di una dichiarazione falsa o di documenti non veritieri, in contesti in cui l’ente pubblico erogatore non viene attivamente indotto in errore, ma si limita a prendere atto della documentazione formale. In questi casi, l’erogazione non dipende da una falsa rappresentazione della realtà provocata dall’agente, ma solo dall’esistenza formale della richiesta.

Al contrario, si configura il più grave reato di truffa aggravata (art. 640-bis) quando l’agente pone in essere ‘artifici e raggiri’, ovvero un’attività ingannatoria complessa, strutturata e idonea a indurre in errore la pubblica amministrazione, convincendola dell’esistenza di presupposti in realtà inesistenti. Nel caso specifico del truffa bonus cultura, la complessa procedura, che include l’utilizzo di una piattaforma informatica, l’incrocio di dati, la fatturazione elettronica e i successivi controlli da parte dell’ente pagatore (CONSAP), rende la condotta dell’indagato non una mera dichiarazione mendace, ma un’articolata macchinazione fraudolenta.

L’Irrilevanza della Negligenza dell’Ente Erogatore

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte è quello relativo all’eventuale negligenza o mancanza di controlli adeguati da parte dell’ente pubblico. La Cassazione ha specificato che la responsabilità penale dell’autore della truffa non è esclusa dalla scarsa diligenza della vittima. Anzi, spesso è proprio l’efficacia degli artifici e raggiri a generare nella vittima una fiducia mal riposta che la porta ad abbassare le difese. La consumazione del reato dimostra, di per sé, l’idoneità della condotta a ingannare.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato l’annullamento dell’ordinanza impugnata evidenziando come il Tribunale abbia errato nel non considerare l’insieme delle condotte e lo specifico contesto operativo. Le azioni contestate – dalla ricerca dei giovani titolari delle carte, all’accordo per la monetizzazione, all’accesso congiunto alla piattaforma, fino alla richiesta di rimborso con fatture false – costituiscono un’attività truffaldina complessa e non una semplice dichiarazione. Questa macchinazione è finalizzata a indurre in errore l’Erario sulla sussistenza dei presupposti per l’erogazione del beneficio, integrando pienamente la fattispecie di cui all’art. 640-bis c.p. Di conseguenza, il giudice del rinvio dovrà rivalutare la questione sulla base di questa corretta qualificazione giuridica. Inoltre, la Corte ha sottolineato che, anche a voler seguire l’ipotesi dell’art. 316-ter, il Tribunale avrebbe comunque dovuto verificare se le singole erogazioni, sommate su base annuale, non superassero la soglia di punibilità, come contestato dall’accusa.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza 8329/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un monito importante per chi tenta di approfittare illecitamente dei bonus statali. Stabilisce che non ogni frode è uguale: quando si costruisce un sistema ingegnoso e articolato per ingannare lo Stato, non si tratta di una semplice irregolarità amministrativa o di un reato minore, ma di una vera e propria truffa aggravata. La decisione rafforza la tutela delle finanze pubbliche e chiarisce che la complessità dell’inganno, e non la mera dichiarazione, è l’elemento decisivo per determinare la gravità del reato.

Quando una frode sui bonus pubblici è considerata truffa aggravata (art. 640-bis) e non semplice indebita percezione (art. 316-ter)?
Si configura la truffa aggravata quando la condotta non si limita a una semplice dichiarazione falsa, ma consiste in un’attività complessa di ‘artifici e raggiri’ (come false fatturazioni, simulazioni di operazioni, uso fraudolento di piattaforme informatiche) idonea a indurre in errore l’ente pubblico sulla sussistenza dei presupposti per l’erogazione del beneficio. L’indebita percezione si applica, in via residuale, ai casi in cui vi è solo una dichiarazione non veritiera senza un’ulteriore attività ingannatoria.

La negligenza dell’ente pubblico nell’effettuare i controlli esclude il reato di truffa a suo danno?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mancanza di diligenza o di adeguati controlli da parte della persona offesa (in questo caso l’ente pubblico) non esclude l’idoneità del mezzo truffaldino. Anzi, il fatto che l’inganno sia riuscito dimostra implicitamente l’efficacia della condotta fraudolenta, che spesso si basa proprio sull’ottenere la fiducia della vittima per farle abbassare le difese.

Perché nel caso del ‘bonus cultura’ è stata ritenuta configurabile la truffa?
Perché la procedura prevista per l’erogazione del ‘bonus cultura’ non è semplice, ma prevede diverse fasi complesse (utilizzo di una piattaforma informatica, fatturazione elettronica, controlli incrociati da parte di CONSAP). La condotta fraudolenta, che si articola in tutte queste fasi, costituisce un’azione delittuosa complessa e non un mero segmento isolato, essendo idonea a indurre in errore l’ente che gestisce e liquida i fondi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati