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Truffa assicurativa: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa assicurativa. L’uomo, fingendosi broker, aveva indotto una persona a firmare una polizza auto falsa. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano una mera riproposizione di argomentazioni già valutate e respinte nei gradi di merito e miravano a una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Cassazione.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa Assicurativa: Quando il Ricorso in Cassazione Viene Ritenuto Inammissibile

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso nel caso di una condanna per truffa assicurativa. Il caso riguarda un individuo condannato per aver ingannato una persona, inducendola a stipulare un contratto di assicurazione per la propria auto che si è poi rivelato falso. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna e ribadendo principi fondamentali della procedura penale.

I Fatti del Caso: La Finta Polizza Auto

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condotta di un soggetto che, agendo come un finto broker assicurativo, ha convinto una donna a sottoscrivere quella che credeva essere una polizza assicurativa. Attraverso l’uso di ‘artifizi e raggiri’, l’imputato ha indotto la vittima a firmare un’informativa precontrattuale, presentandola come un passo necessario per la stipula di un contratto vantaggioso. Tuttavia, il contratto non è mai stato perfezionato e il documento si è rivelato parte di un inganno finalizzato a commettere una truffa.

Il Percorso Giudiziario e i Motivi del Ricorso

L’imputato è stato condannato sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello, che ha confermato la sua responsabilità penale per il reato di truffa ai sensi dell’art. 640 del codice penale.

La difesa ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo principalmente su due argomentazioni:
1. Violazione di legge: Si sosteneva che non si fosse configurato il reato, poiché l’imputato si era limitato a far sottoscrivere un documento precontrattuale senza chiedere denaro e non aveva potuto completare l’operazione perché era stato arrestato.
2. Vizi di motivazione: La difesa lamentava che la Corte d’Appello non avesse risposto adeguatamente ai motivi di impugnazione, in particolare riguardo all’assenza di una data di decorrenza sul documento e al fatto che nessuna somma di denaro era stata versata.

L’Inammissibilità del Ricorso per truffa assicurativa

La Corte di Cassazione ha respinto completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del sistema giudiziario italiano: la distinzione tra il giudizio di merito e il giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che i motivi presentati dall’imputato non erano altro che la riproposizione delle stesse censure già esaminate e respinte in modo logico e coerente dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno osservato che il ricorso tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, come le dichiarazioni della parte civile, un’attività che è di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) ed è preclusa in sede di Cassazione.

La Corte ha specificato che l’obbligo di motivazione della sentenza d’appello era stato pienamente soddisfatto, poiché i giudici avevano valutato criticamente tutti gli elementi emersi durante il processo e avevano fornito argomentazioni logico-giuridiche solide a sostegno della condanna. Non sono stati riscontrati né travisamenti delle prove né vizi procedurali che potessero giustificare un annullamento della sentenza.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale: il ricorso per Cassazione non può essere utilizzato come un terzo grado di giudizio per ridiscutere i fatti. Per avere successo, un ricorso deve evidenziare specifici errori di diritto o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata, non semplicemente offrire una lettura alternativa delle prove. La decisione consolida la condanna per truffa assicurativa e serve da monito: la configurazione del reato può sussistere anche nella fase preparatoria, se gli artifizi e raggiri sono idonei a indurre in errore la vittima, a prescindere dal fatto che l’intero profitto sia stato conseguito.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, come in questo caso, si limita a riproporre le stesse argomentazioni già valutate e respinte dai giudici dei gradi precedenti o quando mira a ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Per configurare il reato di truffa è necessario che la vittima abbia pagato una somma di denaro?
La sentenza conferma che il reato di truffa si perfeziona con l’induzione in errore della vittima tramite artifizi e raggiri per procurarsi un ingiusto profitto. La condanna è stata confermata anche se la difesa ha sostenuto che nessun denaro era stato percepito, implicando che l’azione ingannevole in sé è sufficiente a integrare il reato.

Cosa significa che la Corte di Cassazione è un ‘giudice di legittimità’ e non ‘di merito’?
Significa che il suo ruolo non è quello di riesaminare le prove (es. testimonianze, documenti) per decidere come si sono svolti i fatti. Il suo compito è verificare che i giudici di primo e secondo grado abbiano applicato correttamente le norme di legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e senza contraddizioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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